Un passo indietro per il disarmo nucleare tra USA e Russia

Equilibri mondiali in pericolo

Il conflitto in Ucraina a seguito dell’invasione Russa del 24 febbraio 2022 ha causato la rottura degli equilibri mondiali e delle vecchie relazioni diplomatiche con il governo di Mosca da parte dell’occidente e rappresenta un passo indietro per quegli accordi sul disarmo nucleare che stavano portando, seppur lentamente, dei buoni risultati.

Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, nel suo discorso sullo Stato della Nazione del 21 febbraio 2023 ai parlamentari dell’Assemblea Federale ha annunciato la sospensione del trattato New Start con gli Stati Uniti d’America: "Sospendiamo il trattato Start sulla riduzione delle armi nucleari, ma non ce ne ritiriamo”.

Soldato ucraino - guerra Russia Ucraina e disarmo mondiale

Le armi nucleari dal 1945 a oggi

Analizzando gli avvenimenti del secolo passato, possiamo affermare che la storia tra Stati Uniti d’America e Russia (URSS fino al 1991) ha sempre avuto dei momenti di stagnazione per quanto riguarda l’importante tema nucleare:

  • nel 1945 gli Stati Uniti di Truman hanno testato la prima bomba nucleare, bomba utilizzata contro il Giappone il 6 e 9 agosto 1945;
  • l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche di Stalin testa la sua prima bomba nucleare nel 1949;
  • a seguito della nascita della bomba nucleare sono iniziati vari accordi e piani che hanno portato alla firma di vari trattati sul tema nucleare tra cui il trattato “New Start” nel 2010.

Uno dei primi piani di disarmo nucleare proposto è stato il piano Baruch, esso prevedeva la creazione di un organismo internazionale (l’Athomic Development Authority) per il controllo dell’atomica a cui doveva essere affidata tutta la gestione delle miniere di Uranio e di Torio e delle officine (distribuite nel mondo) che  avrebbero dovuto trasformare queste materie prime; prevedeva inoltre la distruzione delle armi presenti e la creazione di un corpo di ispettori con il compito di controllare, nei vari stati, la non fabbricazione di armi nucleari; il piano è stato rifiutato dall’URSS proprio per la questione ispezioni.

L’URSS ha proposto un piano alternativo, il piano Gromyko che proibiva l’uso dell’energia atomica a scopi militari e prevedeva la distruzione delle scorte esistenti di armi atomiche ma senza prevedere un controllo internazionale.

I progetti per le loro differenze di impostazione non vennero mai applicati e questo porterà a partire dagli anni ‘50 una corsa agli armamenti in particolare di USA e URSS. Tra il 1958 e il 1962 la competizione atomica assunse un ritmo frenetico e, nello stesso tempo, la gara si spostò sui vettori che avrebbero potuto trasportare le bombe atomiche.

Marcia pacifista durante la guerra fredda

Dalla Crisi di Cuba alla coesistenza pacifica

L’apice di una possibile guerra nucleare avvenne nel 1962 con la Crisi di Cuba. A seguito di questa crisi sono iniziate varie riflessioni sul controllo delle armi nucleari e nel 1963, a tal proposito, verrà siglato il trattato Limited Test Ban Treaty, dove Stati Uniti, URSS e Gran Bretagna si sono impegnate a sospendere gli esperimenti nucleari nell’atmosfera e nel 1967 e nel 1968 verrano siglati due ulteriori trattati nei quali, in uno si proibirà l’uso delle armi nucleari nello spazio e nell’altro si sancirà la non proliferazione delle armi nucleari.

Inizia quel periodo della storia chiamato coesistenza pacifica. Con l’amministrazione Johnson nel 1967 verranno proposti dagli Stati Uniti gli accordi SALT I (Strategic Arms Limitations Talks), i negoziati degli accordi inizieranno nel 1971 e le firme verranno apposte nel 1972 con l’amministrazione Nixon e Breznev. Questo importante accordo ha previsto il congelamento del numero di missili e ha impedito agli stati firmatari non nucleari di procurarsi tali armi. Questi accordi  si evolveranno in SALT II. A partire dagli accordi SALT verranno siglati successivamente gli accordi START I, START II, SORT, e appunto il NEW START; questi recenti accordi prevedono non solo il congelamento ma la riduzione del numero delle armi nucleari: un passo straordinario verso il disarmo nucleare.

L'attuale guerra fredda

Purtroppo a seguito di questo nuovo congelamento dei rapporti tra Stati Uniti e Russia, come dimostra la sospensione del trattato New start, la fiducia fra stati potrà subire un periodo di flessione internazionale rendendo difficile, almeno per i prossimi anni, un disarmo o riduzione nucleare.

Oltre al fatto che manca ed è sempre mancata, così come dicono anche molti esperti, fino a tutt’oggi, la volontà politica delle grandi potenze mondiali di internazionalizzare il problema nucleare con la creazione di un organismo ad hoc che comprenda tutti gli stati in grado di mettere al bando una volta per tutte il nucleare a scopi militari.

Gli strumenti normativi ci sono a partire dal CTBT (Comprehensive Test Ban Treathy), cioè il trattato di divieto totale degli esperimenti nucleari, purtroppo, ancora tutt’oggi il trattato non è in vigore per mancanza del numero minimo di ratifiche, previste dal trattato stesso, di tutti i 44 stati appartenenti all’allegato 2, cioè che possedevano tecnologia nucleare alla data di conclusione del trattato; gli stati firmatari sono 186, 177 stati hanno ratificato, ma “solo” 36 stati che hanno ratificato appartengono all’allegato 2.

Curioso il fatto che dei 36 paesi dell’allegato 2 che hanno firmato e ratificato sia presente la Russia mentre gli Stati Uniti hanno firmato ma non ancora ratificato il trattato.

Un ulteriore strumento normativo esistente è il trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) è entrato in vigore nel 2021 a seguito della ratifica di 50 stati; purtroppo, il trattato è in parte offuscato dal fatto che mancano tra i firmatari proprio gli stati a cui il trattato dovrebbe essere principalmente rivolto, infatti nessuno stato con armi nucleari ha aderito al trattato e, per capire la poca volontà, tali potenze non hanno neanche partecipato formalmente al negoziato.

Ci avviamo in un periodo difficile dove le diversità culturali, la paura dell’avversario e la politica del sospetto stanno prendendo il largo e tutto ciò non potrà che portare a una nuova guerra fredda, già notevolmente evidente, e generare un passo indietro rispetto a quei trend che stavano lentamente portando a dei risultati importanti, soprattutto nel campo nucleare.

Riallacciare i rapporti tra Stati Uniti e Russia sarà un percorso lungo e tortuoso e soprattutto nei prossimi mesi o anni, con il protrarsi della guerra, le condizioni per una visione condivisa sul disarmo nucleare delle amministrazioni Biden, Putin e non solo, in questo periodo storico, caratterizzato da evidenti squilibri internazionali, sarà molto difficile.

Armi nucleari
di Federico Zapparata*