La cattedrale di Notre Dame è stata gravemente danneggiata dall’incendio del 15 aprile 2019. Sono andate completamente perse tutte le strutture lignee delle coperture e della flèche (costruita nel 1858-1859 su disegno di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc in sostituzione della precedente ormai perduta) e crollate anche ampie porzioni delle volte a crociera interne, soprattutto in corrispondenza dell’incrocio tra navata centrale e transetto, proprio per l’impatto devastante delle macerie.
Il tragico evento ha avuto un’immediata risonanza mediatica a livello mondiale; la Cattedrale di Parigi, simbolo della cristianità, è infatti considerata una delle icone del patrimonio culturale, architettonico e artistico europeo, appartenente alle radici stesse della civiltà europea. Già pochi giorni dopo l’incendi, si è così assistito al nascere e diffondersi di un vivace dibattito sul destino della cattedrale, intorno alle prioritarie finalità di ogni intervento volto a garantirne il futuro e, inevitabilmente, anche sui modi e le soluzioni da adottare per il suo consolidamento e la sua parziale ricostruzione.
Sono così emersi inviti alla ricostruzione di quanto perduto secondo il motto ricorrente del come era e dove era, ma anche visioni e auspici radicalmente contrastanti e in parte singolari, dal campo di calcio alla piscina sulle coperture, al tetto in forme analoghe ma materiali e tecnologie innovative, fino alla guglia di cristallo illuminabile, a sigillare la ricostruzione con l’impronta della nostra sfuggente contemporaneità. Forse, è però ancora troppo presto per affrontare queste delicate alternative.
Nei mesi successivi il Parlamento francese ha comunque approvato una legge speciale per il restauro e la conservazione della cattedrale di Notre-Dame, con l'obiettivo primario di preservare “l'interesse storico, artistico e architettonico del monumento” e il Ministero della Cultura della Repubblica ha poi incaricato un team di cinque esperti italiani e francesi, tra cui Carlo Blasi, di progettare e seguire anzitutto la realizzazione delle opere di messa in sicurezza della cattedrale gravemente danneggiata dall’incendio e, poi, la sua parziale ricostruzione.
Il restauro pone problematiche complesse e assai diverse tra loro, con inediti e non semplici aspetti relativi anzitutto alla sicurezza del cantiere, degli operatori e alla stabilità delle stesse strutture danneggiate, alle tecniche d’intervento per la conservazione e il consolidamento delle parti superstiti oltre che alle strategie generali della futura ricostruzione delle parti perdute. I progetti saranno valutati dalle autorità competenti e sottoposte a un pubblico dibattito, non solo di esperti, a livello internazionale.
Nell’anno appena trascorso, i lavori iniziati e oggi purtroppo interrotti per l’insorgere dell’emergenza Covid-19, sono stati finalizzati alla rimozione delle macerie, resa difficile dallo stato dei luoghi, dalla instabilità delle strutture superstiti e dalla presenza del piombo fuso delle coperture. In contemporanea si è proceduto con la catalogazione dei pezzi, con lo smontaggio del ponteggio per il restauro della flèche, in opera al momento dell’incendio e completamente fuso per l’enorme calore da esso sviluppato, con la messa in sicurezza e con i necessari accertamenti diagnostici necessari per il prosieguo dei lavori.
Il dibattito che ha suscitato l’interesse del grande pubblico circa le modalità della ricostruzione, come accennato, non è stato affrontato in modo esaustivo, in attesa di una migliore conoscenza della situazione del monumento. Ad oggi, sono dunque doverosamente prevalse le necessità di organizzazione e di gestione di un cantiere estremamente complesso e denso di rischi, le cui problematiche rientrano a pieno titolo tra quelle del Restauro, che dovrebbero essere insegnate nelle scuole che preparano i futuri tecnici di tale disciplina.
Da qui nasce l’invito al prof. Carlo Blasi da parte dell’Università di Genova, insieme a quella di Milano, per un convegno virtuale nell’ambito del ciclo Benvenuto Lectures del Dipartimento Architettura e Design dell'Università di Genova.
Nato a Firenze nel 1948, si è laureto in Architettura nel 1972. È stato ricercatore nelle aree disciplinari della Scienza e della Tecnica delle Costruzioni nell’Università degli Studi di Firenze e Professore Associato di Restauro al Politecnico di Bari. Dal 2002 al 2014 è Professore Ordinario di Restauro presso l’Università degli Studi di Parma. Dal 2013 al 2017 è membro effettivo del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Attualmente svolge attività professionale nello Studio Associato Comes. Tiene lezioni all’Ecole de Chaillot a Parigi.
Ha svolto attività di ricerca e professionale prevalentemente nel campo del restauro, della stabilità degli edifici storici e della protezione sismica.
Si è occupato di numerosi edifici monumentali in Italia e all’estero, come la Cittadella di Damasco, il ponte di Mostar, il Pont Adolph a Lussemburgo, la moschea al-Nuri di Mosul, i templi di Angkor, il Panthéon di Parigi, il Duomo e il Battistero di Firenze, il Teatro Petruzzelli. Attualmente è impegnato nella ricostruzione di Notre Dame su incarico del Ministero della Cultura francese. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
La conferenza di Carlo Blasi sarà visibile su: