Fuori dal gregge. Il pensiero divergente che crea innovazione
Innovazione è una delle parole chiave del nostro tempo: quella che stiamo vivendo è un’era nella quale si sovrappongono grandi cambiamenti indotti dalla tecnologia, ma spesso si dimentica che il vero motore del cambiamento è l’uomo e il suo innato desiderio di andare oltre i limiti del conosciuto, superando la visione consolidata sui problemi e le relative soluzioni, su ciò che è realizzabile e su ciò che, secondo il comune buonsenso, “non si può fare”. L’innovazione che crea valore sotto il profilo economico e sociale, è il portato di un “pensiero divergente” che trova un contesto favorevole nel quale svilupparsi e concretizzarsi in nuovi prodotti/servizi capaci di risolvere problemi, attivare mercati e generare sviluppo.
Questi i temi al centro del seminario-dibattito con Massimiliano Magrini, autore del volume Fuori dal Gregge (Egea Editore, 2018), che si è tenuto il 2 aprile presso la Sala delle Lauree del Dipartimento di Economia (DIEC).
Le domande alle quali si è cercato di rispondere ruotano attorno al tema dell’innovazione e del contesto in grado di favorire la trasformazione di idee innovative in nuovi prodotti e servizi “di successo”: cosa genera innovazione? Quali fattori sono in grado di innescare un percorso virtuoso fra opportunità tecnologiche, bisogni della società e sviluppo economico? Cosa rende l’innovatore un imprenditore di successo?
Basandosi sulla sua esperienza di manager, imprenditore e finanziatore dell’innovazione, Massimiliano Magrini ha tratteggiato un percorso verso l’innovazione “di valore”, evidenziandone gli attori fondamentali, il ruolo e le relazioni che li legano: innovatori di ieri e di oggi capaci di “pensiero divergente” (Leonardo da Vinci e Steve Jobs); i governi e l’impegno nella costruzione degli eco-sistemi per l’innovazione (Cina, Europa, Stati Uniti, Israele); le startup e la dialettica con le grandi imprese; il Venture Capital; le organizzazioni ed i sistemi inclusivi e meritocratici; la rivoluzione digitale e le sue conseguenze.
Al termine dell’incontro, seguito da una platea attenta e partecipe di studenti e docenti e con la partecipazione di pubblico esterno, è emersa una visione nella quale è ribadita con forza da un lato l’importanza del ruolo dei governi nella costruzione del contesto in grado di consentire ad una società di mettere a frutto tutto il proprio potenziale – di conoscenza, di merito e di talento – e trasformarlo in crescita economica e sociale, valorizzando lo spirito imprenditoriale e, dall’altro, le caratteristiche che devono possedere gli imprenditori-innovatori. Come ha osservato Magrini “I founder migliori saranno coloro che riescono ad unire capacità analitiche e di business con capacità relazionali ed empatiche, coloro che sapranno essere evangelisti della propria azienda e attirare a sé – e alla loro impresa – interesse e consenso”.
Massimiliano Magrini è co-founder e managing partner di United Ventures, fondo di Venture Capital specializzato in tecnologie digitali. Nel 2002 è stato founding country manager di Google Italia e nel 2009 ha fondato Annapurna Ventures. Membro della task force sulle start up istituita nel 2012 dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), è oggi board member di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e membro del comitato investimento di Hub Innovazione Trentino. E’ componente del CdA di Cloud4Wi, Exein, Mainstreaming e Paperlit.