Due le Lauree Honoris Causa conferite dalla Scuola Politecnica nel mese di marzo

Due le Lauree Honoris Causa conferite dalla Scuola Politecnica nel mese di marzo: una in Design navale e nautico a Stefano Faggioni, e l’altra in Ingegneria chimica a Sergio Carrà

L’eccellenza della progettazione italiana viene riconosciuta dall’Università degli Studi di Genova alle capacità di Stefano Faggioni con l’attribuzione della prima Laurea Honoris Causa in Design Navale e Nautico.


In occasione del decimo anno di fondazione del programma inter-ateneo (Università di Genova e Politecnico di Milano) di Laurea Magistrale in Design Navale e Nautico, giunge tempestivo il riconoscimento espresso dal Ministro dell’Università di assegnare la Laurea Honoris Causa a una figura di spicco internazionale nel panorama dello yacht design.


La Fondazione Promostudi, che supporta le principali attività universitarie sul territorio della Spezia, con questo evento rinnova la dimostrazione dei numerosi risultati maturati con tenacia e costanza nel sostegno ai corsi di studio universitario svolti presso il Polo Universitario G. Marconi.


La Laurea HC in Design Navale e Nautico a Stefano Faggioni riconosce l’opera di una persona giovane che, con il suo lavoro, ha saputo distinguersi apportando alla disciplina valori singolari e peculiari. Nella storia e nel restauro delle antiche imbarcazioni il designer ha trovato motivo di profonda innovazione e di ampliamento culturale e scientifico del settore, come testimoniano le sue stesse parole: “… massimo rispetto per l’ambiente, non imponendo forme eccentriche ma piuttosto cercando il dialogo, anche critico, con la costruzione tipo sia questa una casa o un’imbarcazione che cambia secondo l’area geografica. Si evita così qualsiasi forma di arroganza e imbarazzo nell’affiancarsi alle architetture o alle imbarcazioni tradizionali che da sempre sono, a tutti gli effetti, parte del nostro paesaggio. Il design, per noi, non deve essere la disperata ricerca della diversità che spesso mette contro natura le forme di alcuni scafi, ma è piuttosto una questione di equilibrio[…] Essere sempre all’altezza di ciò che si restaura, adottare le originali tecniche e sensibilità che addolcivano miracolosamente qualsiasi materia grezza, dal pezzo meccanico in metallo, alla struttura in legno, dalla maniglia alla boiserie”.

 

Come ha sottolineato il prof. Guido Busca nella sua laudatio, il prof. Carrà è stato per anni un preciso punto di riferimento in Italia della fattiva collaborazione fra l’industria e il mondo accademico; laureatosi in Chimica all’Università di Milano nel 1953, ha poi passato quasi tutta la sua vita professionale in una Facoltà di Ingegneria insegnando una disciplina caratterizzante dell’Ingegneria industriale.


La Chimica e l’Ingegneria chimica sono discipline contigue e largamente sinergiche nella realtà Industriale e tuttavia nettamente separate nella vita accademica in Dipartimenti, Facoltà o addirittura Università diverse. Il chimico, formato nelle Facoltà di scienze, è lo scienziato, attento alla conoscenza dei fenomeni molecolari anche al di là di eventuali applicazioni concrete. L’Ingegnere chimico, formato insieme agli altri ingegneri nelle Scuole o nelle Università Politecniche, è il tecnologo, che progetta, sviluppa, realizza e gestisce i materiali, le apparecchiature, gli impianti e i processi chimici.


Sergio Carrà in realtà è stato ed è entrambe le cose, scienziato e tecnologo.


Carrà e altri maestri hanno insegnato a sottoporre i risultati delle ricerche accademiche per le pubblicazioni sulle più quotate riviste scientifiche internazionali, con elevati impact factors. E’ il miglior modo per autovalutare la qualità della ricerca: se giudicati di qualità eccellente, tali lavori vengono pubblicati e resi disponibili alla comunità scientifica internazionale e se pubblicate sulle migliori riviste internazionali, anche quando non fossero direttamente richieste dall’industria, ma siano realizzate con intelligenza a livello davvero eccellente, contribuiscono (e hanno contribuito realmente e concretamente) allo sviluppo tecnologico dell’umanità.


Carrà è uno di quegli uomini che hanno insegnato a lavorare ai massimi livelli di eccellenza internazionale e ha davvero avuto negli ultimi cinquant’anni un ruolo rilevante a livello nazionale e internazionale nell’insegnamento, nello sviluppo della ricerca in diversi settori centrali dell’Ingegneria Chimica e nella promozione del ruolo delle tecnologie chimiche nella società e nell’opinione pubblica.

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