Smisuratamente, pazzamente Pasolini
"Smisuratamente, pazzamente Pasolini" è un progetto nato da un’idea di Massimo Minella e Sergio Maifredi e frutto della collaborazione fra l’Università di Genova, la Fondazione Ansaldo e il Teatro Pubblico Ligure. A dare il titolo a questo lavoro, due avverbi presi a prestito da Aldo Palazzeschi che in un suo componimento del 1910, “E lasciatemi divertire”, sintetizza a suo modo, in una sorta di scanzonato manifesto di poetica, il ruolo del letterato. Da qui prende le mosse questo progetto che nasce dal desiderio di trovare nuovi spunti di riflessione su una figura straordinaria e poliedrica come quella di Pier Paolo Pasolini, che a quasi cinquant’anni dalla sua morte, continua a parlarci e a stupirci per la sua sorprendente attualità.
Il percorso si snoda attraverso quattro puntate. Ogni puntata, un incontro con un ospite che dialoga con Massimo Minella, giornalista e scrittore, su temi differenti e legati ad aspetti forse meno noti nella produzione di Pasolini, ma che proprio per questo meritano un nuovo approfondimento.
L’ultimo poeta civile
La prima puntata – online dal 26 marzo – affronta il Pasolini letterato, cercando però di declinarlo in modo originale attraverso riflessioni che portano anche al suo legame con la Liguria e all’incontro con alcuni personaggi chiave della sua vita, come Giorgio Caproni. Ospite dell’incontro è il professor Francesco De Nicola, titolare per 25 anni della cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università di Genova, e Presidente della delegazione ligure della società Dante Alighieri.
La folgorazione figurativa
La seconda tappa – online dal 2 aprile – si concentra sull’arte. Si parte dagli esordi universitari di Pasolini all'ateneo di Bologna, nel 1939, studente al corso di Storia dell’Arte di Roberto Longhi. É una sorta di folgorazione, la sua, che lo induce ad approfondire, ad apprezzare e ad amare l’arte e a portarla, più avanti, nel suo cinema con immagini di dipinti trasferiti nei suoi film. Di questo e di tanto altro parla il professor Lauro Magnani, Preside della Scuola di Scienze umanistiche e docente di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Genova.
La forma della città
La terza puntata – online dal 9 aprile – affronta un tema particolarmente caro a Pasolini, quello delle periferie. Il punto di partenza, e al tempo stesso l’obiettivo finale, è la necessità di una pianificazione urbanistica capace di partire dal basso e di dialogare con i territori, in opposizione a quanto già stava avvenendo dagli anni Cinquanta e Sessanta in Italia, con l’isolamento delle periferie devastate da costruzioni fatiscenti, aggredite dalla speculazione edilizia. Pasolini urbanista si sintetizza nel celebre documentario “La forma della città”, girato a Orte nel ‘74, e reinterpretato da Carlo Berio, architetto e urbanista, attraverso suoi disegni e fumetti che prendono spunto dalle immagini filmate da Pasolini e si spingono fino al presente.
Con le ali ai piedi
La quarta e ultima tappa del percorso – online dal 16 aprile – è interamente dedicata a una delle più grandi passioni di Pasolini, capace di attraversare tutta la sua vita fino al tragico epilogo, il calcio. Pasolini ne scrive, lo segue da grande tifoso, ma soprattutto ama giocarlo, sia nei campi di periferia, sia nei grandi stadi. Il tema viene affrontato anche con testimonianze dirette di chi è sceso in campo con lui, fra cui l’attore Tullio Solenghi e il giornalista Paolo Zerbini, nell’incontro disputato il 29 maggio del ‘75 allo stadio di Marassi. Un amore smisurato, quello per il calcio, riassunto nella conversazione con l’avvocato Roberto Pani, esperto di diritto societario e diritto dello sport, vicepresidente della Fondazione Teatro Carlo Felice e titolare di un seguitissimo blog sportivo.
Letteratura, arte, urbanistica e calcio sono quindi i temi delle quattro puntate registrate all’Università di Genova, in Via Balbi, e a Villa Cattaneo dell’Olmo, sede della Fondazione Ansaldo, in corso Perrone a Genova.
A introdurre gli incontri il Prorettore alla Terza Missione dell’Università Fabrizio Benente con il Direttore artistico del Teatro Pubblico Ligure Sergio Maifredi e il Direttore della Fondazione Ansaldo Lorenzo Fiori. A corredo delle parole, la produzione video, con le straordinarie immagini girate dallo staff UniGe, con la professionalità di Lucio Basadonne, Alberto Baschiera e Davide Colombino, fra affreschi, gallerie e marmi dell’Ateneo e il maestoso palazzo della Fondazione, custode del nostro passato industriale.