Assegnato a Michele Siri e Matteo Gargantini il più importante riconoscimento europeo per la ricerca economica e giuridica sui mercati finanziari

Con un lavoro sui rating di sostenibilità ESG dal titolo "Information Intermediaries and Sustainability: ESG ratings and benchmarks in the European Union", realizzato nell’ambito del progetto del centro di eccellenza Jean Monnet EUSFiL, Michele Siri, docente UniGe di Diritto commerciale, e Matteo Gargantini, ricercatore UniGe di Diritto commerciale, hanno vinto il premio annuale di ECMI – European Capital Markets Institute per il miglior paper sui mercati finanziari.

premio ECMI 2022

Il premio torna in Italia dopo oltre dieci anni

Il più importante riconoscimento a livello europeo per la ricerca economica e giuridica sui mercati finanziari verrà consegnato ai due studiosi dell'Università di Genova nel corso della Conferenza annuale ECMI (Bruxelles, 9 novembre 2022).

Il premio annuale ECMI – European Capital Markets Institute non veniva assegnato a studiosi italiani da oltre un decennio e, dalla sua prima edizione, solo occasionalmente è stato conferito a giuristi.

Il paper, in breve

«Il mondo relativamente nuovo degli indicatori ESG presenta molte analogie con i mercati originari dei rating e dei benchmark, ma anche alcune caratteristiche distintive. Il presente documento esamina in che misura le strategie normative sviluppate nel diritto finanziario "tradizionale" per sostenere la fiducia nei rating e nei benchmark possano essere esportate nel "nuovo" mondo della finanza ESG. La conclusione è che il legislatore europeo dovrebbe essere cauto nel trasporre le regole dal "vecchio mondo" a quello "nuovo”. Ciò vale in particolare per i rating ESG, per i quali i rating del credito sono il riferimento immediato per la regolamentazione. Tuttavia la comune definizione di "rating" che è piuttosto fuorviante e porta al rischio di un effetto di “ancoraggio" nella progettazione di nuove regole. In primo luogo, a causa della loro natura multivariata, le valutazioni alla base dei rating ESG sono spesso più soggettive di quelle che supportano gli indicatori tradizionali. In secondo luogo, sembra esserci un rischio maggiore di fallimenti normativi legati a meccanismi di “labelling” basati su autorizzazione e supervisione pubblica nel nuovo mondo della sostenibilità. La ricerca ipotizza che il quadro giuridico per gli analisti finanziari potrebbe essere un modello più adatto da considerare in questa fase e che l'approccio iniziale ai rating ESG dovrebbe concentrarsi principalmente sui requisiti di trasparenza e di informazione al mercato».


Il paper completo è disponibile sui siti  ECMI e CEPS.

di Eliana Ruffoni