Censura di guerra, censura nella lingua: il trittico italiano di Leo Spitzer

La giornata di studi

Mercoledì 11 dicembre 2019, presso l’Università di Genova, si è svolta una memorabile giornata di studi dedicata al trittico italiano di Leo Spitzer: Lingua italiana del dialogo (2007; ed or. 1922), Lettere di prigionieri di guerra italiani (2016 [1976], ed. or. 1921) e Perifrasi del concetto di fame (2019; ed. or. 1920), editi dal Saggiatore nelle rispettive traduzioni italiane di Livia Tonelli, Renato Solmi e Silvia Albesano. A organizzare l’evento è stata Claudia Caffi, curatrice delle Perifrasi nonché, in collaborazione con Cesare Segre, di Lingua italiana del dialogo. Le Lettere sono invece a cura di Lorenzo Renzi. Il conferimento di una medaglia del Presidente della Repubblica sancisce il rilievo assunto da questa giornata di studi.

 

Perifrasi del concetto di fame

La traduzione italiana del trittico si è conclusa recentemente con la pubblicazione delle Perifrasi del concetto di fame, che offrono al lettore di oggi una straordinaria possibilità: scoprire i fantasiosi espedienti espressivi escogitati dai prigionieri di guerra italiani per eludere, o quantomeno cercare d’ingannare, la censura austro-ungarica durante la Prima guerra mondiale. Si tratta di una corposa raccolta di frammenti epistolari oscurati dal linguista viennese Leo Spitzer (1887-1960), all’epoca censore postale presso l’esercito asburgico. La fame, principale causa di morte nei campi di prigionia degli Imperi centrali, monopolizza i pensieri e la corrispondenza dei prigionieri italiani; ma rendere noto ai destinatari delle lettere che si ha fame è proibito da un decreto del Ministero della Difesa austro-ungarico, facendo così sorgere una lotta tutta linguistica tra gli aggiramenti perifrastici degli scriventi e l’occhiuta presenza del censore, che per disgrazia dei prigionieri è anche un raffinato filologo romanzo.

Leo Spitzer di Werner Wolff, NY, photographer
Leo Spitzer - la prima edizione italiana della sua opera è della Prof.ssa Claudia Caffi

Il fil rouge dell’opera di Spitzer

Lo scopo di questa giornata di studi, dal titolo Censura di guerra, censura nella lingua: il trittico italiano di Leo Spitzer, è stato quello di mettere in luce il fil rouge che attraversa le tre opere spitzeriane dedicate alla lingua italiana d’uso: la censura di guerra è infatti il riflesso istituzionalizzato della più sottile censura verbale quotidiana, sempre operante negli scambi comunicativi di ogni giorno. Così, in Lingua italiana del dialogo, l’attenzione di Spitzer è rivolta alla lingua viva parlata nella quotidianità, venata da un riguardo per il non dire che pone l’accento sul carattere empatico, e al contempo strumentale, della presa di parola in contesti. Nelle Lettere e nelle Perifrasi, invece, a essere oggetto d’indagine stilistica è l’italiano scritto delle classi subalterne, impiegato da soldati semplici poco o per nulla alfabetizzati: malgrado una scarsa dimestichezza con la scrittura, le strategie d’occultamento adottate dai prigionieri denotano una straordinaria intelligenza inventiva che, seppur censurata in tempo di guerra, viene riscoperta, sondata e omaggiata da Spitzer a conflitto concluso.
Attraverso gli interventi degli studiosi coinvolti in questa giornata, si è dunque posto in rilievo il carattere sempre attuale del concetto di censura a partire da un’ottica squisitamente linguistica; e sono state contestualizzate, da un punto di vista storico, le due opere spitzeriane scaturite dal teatro sanguinoso della Grande guerra.

 

11 dicembre 2019
Università di Genova, Aula Magna di Scienze Umanistiche - via Balbi 2, Genova
Dalle ore 10:30

di Serena Roggerone