MemWar II: Memorie e oblii delle guerre e dei traumi del XX secolo

Il 2 e il 3 dicembre 2021, nell’Aula Magna della Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova, si è tenuta la seconda edizione del convegno MemWar. Memorie e oblii delle guerre e dei traumi del XX secolo, organizzato dal gruppo di ricerca omonimo che si occupa da alcuni anni della trasmissione della memoria del XX secolo nel XXI, che nasce dalla storia tormentata del precedente, con le sue due Guerre Mondiali e altri conflitti di dimensione europea, come la Guerra Civile Spagnola.


Trasmissione della memoria, guerre e traumi

In continuità con la precedente edizione e con le linee di ricerca del gruppo, questo convegno ha voluto indagare le modalità con le quali la memoria di questi conflitti è tramandata nel XXI secolo, quali rappresentazioni ne vengono fornite, quali sono i punti ciechi e/o oscuri di tale processo memoriale, anche in un’ottica critica (Ricoeur "La memoria, la storia, l'oblio" 2003) e come si sviluppano i rapporti di forza tra discorso ufficiale e controdiscorsi.

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Dalle memorie conflittuali alla memoria condivisa

I risultati di questo incontro possono essere sintetizzati come un’approfondita e variegata riflessione sulle tematiche della memoria e della sua trasmissione. Se talvolta la memoria viene rifiutata (rimandando quindi al concetto di “amemoria” quale formulato da M.A. Paveau nel primo convegno) sia dai soggetti traumatizzati (come nel caso della dittatura brasiliana), sia da chi rifiuta di ascoltare la voce delle vittime, più spesso vediamo la coesistenza di memorie in conflitto o semplicemente diverse all’interno dello stesso gruppo.

Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare per la costruzione di una memoria più inclusiva: come possono le politiche memoriali e la gestione dello spazio pubblico includere la società sulla gestione della memoria? Oggi la tendenza è quella della creazione di un archivio della memoria (Foucault), ma bisogna chiedersi come questo archivio possa essere realmente rappresentativo e affidabile e non per forza parziale, in entrambi i sensi del termine.
Allo stesso tempo, le narrazioni della memoria tendono a creare degli schemi memoriali e dei paradigmi che da un lato si impongono e vengono utilizzati in modo manipolatorio per interpretare eventi dissimili (come la Shoah per l’11 settembre) oppure possono utilmente essere impiegati per accostare memorie e traumi apparentemente distanti, soprattutto nel campo delle arti visive.

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Una grande responsabilità

Da tutto questo nasce però un’interrogazione: come costruire il futuro appoggiandosi su queste tracce del passato? Crediamo che la comunità accademica abbia in questo una grande responsabilità, nei confronti della società e nei confronti dei giovani che sono oggi i nostri studenti e i cittadini di domani.

L'allargamento dei confini di indagine e la partecipazione internazionale

Rispetto alla prima edizione, i confini della memoria si sono allargati verso oriente e al tema della memoria coloniale. Le aree di cui si è indagata la memoria sono l’Italia, la Cina, il Portogallo, la Polonia, gli Stati Uniti, l’America del Sud, la Francia, la ex Jugoslavia, la Spagna, la Bielorussia, la Grecia e la Svezia.

Si è inoltre dato ampio spazio alla relazione tra memoria e arti visive, con la partecipazione degli artisti Daniel Blaufuks (Portogallo) e Ana Catarina Pinho (Regno Unito).

Tra gli ospiti stranieri possiamo inoltre citare Alina Molisak, dell’Università di Varsavia, Neli Dobreva, dell’Université Paris I, Ronan Richard dell’Université de Rennes, Iva Jelušić della Central European University di Budapest/Vienna, Elisa Rossi e Francesca Negro dell’Università di Lisbona, Anna Aleksandrova dell’Accademia delle Scienze Russa e Gleya Maatallah Ksira dell’Università tunisina della Manouba. Hanno inoltre partecipato numerosi ospiti provenienti da altre università italiane: Francesca De Rosa (Università di Napoli Orientale), Gregorio Taccola (Università di Milano Bicocca), Patricia Kottelat (Università di Torino), Giorgio De Marchis (Università Roma Tre), Patrizia Violi (Università di Bologna), Duccio Colombo (Università di Palermo). Molti infine gli interventi di docenti del Dipartimento di Lingue e Culture Moderne dell’Università di Genova (Luca Pisano, Elisa Bricco, Marco Succio, Simona Leonardi e la sottoscritta) e di personale UniGE (Alessandro Castellano).
 

Bai Chongxi
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Il Generale Bai Chongxi
Da https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bai_Chongxi4.jpg

Comitato scientifico

Elisa Bricco, Alessia Cassani, Roberto Francavilla, Anna Giaufret, Simona Leonardi, Laura Quercioli Mincer, Marco Succio, Stefano Vicari

Comitato organizzativo

Roberto Francavilla, Anna Giaufret, Laura Quercioli (con la collaborazione di Vittoria Bottani)

 

Anna Giaufret è docente di Lingua e traduzione francese presso il Dipartimento di Lingue e culture moderne
Immagine di copertina "Sarajevo War Tunnel" da Wikimedia

di Anna Giaufret