Fuga dalle urne. Astensionismo e partecipazione elettorale in Italia dal 1861 a oggi

Fuga dalle urne. Astensionismo e partecipazione elettorale in Italia dal 1861 a oggi

di Federico Fornaro, edito da Epoké, 2016

I dati sull’esplosione dell’astensionismo (alle comunali del 2016 il non voto ha superato il 40%, sfiorando poi il 50% nel ballottaggio, registrando in alcuni casi più astenuti che votanti) e sull’implosione della rappresentanza politica nelle democrazie elettorali forniscono una robusta verifica empirica dell’attualità del saggio di Federico Fornaro.


Un libro ricco di numeri e tabelle (sessantasei, distribuite nelle 173 pagine dell’agile ed efficace volumetto), metodologicamente radicate e teoricamente ricondotte alle principali interpretazioni della scienza politica sul non voto. La puntuale bibliografia, poi, ne fa un testo che delinea tendenze di lungo periodo di un fenomeno che alimenta pluralità di interpretazioni. L’originalità consiste nell’ampliare la prospettiva storica, partendo dall’Unità d’Italia. Le tabelle forniscono una visualizzazione di un fatto che non è solo politico, ma sociale (non vi sono più molte differenze tra gli astenuti per regione, età, istruzione, status). La comparazione, poi, aiuta a ricondurre il non voto nell’alveo di un fenomeno che attraversa i sistemi politici contemporanei. Si dovrebbe considerare l’astensionismo come un fenomeno fisiologico, un segnale di consenso al sistema? Fornaro evidenzia invece le negatività che la fuga dalle urne si portano dietro, perché sono il segnale di malessere verso la politica e di disincanto rispetto alle motivazioni reali dell’azione politica, aprendo praterie per le scorribande populiste e plebiscitarie.


Il volume è suddiviso in quattro capitoli, che ripercorrono il fenomeno dell’astensione (percentuale di elettori che non si recano alle urne, senza tener conto di schede bianche e nulle) anzitutto nel periodo postunitario e sino all’avvento del fascismo. Il testo prosegue con il periodo di stabilità del sistema partitico e di alta partecipazione elettorale (1946-1992), seppur venato dai primi segnali di crescita del non voto, a partire dal 1979. Viene poi affrontato il fenomeno del declino della partecipazione elettorale nel periodo 1992-2008 per l’esplodere degli “astensionisti intermittenti” che si sommano agli “astensionisti cronici” (in totale sono quasi il 20% degli elettori nelle elezioni politiche del 2008). L’ultimo capitolo è dedicato alle elezioni del 2013 e al verificarsi di quella che Fornaro definisce “la tempesta perfetta”. L’astensionismo - che raggiunge il 25% degli elettori e si distribuisce in modo omogeneo in quasi tutte le regioni italiane – è il segnale di una irreversibile crisi, organizzativa e di identificazione, dei partiti e delle organizzazioni intermediarie, e, soprattutto, del modello classico di rappresentanza politica. E’ la sfiducia nella classe politica delegittimata e in una politica che ha lasciato ai centri decisionali economico-finanziari la governance della globalizzazione. I numeri esposti, infine, ci devono spingere a scrutare e navigare l’orizzonte delle democrazie odierne.

Andrea Mignone
Dipartimento di Scienze Politiche
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