Un gruppo di studio internazionale sul processo di integrazione dell'Ucraina nell'Unione Europea


Ucraina e Unione Europea
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Internship Program "The Integration process of Ukraine into the European Union"

Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Genova, diretto da Gisella De Simone, ha riservato particolare attenzione alle esigenze di colleghe e colleghi ucraini, a partire dall’accoglienza della prof.ssa Ievgeniia Kopytsia della Yaroslav Mudryi National Law University di Kharkiv, visiting professor dal marzo 2022, inserita nella attività di ricerca e di docenza del dipartimento, in particolare nell’area della Filosofia del diritto. L’impegno per la collaborazione prosegue ora con la costituzione di un gruppo di studio internazionale con l'Università nazionale Taras Ševčenko di Kyiv e l'Università nazionale accademia Mohyla di Kyiv sul tema dell’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Il gruppo di studio, coordinato da parte italiana dalla Cattedra di Diritto finanziario di Alberto Marcheselli e Francesco Farri e da parte ucraina dalla Cattedra di Diritto finanziario di Oksana Muzyka Stefanchuk, comprenderà lo svolgimento di una serie di seminari e scambi di riflessioni tra docenti e studenti italiani e ucraini, con la possibilità per gli studenti ucraini delle classi coinvolte nel progetto di collegarsi ai corsi tenuti in lingua inglese presso il dipartimento giuridico genovese, grazie alla disponibilità manifestata dai professori titolari dei corsi. Il corso di Diritto tributario internazionale e dell’Unione Europea, poi, prevedrà in via sperimentale un coinvolgimento diretto degli studenti in una ricerca sugli standard richiesti per rendere un sistema fiscale nazionale pienamente conforme al diritto europeo.

Fine del gruppo di studio internazionale è dare agli studenti e accademici ucraini la possibilità di confrontarsi da vicino con il sistema universitario e giuridico di uno Stato membro dell’Unione Europea, in un momento così drammatico per il proprio Paese, e agli studenti e accademici italiani di dare il proprio contributo scientifico al tema degli aspetti giuridici del procedimento di integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea.

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«Alcuni anni fa, un importante sociologo, Benedict Anderson, si interrogava su chi sarebbe stato disposto a sacrificare la propria vita e versare il proprio sangue per la CEE, oggi per l’UE. Probabilmente nessuno di noi lo sarebbe. Il popolo ucraino, invece, sta dimostrando in questi mesi di esser pronto a farlo e lo sta provando, resistendo con il proprio sangue alla violazione della sovranità e del diritto internazionale che ha subito per aver mostrato la volontà di collocarsi in area occidentale – commentano Alberto Marcheselli e Francesco Farri –. Dal dramma dell’invasione dell’Ucraina l'Europa può ricevere nuovamente un’anima, che negli ultimi anni spesso è apparsa appannata dalla sua burocrazia, dal suo economicismo, dal suo inaridirsi. Per questo ci è sembrato fondamentale avviare una collaborazione con l'accademia ucraina e consentire agli studenti dei due Paesi di approfondire i contatti: la città di Genova, poi, ha legami storici intensissimi con l'Ucraina e in particolare proprio con la Crimea, al centro dell'invasione. Sarà un modo per tornare a essere concretamente vicini, in un momento drammatico per gli amici ucraini: perché non è solo l'Ucraina ad aver bisogno dell'Europa, è anche l'Europa ad aver bisogno dell'Ucraina per ritrovare fino in fondo se stessa e i propri valori».

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«L’Università di Genova – aggiunge Fulvio Mastrogiovanni, prorettore UniGe all'internazionalizzazione – ha legami molto profondi con le Università Ucraine in diversi ambiti disciplinari e, anche di concerto con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, si è attivata in vario modo per supportarne studenti, ricercatori e docenti, anche mediante recenti proposte progettuali. Mai come in questo momento è necessario rafforzare e sviluppare collaborazioni con una prospettiva a lungo termine. L’iniziativa del Dipartimento di Giurisprudenza va in questa direzione, e crediamo che non sarà l’ultima».