Lo spazio della città tra socialità e performatività

Giornata di studi organizzata nell'ambito del corso Visualizzazione dello spazio scenico di Angela Zinno, corso di laurea magistrale Design Prodotto Evento, con l'obiettivo di porre in essere un dialogo tra comunità universitaria e cittadinanza sul delicato tema dello spazio urbano come punto d'incontro e contenitore di sviluppi potenziali, dalla socialità alla performatività.

L'evento ha il patrocinio de il Falcone teatro universitario, ciVIS UniGe, Teatro Akropolis, Collettivo Città di Ebla e Associazione "Via del Campo e Caruggi". 

Programma

ore 9:00 – Saluti istituzionali a cura di Massimo Sale-Musio, coordinatore del corso di laurea magistrale Design Prodotto Evento

ore 9:30 – Interventi:

• Angela Zinno "Uno spazio d’incontro"
• Gaia Leandri "Pietre e vuoti del medioevo genovese"
• Roberto Cuppone "Teatro, luogo dell’imminenza?"
• Monica Canu "Genova Sonora: tra acusma e letteratura"

ore 11:45 – Discussione aperta: Gaia Leandri e Angela Zinno in dialogo con Christian Spadarotto, Associazione "Via del Campo e Caruggi"

ore 14:30 – Roberto Cuppone e Angela Zinno in dialogo con i direttori artistici di Teatro Akropolis: David Beronio e Clemente Tafuri

A seguire, presentazione dell’artista Claudio Angelini, Collettivo Città di Ebla

ore 15:30 – Workshop "Spazio-Presenza-Azione. Dialoghi spontanei sullo spazio pubblico" a cura di Claudio Angelini, Collettivo Città di Ebla

Angela Zinno, invitando alla partecipazione, commenta: «Il workshop si agisce dalla platea in forma di "dialogo attivo"» e rimanda alla sinossi della performance: «L’esperimento consiste nel creare speciali condizioni atte a stimolare un dialogo relativo alla forma e alla sostanza dello spazio pubblico nel contesto odierno, in particolare nella città di Genova. Per naturale vocazione dei promotori dell'evento, si cercano definizioni anche attraverso chiavi di lettura che riguardano le arti dal vivo, il cinema, il docufilm, la fotografia, la rigenerazione urbana. Ma le chiavi di lettura non sono elementi di garanzia. Per aprire le porte del dialogo è necessaria una partecipazione attiva dei presenti. L’evento è, a tutti gli effetti, un esperimento “in vivo” pur avendo un impianto concettuale preparato “in vitro”. Ci si sente cavie rispetto a un invito alla partecipazione di questa natura? Niente paura. È la condizione di questa epoca».