Con l’approvazione del PNRR, l’Italia si è impegnata, nei confronti della Commissione europea, a perseguire target specifici, con particolare riferimento alla riduzione dei tempi dei procedimenti civili e penali e dell’arretrato, in funzione di un rilancio dell’efficienza della giustizia.
Per raggiungere tali ambiziosi obiettivi, il Governo e il Parlamento hanno messo in campo molteplici interventi, tra cui spicca la riforma dell’ufficio per il processo (UPP); struttura organizzativa, istituita nel 2014, con funzione di supporto all’attività degli uffici giudiziari.
Il rilancio di tale fondamentale strumento sta avvenendo, non solo mediante il reclutamento straordinario di oltre 8.000 addetti all’UPP e ad alcune modifiche normative, ma anche grazie a un coinvolgimento diretto dell’Università.
In particolare, l’Università di Genova si è aggiudicata un contributo dal Ministero della Giustizia di oltre 1.100.000 euro (finanziamenti PON Governance 2014-2020), con il progetto “NEXT Generation UPP”, svolto assieme a un gruppo di Atenei del Nord-Ovest (Torino capofila, Piemonte orientale, Milano Statale, Bicocca, Insubria, Bergamo, Brescia, Pavia nonché i Politecnici di Torino e Milano). Il progetto – primo classificato tra tutti quelli presentati a livello nazionale – è coordinato dal Dipartimento di Giurisprudenza – DIGI, con i professori Mitja Gialuz e Vincenzo Ansanelli, ma ha carattere fortemente interdisciplinare; vi partecipano infatti anche il Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei sistemi – DIBRIS (referente Prof. Enrico Giunchiglia), il Dipartimento di Economia – DIEC (referente Prof.ssa Paola Ramassa) e il Dipartimento di scienze politiche e internazionali – DiSPI (referente Prof. Marco Di Giulio).
La ricerca si propone di coadiuvare gli uffici giudiziari nel monitoraggio e nella strutturazione degli UPP attivati sul territorio, tramite una task force, composta da assegnisti e da borsisti di ricerca, nonché da personale strutturato dell’Università, dotato di competenze, tanto giuridiche, quanto tecnico-informatiche, gestionali ed economiche. Durante la fase di implementazione, saranno, tra l’altro, studiati e messi in pratica modelli di gestione più efficiente del carico giudiziario in ingresso e per l’aggressione dell’arretrato civile e penale. Va ricordato, peraltro, che l’Università di Genova sarà l’unica ad avere la responsabilità di svolgere la ricerca sull’intero territorio del distretto di Corte d’appello: verranno quindi coinvolti i Tribunali di Genova, Imperia, La Spezia, Massa e Savona.
«Abbiamo di fronte un’occasione unica – dichiara il Prof. Gialuz – non solo per dare un contributo a migliorare l’amministrazione della giustizia in Liguria, ma soprattutto per sperimentare nuovi schemi collaborativi tra Università e uffici giudiziari, anche nell’ottica di adeguare l’offerta formativa alle richieste provenienti da un mondo, quale quello dell’amministrazione della giustizia, che, a seguito della svolta tecnologica degli ultimi decenni, sta subendo una profonda evoluzione. L’UPP, nato anche grazie al contributo dei magistrati genovesi, è oggi il laboratorio per un ripensamento profondo dell’attività giurisdizionale».
«Per la dimensione finanziaria e il livello istituzionale – sottolinea il Prof. Riccardo Ferrante, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza – si tratta di un impegno per noi totalmente inedito. Ma si conferma la tradizionale autorevolezza della nostra sede, sia nella ricerca sia nella didattica. Porteremo avanti, come già facciamo, la collaborazione con la Magistratura e il Ministero della Giustizia in modo da dare il nostro contributo a una riforma di sistema non più rinviabile, e tra l’altro richiesta dall’Unione europea per ottenere i finanziamenti del PNRR».
All'inizio di marzo verranno pubblicati diversi bandi di ricerca per consentire a giovani ricercatrici e ricercatori di iniziare l’attività di mappatura in tutti gli uffici giudiziari del distretto di Corte d’appello.