Medicina e chirurgia apre le porte alla Lingua dei segni italiana (LIS)

La LIS e la medicina

Durante il secondo semestre dell’anno accademico 24/25, il Segretariato italiano degli studenti di medicina (SISM) ha offerto la possibilità a venti persone iscritte all’associazione di partecipare a un corso formativo di 20 ore riguardante la Lingua dei segni italiana (LIS).

Il progetto è stato sviluppato dall’area dei diritti umani del SISM-Genova per fornire a chi studia medicina le basi necessarie per comunicare e relazionarsi con una persona sorda o sordocieca, che potrebbero un giorno avere come paziente.

L’idea del progetto è nata dalla mancanza attuale nel corso di laurea "Medicina e chirurgia" di un corso obbligatorio o facoltativo (anche sotto forma di ADE) dedicato allo studio pratico della lingua LIS o alla sensibilizzazione sulle forme discriminatorie che inconsapevolmente le persone udenti mettono in atto ogni giorno: ne è un esempio la parola “sordomuto”, a cui bisogna preferire la parola “sordo” poiché la maggior parte dei sordi è assolutamente capace di comunicare anche verbalmente.

LIS a medicina UniGe

La formazione in pratica

Le 20 ore di lezione hanno visto l’alternanza di due docenti: Danilo Monteverde, docente di LIS e di Traduzione e interpretazione dal tedesco presso il DLCM, e Laura Mazzoni, docente di LIS. Dopo alcune ore di introduzione alla LIS (dattilologia, “segno-nome”, nozioni grammaticali varie, gestione dello spazio segnico, espressioni facciali), ci si è concentrati sulla comunicazione in ambito medico e sanitario, partendo da frasi-modello che potrebbero tornare utili in situazioni di comunicazione tra medico e paziente e ponendo un particolare accento sul punto di vista della persona sorda in ambito ospedaliero.

Le persone partecipanti hanno avuto modo di farsi un’idea anche della sordocecità e della LIS tattile, così come di altri metodi comunicativi più immediati che potrebbero provare a mettere in pratica nel caso in cui ciò si rendesse necessario (sono stati mostrati anche diversi segnali aptici utilizzati per la comunicazione di elementi contestuali alle persone sordocieche in ambito medico). 

Questo corso ha permesso di sensibilizzare e avvicinare la futura generazione di medici e mediche a una categoria di persone solitamente non considerata specificamente come paziente: le persone sorde spesso non riescono a comunicare in maniera efficace con le figure sanitarie, se non tramite un interprete (non sempre disponibile), e questo porta con sé problemi di varia natura. 

LIS a medicina UniGe

Progetti per il futuro

Il corso nel complesso è stato accolto con grande entusiasmo dalle 20 persone partecipanti, che hanno apprezzato soprattutto l’equilibrio e l’alternarsi tra teoria e pratica. Si sta valutando la possibilità di riproporre il corso anche nei prossimi anni, aumentando il numero di ore e provando a proporre, oltre a un nuovo corso base, un modulo di insegnamento avanzato aperto a chi ha già seguito questa prima edizione del progetto.

La speranza è che sempre più persone attive nell’ambito sanitario siano in grado di comunicare con pazienti sordi e sordociechi. Riteniamo sia una questione di civiltà e speriamo che l’insegnamento della LIS possa espandersi a macchia d’olio nel nostro Ateneo.


* con la supervisione di Danilo Monteverde

di Fabiana Mariapia Abbruzzi e Anna Taborelli*