Un posto al Sole per l’Università di Genova

Di buon’ora, quando in Italia erano le 5:03 del mattino di lunedì 10 febbraio 2020, è partita dalla base di Cape Canaveral la sonda spaziale europea Solar Orbiter. La missione fa parte del programma “Cosmic Vision” dell’Esa (in collaborazione con la Nasa) e consentirà di studiare il Sole da una distanza di circa 42 milioni di km dalla nostra stella, a meno di un terzo della distanza Terra-Sole (pari a circa 150 milioni di km) e all’interno dell’orbita di Mercurio. È previsto che la sua durata operativa sia di quattro anni, seguiti da una possibile estensione di ulteriori quattro, nel corso dei quali la sonda misurerà con una accuratezza senza precedenti il plasma solare, il campo magnetico, le particelle energetiche, in tutti i loro processi di formazione e dinamica.

Le fasi immediatamente successive al lancio della Solar Orbiter

Il contributo dell'Italia e dell'Università di Genova

Solar Orbiter avrà a bordo dieci apparati scientifici per osservare i fenomeni che caratterizzano la nostra stella e fra questi sono diversi quelli che prevedono un importante contributo italiano. Uno di questi in particolare, il telescopio per raggi X StiX, ha come co-investigator il prof. Michele Piana e la prof.ssa Anna Maria Massone del gruppo interdisciplinare MIDA (Methods for Image and Data Analysis - http://mida.dima.unige.it) del Dipartimento di Matematica dell’Università di Genova. StiX è un telescopio spaziale a raggi X per immagini, sviluppato e costruito presso l’Università di Scienze Applicate della Svizzera nordoccidentale (FHNW), capace di un’alta risoluzione spaziale e grande sensibilità per l’emissione di raggi X termici e non termici da parte di particolari fenomeni che interessano la nostra stella come i brillamenti solari. Il contributo italiano a StiX riguarda lo sviluppo del software del telescopio e l’attività del gruppo MIDA consiste nello sviluppo di algoritmi basati su tecniche di Fourier per la ricostruzione di immagini a raggi X.

Il telescopio a raggi X StyX ospitato a bordo della Solar Orbiter

Studiare il Sole insieme

La sonda europea, oltre a svolgere indagini in autonomia, potrà collaborare ed effettuare analisi congiunte con un’altra sonda solare, la Parker Solar Probe della Nasa, che essendo stata lanciata durante l’estate 2018 sta già orbitando intorno al Sole e arriverà fra qualche anno alla distanza record di 6 milioni di km. Solar Orbiter studierà il Sole da una distanza maggiore ma grazie alla sua orbita polare potrà osservare regioni della nostra stella quasi inesplorate finora.

Immagine di fantasia delle sonde Solar Orbiter e Parker Solar Probe in viaggio verso il Sole
di Walter Riva