Ennio Poleggi, studioso della città
L’attività e il ricordo di Ennio Poleggi si intrecciano con la riscoperta e con la presa di coscienza della complessa vicenda urbanistico storica della nostra città e dei caratteri artistici e monumentali del manufatto urbano, in particolare a partire dagli anni settanta del Novecento. Erano anni entusiasmanti e ricchi di speranze, in cui si decideva il destino del centro cittadino con l’adozione da parte del Comune del Piano particolareggiato per l’insediamento dell’Università nel centro storico e con il Piano programma e le delibere per la gestione urbanistica della città antica. In quello stesso periodo il Professor Poleggi fece il suo ingresso in Università, vincitore, nel 1975, di un concorso aperto a figure di studiosi che avessero mostrato particolari doti di ricerca, indipendentemente dalla qualifica di studio; sarà poi professore ordinario di Storia della città e del territorio, direttore dell'Istituto di Storia dell'architettura (1987-1996) e Vicepreside di quella Facoltà (1997- 99). Aveva iniziato la sua attività come docente delle scuole medie, abilitato all’insegnamento del disegno, ma non laureato e la laurea honoris causa in architettura la ricevette dal nostro Ateneo nel 1992. Ma la sua passione per la storia della vicenda urbanistica si era già espressa in studi innovativi negli anni del suo insegnamento nelle scuole medie. E’ del 1968 il suo volume su Strada nuova, fenomeno sul quale negli stessi anni si erano appuntati, nella Facoltà di Architettura, studi significativi partiti da altri indirizzi metodologici come il rilievo architettonico urbanistico: nel sottotitolo scelto da Poleggi, Una lottizzazione del Cinquecento a Genova, si palesa il taglio individuato dallo studioso, partito da un’ indagine a tappeto dei documenti d’archivio per ricostruire una storia viva dei cantieri e delle committenze in rapporto alle vicende socio politiche cittadine. Ricerca non esente, specie nella negazione dell’autorialità alessiana, da caratteri ideologici, ma fondamentale nel far emergere la prassi progettuale dei cantieri, il ruolo delle magistrature cittadine e dei committenti, l’organizzazione e il protagonismo delle maestranze lombarde.
Un testo ancora degli anni Settanta, Immagine di Genova e delle Riviere (1976), costituisce il segno di quel mutamento nella percezione dell’immagine cittadina del quale Ennio Poleggi è stato protagonista; un’immagine tradotta in impegno di conservazione attraverso la conoscenza e che vide Poleggi tra i protagonisti di iniziative volte all’affermazione del concetto ampio di bene culturale. In questo senso, nel fervido sodalizio con la casa editrice Sagep, venne la sua partecipazione al comitato scientifico della rivista Indice per i beni culturali del territorio ligure, uscita dal 1976 al 1982, raro caso di una rivista privata dedicata all’analisi delle problematica dei beni culturali in un dibattito aperto che vide la partecipazione di alcuni dei docenti più impegnati dell’Ateneo in quegli anni accanto agli allora giovani ricercatori attivi su quelle tematiche .
Se la pubblicazione con Fiorella Caraceni del saggio Genova e Strada nuova, nella Storia dell’arte italiana (Einaudi, 1983), sanciva il riconoscimento del suo metodo e il modello genovese, la sua monumentale ricerca d’archivio aveva svelato il corpo della città e ne aveva descritto la dinamica urbana nella ponderosa opera Una città portuale del Medioevo. Genova nei secoli X-XVI, realizzato con Luciano Grossi Bianchi nel 1980. Sono queste straordinarie ricerche a costituire la base per la Mappatura culturale della Città Vecchia di Genova , condotta un decennio dopo con il progetto europeo "Civis Ambiente", finanziato nel 1992 dall'Unione Europea e dal Comune di Genova. I risultati della ricerca affidata, con la direzione di Ennio Poleggi, alla Facoltà di Architettura furono trasferiti nel 1999 nel sistema informativo del Comune di Genova - Ufficio Osservatorio Civis .
Proprio questo passaggio diretto degli studi di Ennio Poleggi dalla ricerca accademica al versante progettuale e gestionale della città ha costituito uno dei risultati più significativi della sua ricerca, in un impegno sottolineato anche nella sua esperienza come Assessore al Centro storico nella giunta Comunale tra 1992 e 1993. Così la sequenza di studi condotti da Poleggi sul modello abitativo dell’oligarchia genovese, culminati nella pubblicazione, da parte dello studioso, nel 1998 di Una reggia repubblicana - Atlante dei palazzi di Genova 1576/1664, e del volume Genova, una civiltà di palazzi, nel 2002, furono la premessa dell’operazione, fortemente motivata dal punto di vista scientifico e, almeno in quel caso, validamente supportata dalla volontà politica, che portò all’inserimento, nel 2006, nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO del sito "Genova: le Strade nuove e il sistema dei palazzi dei Rolli" . Si trattava di un risultato condiviso di una larga attività di studi rivolti ai diversi aspetti di quell’abitare,
Ancora oggi la convinta partecipazione dell’Ateneo, con il fondamentale ruolo degli studenti, alle iniziative legate alla conoscenza e alla valorizzazione del fenomeno dei Rolli e del patrimonio monumentale segna l’integrazione dell’Università con la vicenda cittadina attraverso l’attività scientifica e didattica nella linea percorsa da Ennio Poleggi.
Lauro Magnani
Dipartimento di Italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo