Il cucchiaio di Dio

 

di Alvaro Rissa (ed. Il Melangolo, maggio 2017)

Il culo non esiste solo per andare di corpoAl professor Walter Lapini, ordinario di letteratura greca nella nostra università, si devono libri, articoli, interventi che spaziano dal teatro alla filosofia antica, con incursioni in avanti nella modernità, fino al ritrovamento di versi della Antologia Palatina nel copione di una Medea cinematografica Dreyer-Von Trier. Al di là di tutto questo, il professore si diverte pure, e tanto, e fa divertire gli altri, poiché compone versi greci e latini, ove chi scrive non ha mai ravvisato alcuna svista, alcun errore metrico, su temi di attualità.

Il boom è avvenuto due anni fa, con l’edizione, presso “Il Melangolo” del libro “Il culo non esiste solo per andare di corpo”, antologia da Omero, Sofocle, Orazio e molti altri ove si reinventano lingua e stilemi del mondo antico per narrare il peggio o la normalità, che sembrano spesso la stessa cosa, del mondo di oggi. Il volumetto, pubblicato con lo pseudonimo di Alvaro Rissa, inventa un linguaggio brillante, stordente, esilarante, incandescente, disinteressato alla normale pruderie, pronto anzi a scatenarsi su battute legate al basso ventre. Il libretto sarebbe passato sotto silenzio, in primis dell’autore, ma è stato scoperto e recensito rapidamente sulle pagine di tutti i giornali e magazine nazionali, con un cammino trionfale che lo ha portato, oggi, a vincere il premio Satira Forte dei Marmi. Tra un mese è in uscita, sempre per “Il Melangolo”, il terzo libretto del genere, una traduzione in greco antico del celebrato tormento web “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi. Invece è uscito da poche settimane il secondo, espressione immediata e viva delle due passioni predominanti nel collega, il calcio e la lingua latina.

Il cucchiaio di DioQuesta volta il volumetto è breve, circa settanta pagine (Il cucchiaio di Dio “Il Melangolo”, 8 euro), ma si legge di un fiato, e neppur serve sapere di lingue antiche, la traduzione è a fronte. Per quel che serve…il latino di Alvaro Rissa è chiarissimo, luminoso.  La prima pagina propone la declinazione del nome Tottis , i lunga all’ablativo Totti. Il carme è scritto con il ‘tu’ deittico della innologia antica e loda molti calciatori di ogni tempo : “e tuttavia in questi ultimi cento anni non c’è stato nessun giocatore pari a te, o Francesco. Anche il papa ha voluto prendere il nome di Totti ,  Nullus at nostro tibi par iocator saeculo, Francisce, fuit repertus.Papa et ipse se voluit vocari nomine Tottis”.  Molti giocatori sono dei fessi, Maradona se non fosse il campione che è sarebbe un venditore ambulante con il lapis dietro l’orecchio “Non così Totti : nessuno pensi che Totti si imponga solo per il fisico, e non per le sue risorse intellettuali. Chi non conosce le sue auree sentenze?...o di quando gli fu chiesto di dire cosa è la Lazio e ha risposto “nulla”. Totti “non colit, certum est, operam et theatrum”, non cerca femmine, non partecipa a festini né beve né si ubriaca, gestus umbrellae , malus in sorores vale a dire il gesto dell’ombrello o gli insulti alle sorelle, lui non li pratica, solo una volta sputò in faccia a un giocatore danese (che avrebbe dovuto raccogliere in teca di vetro quella sacra saliva…). Ma è un genio, talento puro, poiché ha inventato il goal a cucchiaio, il cochlear Dei, il divino cucchiaio che il libro celebra con un carme che più delizioso non si può.

Margherita Rubino
Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia
 

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