Le Marie Skłodowska-Curie fellowship costituiscono un programma di finanziamento post-dottorale volto a sostenere lo sviluppo professionale dei ricercatori e a promuovere la qualità della ricerca a livello europeo. Aperte a candidati in possesso di un titolo di dottorato in qualsiasi disciplina, le borse offrono l'occasione di intraprendere attività di ricerca in contesti internazionali, acquisendo nuove expertise e consolidando il proprio percorso accademico. Inserite tra i più ambiti finanziamenti per la ricerca in Europa, le fellowship incentivano la formazione alla ricerca e la mobilità internazionale e intersettoriale attraverso la realizzazione di un progetto di ricerca individuale in collaborazione con un supervisore afferente a un'istituzione europea. I beneficiari possono condurre il proprio progetto per un periodo compreso tra dodici e trentasei mesi, optando per una European Fellowship (svolgimento esclusivo in Europa) o una Global Fellowship (che prevede una fase di ricerca in un Paese terzo).
L'Università di Genova prosegue il trend positivo degli ultimi anni, ottenendo l'assegnazione di tre borse di studio Marie Skłodowska-Curie nell'ambito del bando 2024, per un finanziamento complessivo di circa 600.000 euro. Su un totale di 453 finanziamenti, UniGe è Host Institution di 3 MSCA Postdoctoral Fellowships 2024 per i progetti: COMPOSE, TransISLES e WHY-AD.
Il progetto COMPOSE affronta uno dei problemi più complessi della fluidodinamica: la transizione da flusso laminare a turbolento. Per studiare questo processo, il progetto impiegherà esperimenti e simulazioni numeriche ad alta fedeltà su diverse componenti dei motori aeronautici. Di fronte a un ampio e eterogeneo insieme di dati, l’ambizione unica di COMPOSE è quella di integrarli in una rappresentazione compatta del complesso scenario di transizione. Verranno utilizzati moderni approcci data-driven, affiancati da un solido quadro teorico sviluppato in collaborazione con il KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma (Svezia). L’obiettivo finale è identificare e costruire modelli semplificati ma accurati, utili per sviluppare strategie di controllo del flusso volte a ridurre gli effetti negativi della transizione nei componenti aerodinamici.
Durante il XIX secolo, i cambiamenti economici (espansione delle reti commerciali e industrializzazione) e le trasformazioni geopolitiche (declino dell’Impero Ottomano e ascesa degli Stati-nazione) rimodellarono la struttura socioeconomica delle isole del Mediterraneo orientale, generando al contempo nuove opportunità economiche e il declino di attività tradizionali. Transformations of Island Societies in the Eastern Mediterranean (1830–1911): a Three-Case Study Analysis (TransISLES) propone uno studio comparativo innovativo sui cambiamenti socioeconomici che interessarono le società insulari del XIX secolo negli arcipelaghi dell’Egeo e dello Ionio. Il progetto si concentra su tre isole di piccole dimensioni – Thera (Santorini), Tino e Itaca – ciascuna caratterizzata da specificità politiche, economiche e sociali, e inserita in differenti regioni marittime e reti commerciali, che fungono da casi rappresentativi per il Mediterraneo orientale. Utilizzando come indicatore principale di analisi l’unità familiare, considerata nel suo contesto demografico, sociale, economico e materiale, TransISLES intende esaminare in che modo i processi di trasformazione del Mediterraneo orientale abbiano inciso sul tessuto socioeconomico di queste isole, facendo emergere differenze e somiglianze tra aree geografiche e gruppi sociali. Il progetto adotta un approccio interdisciplinare che integra storia marittima, studi insulari, storia della famiglia, storia demografica, studi di genere e studi sulla cultura materiale, avvalendosi anche degli strumenti delle digital humanities. Attraverso un’analisi su due livelli, che combina dati quantitativi (demografici e occupazionali) con lo studio di singole traiettorie familiari, TransISLES esplorerà l’evoluzione delle gerarchie sociali ed economiche, i modelli di mobilità sociale, le percezioni culturali dello status socioeconomico e i regimi di genere. Il progetto intende colmare importanti lacune storiografiche e offrire un contributo originale alla comprensione dei modi in cui le società insulari si adattarono ai profondi cambiamenti politici ed economici del XIX secolo.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, con un impatto enorme sulla vita delle famiglie e sulla società. La diagnosi precoce è ancora difficile, e le terapie sono spesso poco efficaci proprio perché arrivano tardi o non considerano le differenze tra i pazienti.
Il progetto WHY-AD vuole cambiare prospettiva: invece di concentrarsi solo sulle aree del cervello più colpite (come l’ippocampo), si pone l’attenzione su una parte spesso trascurata, ma fondamentale: la sostanza bianca, ovvero la "rete di collegamento" tra le varie aree cerebrali.
Utilizzando tecniche avanzate di risonanza magnetica e unendo le immagini del cervello con informazioni biologiche (come geni e proteine), il progetto mira a:
Il progetto userà grandi banche dati europee e testerà i risultati anche in ambito clinico, in collaborazione con centri specializzati in memoria e demenze in Italia.