CHRONOS – L’impronta dell’uomo e l’Antropocene in Liguria
La Liguria è stata frequentata almeno da due specie di ominini, Homo neanderthalensis e Homo sapiens, a partire da circa 250.000 anni fa. Reperti rinvenuti in aree limitrofe, poco oltre il confine con la Francia, attestano una frequentazione dell'arco ligure-provenzale che risale a oltre un milione di anni fa. Situata tra mare e montagna, grazie al clima temperato e alla ricchezza di risorse e materie prime, questa regione ha da sempre rappresentato un luogo privilegiato per l'insediamento umano.
L’impatto sul territorio è stato inizialmente irrilevante, data la bassa densità delle popolazioni ma, a partire da circa 7.800 anni fa, le strategie di sussistenza sono cambiate radicalmente. Le pratiche agricole e pastorali, simbolicamente ritratte nei massi incisi del Monte Bego, hanno modificato progressivamente il paesaggio ligure, innescando un processo irreversibile che continua tutt'oggi.
Lo sfruttamento del territorio è aumentato di intensità di pari passo con l’acquisizione di nuove conoscenze pratiche, tramandate di generazione in generazione o, in tempi più recenti, con il crescente avanzamento delle conoscenze scientifiche che hanno permesso di sfruttare in modo ancora più raffinato le risorse disponibili.
Tutto ciò è stato un battito di ciglia in termini temporali rispetto alla storia del nostro pianeta, ma gli effetti dell’azione umana sono evidenti ovunque.
La mostra CHRONOS, a ingresso gratuito, intende ripercorrere, lungo il filo temporale della storia, il susseguirsi delle principali “rivoluzioni” che hanno trasformato la Liguria e il suo mare, da quella neolitica fino al boom economico post-bellico che segna l’inizio dell’Antropocene.
Personaggi d’eccezione che hanno fatto la storia dell’esplorazione del nostro territorio, quali Arturo Issel e Clarence Bicknell, sono “riportati in vita” dall’intelligenza artificiale e narrano in prima persona le ricerche e le scoperte a cui hanno dedicato la loro attività di studiosi.
Grazie alla collaborazione tra docenti di diversi dipartimenti dell’Università di Genova (Dipartimento di scienze della terra, dell'ambiente e della vita - DISTAV, Dipartimento architettura e design - DAD, Dipartimento di antichità, filosofia e storia - DAFIST, Dipartimento di chimica e chimica industriale - DCCI) che hanno curato testi, contenuti e scelta dei reperti espositivi, la mostra permette di osservare dal vivo i prodotti dell’Antropocene, come cemento, plastica, metalli e altri inquinanti, materiali che l’uomo, nelle diverse fasi della sua presenza sul territorio ligure, ha attivamente cercato o introdotto ex-novo, talvolta modificando irreversibilmente il territorio e il mare della Liguria, nonché le “terre rare”, elementi la cui disponibilità rappresenta un collo di bottiglia per lo sviluppo delle nuove tecnologie.
È possibile visionare non solo i reperti fisici esposti, ma anche accedere alla galleria di modelli 3D dell’istituendo Sistema Museale di Ateneo, SMA-UniGe, attraverso codici QR.
La mostra è completata da vari laboratori gratuiti, dedicati a famiglie e ragazzi, e da un ciclo di incontri aperti al pubblico programmato per il 20 dicembre 2023 presso la sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale.
Il logo della mostra
L’intera mostra ruota attorno alla linea temporale – CHRONOS – che ripercorre la transizione di Homo sapiens da cacciatore-raccoglitore a creatore di società industriali e delle comunicazioni. La “H” di CHRONOS ha la forma dello “Stregone”, una celebre incisione rupestre scoperta da Bicknell nella valle delle Meraviglie.
Le braccia alzate che brandiscono due pugnali richiamano l’attitudine aggressiva dell’uomo nei confronti dell’ambiente. Un essere particolare, l’uomo, “nato con la capacità di sopravvivere e continuare a evolversi, capace di rendere eterna anche la biosfera. E tuttavia arrogante, sconsiderato, letalmente predisposto a favorire sé stesso, la sua tribù e futuri a breve termine” (Edward O. Wilson, dal prologo di “Metà della Terra, salvare il futuro della vita”, 2016).
Dal 25 novembre 2023 al 7 gennaio 2024
Sala Liguria di Palazzo Ducale, p.zza Matteotti, Genova
Ingresso gratuito.