Buon viaggio mamma Erasmus

Sofia Corradi
Sofia Corradi
Photo credits: www.sofiacorradi.eu

Il 17 ottobre 2025 è scomparsa Sofia Corradi, già Ordinaria di Scienze dell’educazione presso l’Università degli Studi Roma Tre. La sua eredità è indissolubilmente legata al soprannome di "Mamma Erasmus", attribuitole dalla comunità studentesca come segno di profonda gratitudine. Con instancabile impegno e visione, Corradi ha ideato e costruito il programma di mobilità studentesca avviato dall’Unione Europea nel 1987, riconosciuto oggi come l’azione europea di maggiore successo in campo educativo.

L'Università di Genova la ricorda attraverso le parole di Giuliana Drava, ricercatrice UniGe di chimica generale e inorganica, studentessa Erasmus ai tempi in cui il programma muoveva i suoi primi passi.

Lettera da una alumna UniGe

Carissima Prof.ssa Sofia Corradi,
Le scrivo questa lettera pur sapendo che, purtroppo, Lei non potrà mai leggerla.
È un momento molto triste per i Suoi cari, ma anche per la numerosissima famiglia di studenti che continueranno a ricordarLa come Mamma Erasmus e ai quali Lei ha realmente cambiato la vita.

Era un giorno del 1988 quando il mio relatore di tesi, in laboratorio, diede a me e a due miei compagni di studio un dépliant che descriveva il programma Erasmus appena nato. Lessi con attenzione quel foglio e mi sembrò subito una splendida opportunità: quella borsa di studio mi avrebbe permesso di arricchire la mia formazione con un’esperienza all’estero, il laboratorio di chimica analitica di una Università in Spagna era già pronto per accogliere i primi studenti Erasmus e, al mio ritorno, avrei ottenuto dal mio Ateneo il riconoscimento dell’attività svolta!

depliant Erasmus 1988
Il depliant del programma Erasmus per l'anno accademico 1988-1989

Era una novità, ma valeva la pena provare. Presentai la mia candidatura e, quando gli Uffici mi chiamarono per firmare l’accettazione della borsa, mi mancavano ormai solo due esami alla laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università di Genova e la tesi sperimentale era quasi pronta. Accettando quella borsa di studio (all'epoca riservata agli studenti, non ai neolaureati) e partendo per la Spagna, avrei dovuto rinviare la mia laurea alla sessione successiva e non potevo permettermelo.

Così, presi l’unica decisione che mi avrebbe consentito di fare entrambe le cose: nel luglio 1988 accettai la borsa Erasmus, mi laureai a novembre e mi iscrissi immediatamente a un altro corso di laurea, Farmacia, in modo da riacquistare il necessario status di studentessa. Sembrava quasi una pazzia!

Partii il 1° febbraio 1989 per preparare la tesi per la mia seconda laurea. Eh sì, sono "un’Erasmiana della prima ora", eravamo solo poche centinaia in tutta Italia. All’epoca c’erano le frontiere tra i Paesi europei, non c’erano i voli low cost né i telefoni cellulari e non c’era nemmeno l’Euro, che sarebbe arrivato dieci anni più tardi, ma la mia borsa di studio era pagata in ECU (n.d.r. European Currency Unit, valuta utilizzata dal 1979 fino all’introduzione dell’Euro, per lo sviluppo della unione economica e monetaria europea) e ciò significava fare un passo nel futuro

Vivere in un altro Paese ed entrare in contatto con un sistema universitario differente è stata una bellissima esperienza, che mi ha fatto crescere dal punto di vista professionale e umano e non si è conclusa in quei pochi mesi.
Le migliaia di lettere che Lei ha ricevuto in questi anni da parte degli studenti Erasmus, probabilmente, si assomigliano un po’ tutte e raccontano l’entusiasmo e la gratitudine di tanti giovani da ogni parte d’Europa.

Al ritorno, mi laureai in Farmacia discutendo il lavoro che avevo svolto presso il Colegio Universitario de Burgos. Ricordo che fui invitata in rettorato a raccontare la mia esperienza, essendo una delle prime Erasmus genovesi di rientro. Poi iniziai il dottorato, seguirono altri soggiorni di ricerca all’estero con le borse COMETT, gli alti e bassi dovuti all’incertezza del precariato in università, ma la strada, per me e per tanti studenti come me, l’aveva tracciata Lei, anche se, all’inizio di quella avventura, non conoscevo nemmeno il Suo nome e non potevo immaginare gli sviluppi e il successo che avrebbe avuto il Suo programma di mobilità nei decenni successivi.

Il Suo lavoro ha permesso di formare decine di migliaia di cittadini europei. Contagiati dal Suo entusiasmo, abbiamo cominciato da subito, in maniera spontanea, a condividerlo, con l’accoglienza "casalinga" degli studenti Erasmus che iniziavano ad arrivare a Genova, l’aiuto per la ricerca dell’alloggio, l’organizzazione delle attività nel tempo libero, gli scambi gastronomici tra paella e trenette al pesto… I legami di amicizia con gli studenti di allora e con i docenti, divenuti poi miei colleghi, hanno resistito alla distanza e allo scorrere del tempo e abbiamo avuto modo di rivederci, sia a Burgos sia a Genova.

In tutti questi anni il Suo programma di mobilità è cresciuto e si è evoluto; dal nostro Ateneo sono partiti con Erasmus tanti nostri studenti e dottorandi e, di recente, ho avuto la fortuna di rivedere il mio stesso entusiasmo di quel periodo nello sguardo felice dei miei figli, partiti entrambi con Erasmus+ for Traineeship in Germania e in Estonia.

Non potrò mai ringraziarLa abbastanza per la Sua intuizione, il Suo impegno, la Sua forza di volontà e per tutto quello che, con il Suo esempio, ha trasmesso a tutti noi perché, come Lei ha scritto: «Tutti devono avere la possibilità di studiare, di viaggiare e di crescere».

Infine, vorrei dirLe che sono passati più di 36 anni (e ho fatto diversi traslochi, nel frattempo), ma nel cassetto della mia scrivania c’è ancora quel dépliant insieme alla mia lettera di accettazione e all’attestato di borsista Erasmus.

Grazie di cuore per aver messo gli studenti al centro del Suo lavoro e buon viaggio, Prof. Mamma Erasmus!

Giuliana Drava
Dipartimento di Farmacia

Accettazione Erasmus per Giuliana Drava
I documenti di accettazione del programma Erasmus di Giuliana Drava (1988)