What is said and what is not
What is said and what is not
Negli anni '50 Turing si domandò: quando si potrà dire che una macchina pensa? Quando, in un colloquio tramite terminale, un umano non saprà distinguere se sta comunicando con un computer o con un umano. Negli anni '70 Terry Winograd (il maestro di Larry Page, inventore di Google) riteneva che trattare il linguaggio naturale in modo automatico fosse questione di pochi anni. Sia Turing che Winograd sono stati troppo frettolosi nel credere che gli informatici avrebbero in breve tempo "domato" il linguaggio naturale.
Le difficoltà del "Natural Language Processing" sono difficilmente superabili, non tanto perché "i computer non hanno un’anima" o "non hanno intenzionalità", ma perché il significato delle parole che usiamo dipende, in gran parte, dall'uso nel contesto. Se non comprendiamo il contesto – includendo in questo sia la situazione, sia le presupposizioni condivise – non comprendiamo il significato di ciò che viene detto.
A Genova da anni si organizzano incontri sul tema della dipendenza contestuale; tra questi un primo Workshop on Contexts ha dato origine al volume La svolta contestuale1 (MC Graw Hill) che ha riunito filosofi e informatici. Un Workshop on Contexts del 2002 ha portato a Genova quasi tutti gli studiosi rilevanti nel settore, compreso Kenneth Taylor, il co-fondatore di "Philosophy Talk"2, uno dei più rinomati talk-show filosofici americani. Da questo workshop Claudia Bianchi, allora assegnista di ricerca a Genova, ha pubblicato presso le edizioni CSLI (il Center for the Study of Language and Information di Stanford)3 un volume dal titolo The semantics/Pragmatics Distinction4.
Tra Genova e Stanford vi è una lunga tradizione di collaborazione informale a livello filosofico. Ricordiamo che Stanford è in California, dove – per sfuggire al nazismo – sono emigrati alcuni dei più noti filosofi europei, tra cui Alfred Tarski, Rudolf Carnap, Hans Reichenbach. La California è diventata così una succursale originale della filosofia continentale più rilevante (non di quella che oggi va sotto il nome di "filosofia continentale"). Evandro Agazzi, professore Emerito in questo Ateneo, ha tenuto corsi all'università di Stanford, dove hanno studiato altri colleghi come Luisa Montecucco e Massimiliano Vignolo. Luisa ha curato un numero di Epistemologia dedicato al pensiero di Patrick Suppes, e Massimiliano ha curato l'organizzazione di un seminario di John Perry a Genova5, in seguito da lui tradotto con il titolo "Contesti"6.
Quando (con Filippo Domaneschi e Massimiliano Vignolo) abbiamo organizzato un terzo Workshop on Context7, abbiamo chiesto un contributo ai massimi esperti sul tema dei rapporti tra semantica e pragmatica. Quasi tutti hanno accettato (tra questi Kent Bach, Robin Carston, Michael Devitt, Ernst Lepore, Francois Recanati e lo stesso John Perry) e il CSLI ha accettato il progetto. What is Said and What is Not8 è un libro che resterà come punto di riferimento sul problema dei rapporti tra semantica e pragmatica negli anni a venire.
Carlo Penco
Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia (DAFIST)
Filippo Domaneschi
Dipartimento di Scienze Politiche (DISPO)
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1
http://www.recensionifilosofiche.it/crono/2004-03/penco.htm
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2
http://www.philosophytalk.org/
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3
http://www-csli.stanford.edu/
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4
http://www.stanford.edu/group/cslipublications/cslipublications/site/1575864584.shtml
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5
http://filosofia.dafist.unige.it/epi/Perry.htm
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6
http://www.editorialetipografica.com/sc.asp?ID=1783
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7
http://www.dif.unige.it/woc3/
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8
http://www.stanford.edu/group/cslipublications/cslipublications/site/9781575866673.shtml