El Salvador, vince al primo turno Nayib Bukele

Con il 53% dei voti ottenuti al primo turno, Nayib Bukele ha vinto le elezioni presidenziali in El Salvador. Sebbene presentato da molti opinionisti (e da sé stesso) come un outsider, Bukele era stato eletto sindaco di Nuevo Cuscatlán e – nel 2015 – della capitale, San Salvador, sostenuto dal Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN, l’ex organizzazione di guerriglia rivoluzionaria). Dopo la sua espulsione dal FMLN nel 2017 e il tentativo (non riuscito) di fondare un proprio partito, decide di partecipare alle primarie per le presidenziali organizzate da Gran Alianza por la Unidad Nacional (GANA), partito conservatore di centro destra, vincendole con un’amplissima maggioranza (91% dei voti). Bukele è così eletto contro i candidati dei due principali partiti, ARENA (Alianza Republicana Nacionalista) e FMLN, interrompendo una più che ventennale tradizione bipartitica.

Di certo il Presidente Eletto avrà il suo da fare: non disponendo di una maggioranza parlamentare (GANA controlla solo 11 seggi su 84), dovrà cercare delle alleanze, compito non facile. La sua prima proposta – dirottare 16 dei 32 milioni di dollari già stanziati per la costruzione della nuova sede dell’Assemblea a un fondo per costruire nuove scuole e biblioteche – è stata bocciata dalla Junta Directiva della Asamblea Legislativa grazie al voto congiunto dei diversi partiti: ARENA e FMLN in testa.

I problemi nei confronti dei quali intervenire non mancano di certo: se la corruzione è stata un tema centrale lungo tutta la campagna elettorale, la violenza delle pandillas (bande) ha portato El Salvador a detenere il triste record di paese più violento del mondo, con 82,8 omicidi per 100.000 persone (dati PNUD 2018); lo spettro – ben conosciuto in Salvador – degli squadroni della morte, ai quali si attribuiscono omicidi di persone sospettate di appartere alle bande (sospetti rilanciati da un rapporto della UNHCR del 2016); la crisi economica, che porta ogni anno migliaia di salvadoregni a emigrare, i più visibili dei quali con la famosa “carovana” in viaggio a piedi verso gli Stati Uniti. Non è un caso che nel 2018 Donald Trump abbia minacciato El Salvador, insieme a Guatemala e Honduras, di tagliare gli aiuti se il flusso migratorio non fosse stato interrotto.

Nayib Bukele, come molto spesso capita ai politici di oggi, si trova a proprio agio coi social media: su una popolazione di poco più di sei milioni di persone, il suo profilo Facebook conta circa un milione e mezzo di “like”. Dovrà cercare di sfruttare la sua popolarità e la sua capacità di arrivare al pubblico senza l’intermediazione dei media classici per proporre – magari anche solo surrettiziamente – delle soluzioni ai tanti problemi dei suoi concittadini. La loro bocciatura da parte dei partiti finora dominanti potrebbe spianargli la strada verso una ancora maggiore popolarità, e rafforzare così il suo partito in vista delle prossime elezioni alla Asamblea del 2021.

di Paolo Parra Saiani, Dipartimento di Scienze politiche
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