Dopo il Ponte Morandi: la proposta dell'Ateneo

Martedi 14 agosto 2018 è stato, probabilmente, il giorno più drammatico della storia recente di Genova, il più doloroso e, per alcuni aspetti, il più assurdo: nei minuti immediatamente successivi alle 11:36, abbiamo, credo tutti, telefonato febbrilmente e quasi a caso, alla ricerca di rassicurazioni immediate; abbiamo ripensato all'ultima volta in cui abbiamo percorso quella strada; ci siamo ritrovati con le chiavi dell'auto in mano, combattuti tra un generoso desiderio di solidarietà e la consapevolezza di essere inadeguati per un compito così immane.

Ho fatto un po' di conti: in 52 anni di vita ho attraversato quel ponte, con mio padre, con mio figlio, da solo, più o meno 3000 volte e, lo confesso a scanso di equivoci, non ho mai avuto un solo momento di apprensione. Ma ora, a poco più di un mese da quel giorno, dopo che la città ha pianto, una a una, quelle 43 povere vite, ora che l'estate è finita e ci stiamo accorgendo, ogni giorno di più, che il ritorno alla normalità, quest'anno, è molto, molto più difficile del solito, ora quella lacerazione sul Polcevera sta diventando metafora di una preoccupazione profondissima: è, credo, lo iato tra l'urgenza di agire e la necessità di non fare errori, tra la spasmodica ricerca di protezione per un'economia improvvisamente troppo fragile e quello che resta del bisogno di un po' di armonia sociale.

Per provare a risolvere questa separazione, a curare un'apprensione che, lo ammetto, a volte mi sembra incurabile, la proposta dell'Ateneo è quella di ricorrere alla ragione più profonda della sua stessa esistenza, alla consapevolezza che non ci potrà mai essere comunità senza competenza, riflessione, conoscenza. Vogliamo partecipare alla rinascita di Genova perchè siamo l'unico Ateneo di questa città e di questa regione, perchè siamo un'università di stato, un'università generalista che fa dell'integrazione tra molte discipline e molti punti di vista il proprio orgoglioso obiettivo, perchè crediamo di avere idee, generosità e senso delle istituzioni. E vogliamo farlo secondo una specifica vocazione: quella che antepone alla fretta la pianificazione sofisticata e la ricerca di soluzioni che abbiano prospettive strategiche e di lungo respiro. Dopo di che, il modo in cui l'Ateneo perseguirà questo obiettivo potrà cambiare a seconda delle sollecitazioni che verranno dalle istituzioni e dalla società. Al momento, un gruppo di lavoro interdisciplinare sta declinando la propria azione secondo cinque attività che coinvolgono: il disegno di una nuova viabilità che integri le necessità commerciali con la salvaguardia dell'ambiente; il monitoraggio delle infrastrutture strategiche attraverso tecnologie di nuova generazione; la valutazione del rischio idrogeologico e  ambientale in un territorio di emblematica fragilità; la definizione di soluzioni urbanistiche capaci di salvaguardare l'impatto sociale; lo studio dell'interazione sempre più complessa tra le prospettive economiche di un territorio in cerca di nuove vocazioni e una realtà logistica ora più che mai tra le più problematiche a livello nazionale. In questa sfida cercheremo di coniugare concretezza e lungimiranza, produrremo rapporti che metteremo a disposizione della città, cercheremo ogni giorno la collaborazione con le istituzioni politiche e i portatori di interesse, e ci impegneremo a comunicare i nostri risultati in modo sistematico, mantenendo costantemente aperta la porta a nuove ispirazioni e mettendo a disposizione del nostro territorio gli strumenti propri della più moderna ricerca applicata.

Per approfondimenti: https://unige.it/comunicazione/comunicati/2018/documents/GruppodiLavororeport-2018-08-22.pdf


Michele Piana
Pro-rettore alla Ricerca e al Trasferimento Tecnologico
 
 
 
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