Il Premio Isaiah Berlin a Gianfranco Pasquino
Il 10 settembre scorso il Centro Internazionale di studi Italiani (CISI) ha conferito a Gianfranco Pasquino, professore emerito dell’Università di Bologna e docente in servizio della Johns Hopkins University, il premio Isaiah Berlin, premio che viene assegnato ogni anno a una personalità che si è distinta per altissimi meriti culturali. Dei 17 premiati, a partire dal 2002, voglio ricordare Amartya Sen, indiano, premio Nobel per l’Economia (1998), Vargas Llosa, peruviano, anche lui premio Nobel per la letteratura (2010) e Ralph Dahrendorf, intellettuale tedesco. E sotto la mia presidenza: Giovanni Sartori, politologo, Riccardo Muti, direttore d’orchestra di fama internazionale, il filosofo Massimo Cacciari, l’archeologo Andrea Carandini e il musicologo Paolo Isotta. L’anno scorso abbiamo premiato Adriano Prosperi, storico.
Gianfranco Pasquino, torinese e orgoglioso di esserlo – parole sue – dopo la maturità conseguita al Liceo Classico Camillo Benso Conte di Cavour, ebbe il privilegio “unico e irripetibile” – sempre parole sue – di laurearsi in Scienza politica con Norberto Bobbio, uno degli intellettuali italiani più influenti del XX secolo. Correva l’anno 1965. Ed ebbe anche un altro privilegio: di specializzarsi in Politica comparata sotto la guida di Giovanni Sartori, dopo aver ottenuto nel 1967 il Master in Relazioni Internazionali della School of Advanced International Studies di Washington. Insomma, ha variamente intrattenuto rapporti culturali con il mondo liberal-socialista e azionista torinese e con il liberalismo politico e istituzionale di Giovanni Sartori e della sua scienza politica.
Con entrambi il suo rapporto intellettuale e personale è durato molto a lungo nel tempo, e ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione a definirsi pubblicamente loro allievo.
Dal 1969 al 2012 ha insegnato Scienza politica nell’Università di Bologna diventandone Professore Emerito nel 2014. Ha altresì insegnato nelle Università di Firenze, di California e al Bologna Center della Johns Hopkins, di cui è attualmente Senior Adjunct Professor. È stato Fellow del Woodrow Wilson International Center for Scholars di Washington, dell’Istituto Juan March di Madrid, di Christchurch e St Anthony’s a Oxford ed è Life Fellow di Clare Hall, Cambridge. Nel febbraio 2005 ha tenuto le Isaiah Berlin Lectures a Oxford sul tema “The Quality of Democracy”.
Direttore della rivista “il Mulino” dal 1980 al 1984, è stato fra i fondatori della “Rivista Italiana di Scienza Politica”, Redattore Capo per sette anni e condirettore, con Sartori, dal 2001 al 2004.
Presidente della Società Italiana di Scienza politica dal 2010 al 2012, è attualmente socio dell’American Political Science Association. Dal 2005 socio dell’Accademia dei Lincei. Dal 2011 fa parte del Consiglio Scientifico dell’Enciclopedia Italiana. Gli sono state conferite cinque lauree ad honorem in Scienza politica da università argentine e due messicane.
Ha scritto numerosi volumi di cui mi piace ricordare La Costituzione in trenta lezioni (2016) e L’Europa in trenta lezioni (2017), la raccolta di alcuni dei suoi saggi migliori Partiti, Istituzioni, Democrazie (2014) e Deficit democratici (2018). È particolarmente orgoglioso di avere condiretto, unitamente a Bobbio e Nicola Matteucci, il Dizionario di Politica (2016, 4a ed.).
Senatore della Sinistra Indipendente dal 1983 al 1992 e dei Progressisti dal 1994 al 1996, ha fatto parte della Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali e, insieme al senatore Eliseo Milani, ha redatto una delle Relazioni di Minoranza. In materia di riforme e di istituzioni è autore dei volumi Restituire lo scettro al principe. Proposte di riforme istituzionali (1985) e Cittadini senza scettro. Le riforme sbagliate (2015). Il suo libro più recente, Bobbio e Sartori. Capire e cambiare la politica (2019), è un riconoscimento ai suoi maestri e l’invito a fare buon uso delle loro importanti lezioni. È un testo eccellente per chiarezza, capace di sintetizzare il pensiero di questi due personaggi fondamentali della Scienza politica. Tutto il dibattito, animato da coloro che si interessano di Scienza politica o semplicemente da coloro che hanno partecipato alle lotte politiche di questi ultimi cinquant’anni, trova un approfondimento esemplare nelle pagine di questo libro.
Non sappiamo che cosa penserebbe Berlin di Pasquino. Sappiamo che Pasquino, in linea con il pluralismo e il liberalismo di Berlin, continuerà a fare del suo meglio affinché pluralismo e liberalismo caratterizzino la politica di oggi e di domani e contribuiscano a migliorare la vita dei cittadini, democratici e non.