Progettazione della Smart city. Strumenti per la transizione sostenibile della città
Competenze che mancano
Il tema delle competenze professionali è centrale nella continua evoluzione che caratterizza il mondo attuale. Purtroppo, i dati che riguardano la formazione nel nostro Paese non sono del tutto confortanti. I laureati, in Italia, costituiscono il 20,1% della popolazione tra i 25 e i 64 anni, contro una media europea del 32,8% (fonte ISTAT) e i NEET – Not Employed, Educated, Trained, ovvero giovani che non studiano e non lavorano – hanno raggiunto nel 2020 il 23,3% della popolazione (fonte Eurostat).
A fronte di questo deficit, oltre un milione di posti di lavoro restano scoperti per la difficoltà a reperire persone con le competenze richieste (Fonte Unioncamere) e il problema potrebbe acuirsi, soprattutto in prospettiva di implementare il PNRR – Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. Da un’indagine de Il Sole 24Ore risulta infatti che per il 41% dei Comuni Italiani, la pubblica amministrazione non è pronta ad implementare il PNRR per carenza di personale con le competenze adeguate; un problema che si sente anche quando si cercano project manager per realizzare infrastrutture sostenibili.
Da un lato, quindi, ci sono giovani disoccupati, dall’altro ci sono posti di lavoro disponibili, che non trovano le professionalità adeguate. La risposta a questo problema sta nei processi di reskilling e upskilling. Reskilling, ovvero aggiornamento di professionisti per adeguare le loro competenze ai nuovi trend, e upskilling cioè ulteriore formazione per i laureati che hanno bisogno di competenze più allineate con il mercato del lavoro.
Il corso
Anche in risposta a questa situazione nasce il corso Progettazione per la smart city. Strumenti per la transizione sostenibile della città. Si tratta di un corso di perfezionamento universitario, giunto alla III edizione, rivolto a laureati in tutte le discipline, il cui scopo è fornire competenze trasversali per affrontare le sfide delle città verso la sostenibilità e la resilienza. I laureati italiani sono infatti molto preparati, ma spesso hanno una formazione monodisciplinare e non dispongono di competenze trasversali in tema di progettazione e gestione di azioni e iniziative. Questa carenza è particolarmente grave per quanto riguarda la Smart city, una strategia interdisciplinare che deve coniugare la tecnologia con la qualità di vita dei cittadini, le fonti di finanziamento con l’ambiente, gli aspetti economici con quelli sociali.
Per questo motivo, il corso è concepito in modo da coniugare diverse discipline. È costituito da 8 moduli disciplinari, che affrontano temi chiave per la Smart city, e un modulo di laboratorio in cui i corsisti lavorano in team e sviluppano un proprio progetto smart.
I moduli riguardano temi quali: la progettazione della smart city, il governo della città e dei progetti smart, la pianificazione economico-finanziaria e valutazione delle performance dei progetti, la digital city e i processi di transizione digitale, la città circolare e resiliente, smart mobility, smart energy, smart building e rigenerazione territoriale. Ciascun modulo viene svolto con modalità didattiche molto varie: dalla lezione frontale all’e-learning guidato, sotto la direzione di un docente dell’Università di Genova e la partecipazione di tanti esperti di Smart city da imprese, istituzioni locali e nazionali, start-up innovative.
I punti di forza del corso sono principalmente tre: l’interdisciplinarità, la progettualità del laboratorio e la partecipazione degli esperti.
L’approccio interdisciplinare è fondamentale per fornire ai progetti di Smart city tutte le caratteristiche che li rendono efficienti ed efficaci per i cittadini. Accanto all’analisi delle principali tecnologie smart, infatti, i partecipanti al corso impareranno a ragionare in termini di valore creato per il cittadino, di rapporto equilibrato tra investimenti in progetti smart e benefici per la città, di indicatori per valutare l’impatto dei progetti sul territorio.
Dalla teoria alla pratica
Le conoscenze acquisite si trasformano rapidamente in competenze grazie all’attività di laboratorio, in cui gruppi di corsisti sviluppano un progetto smart, considerando in modo integrato, non solo l’aspetto tecnologico, ma anche quelli economici, sociali e ambientali. Particolare attenzione sarà data – in linea con il PNRR – alla transizione sostenibile e resiliente della città, considerando non solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella economica e sociale, in ottica di sviluppo e inclusione.
Il percorso di apprendimento è arricchito dal ruolo attivo degli esperti: funzionari della pubblica amministrazione, imprenditori, tecnici, start-upper. Porteranno la loro testimonianza e forniranno dati e documentazione per analizzare casi di successo, saranno inoltre coinvolti nel laboratorio come mentori per i corsisti nello sviluppo del loro progetto di Smart city.
Il corso Progettazione della Smart city dell’Università di Genova è ad oggi l’unico percorso formativo sulla Smart city esistente in Italia. Con questo corso l’Università di Genova contribuisce a creare le competenze di professionisti che potranno dar un contributo chiave per la transizione sostenibile delle città Italiane. Per questo il corso, oltre che in presenza, è fruibile anche da remoto.
Renata Paola Dameri è Docente di Economia aziendale presso il Dipartimento di Economia