Religione e religioni: prospettive di convivenza pacifica in una società complessa

Religione e religioni: prospettive di convivenza pacifica in una società complessa

Il rapporto tra verità e libertà nel dialogo inter-culturale e inter-religioso

Come esplorare il rapporto tra verità e libertà nel dialogo inter-culturale e inter-religioso? Il tema è ambizioso eppure decisivo: impone di interrogarsi intorno al significato attribuito ai due termini, densi e logori allo stesso tempo.


Alessandra ModugnoIl desiderio di ciascun uomo di comprendere la “verità di se stesso” non è stato sopito dalla moderna disillusione rispetto alla capacità della ragione umana di accedere al vero. Il nodo su cui a mio avviso oggi siamo chiamati ad assumere una posizione consapevole è se la verità vada concepita in modo relativistico – sia cioè un “prodotto” della singola coscienza – o assolutistico – l’uomo ne è solo ricettore – oppure relazionale – c’è la verità dell’uomo e della realtà, egli non ne è l’artefice, ma la scopre nel suo itinerario storico e nel rapporto vitale con sé, con gli altri, con il mondo. Il percorso di scoperta, riconoscimento e approfondimento della realtà-verità che ci riguarda e ci circonda è dinamico, non in senso evolutivo – ogni epoca ha la propria verità e determina l’uomo – ma in senso personale ed esistenziale: ciascuno è chiamato a far propria la verità, approfondirla e incarnarla, anche nel confronto con gli uomini del passato e del presente. Ciò significa assumere che l’uomo è “capace di verità”, si muove in un orizzonte veritativo, in quanto la verità è prima di tutto una struttura d’essere a cui egli appartiene, ricevuta e insieme da scoprire.


Anche la libertà costituisce un fattore d’identità dell’uomo in quanto essere spirituale. Ma sottesa a molti dei nostri comportamenti sta spesso una libertà “autoreferenziale” intesa come autosufficienza, percepita effettiva solo nell’estensione potenzialmente illimitata dei diritti. Ma, così intesa, la libertà garantisce davvero la convivenza tra persone? Non le sta allontanando e rendendo sempre più incapaci di comunicare e rispettarsi, esponendo le società al rischio dell’ingovernabilità? Una libertà non relazionale, che non si commisura alla verità dell’uomo, non tiene conto del suo essere in rapporto ad altri, intessuto nelle relazioni, lo rende davvero libero?


I termini “verità” e “libertà”, d’altra parte, attengono anche al rapporto di Dio con l’uomo e dell’uomo con Dio. Gesù di Nazareth si propone come la verità stessa (Cfr. Vangelo secondo Giovanni, 8,32; 14,6; 18,37), lo spazio della piena libertà e chiede un’adesione di fede alla propria Persona e una testimonianza di vita a chi decide di essere dei suoi. Con Lui la “questione verità-libertà” si incardina nella “questione antropologica”: il pellegrinaggio verso la verità e l’esperienza autentica della libertà, che costituisce l’itinerario della fede, è tutt’uno con la risposta ai bisogni più profondi del cuore umano. Oggi tra ragione filosofica e fede religiosa sembra prevalere l’a-relazionalità: alle religioni è chiesto di non entrare in questioni che attengono alla convivenza tra uomini, mentre la filosofia e le scienze umane ritengono un dovere di correttezza metodologica non porsi in ascolto delle grandi tradizioni religiose, il che ne limita l’accesso all’essenziale dell’esistenza umana, condizione stessa della sua autentica libertà. Tuttavia, resta ancora e sempre attuale l’opportunità di interrogarsi intorno al messaggio di ogni tradizione religiosa: solo a partire da Dio è possibile comprendere l’uomo.


Ritengo che le sollecitazioni proposte conducano a valorizzare l’approccio relazionale come l’unico in grado di garantire l’autentico dialogo inter-culturale e inter-religioso. Se lo si concepisce come confronto paritetico tra posizioni equivalenti, può annidare un sofisma devastante: l’implicita premessa che non vi sia alcuna verità, forma subdola di dittatura culturale. A mio avviso, per un cristiano – per ogni fedele – la questione è piuttosto comprendere come sia possibile compaginare carità e verità, ossia mantenersi nella persuasione che in Cristo sta la pienezza della Verità e insieme non venir meno alla carità nei confronti dei credenti di altre religioni o di chi credente non fosse affatto. Il fatto ineludibile da cui muovere è che in tutte le culture e religioni si esprime ed opera l’uomo. Allora concepire il dialogo in termini relazionali significa innestarlo e mantenerlo nel comune umano desiderio di verità e libertà, corroborato dalla relazione di ogni dialogante con l’umanità nell’uomo, che è una pur nella pluralità di culture e religioni.

Alessandra Modugno
Dipartimento di Scienze della Formazione

L’articolo è un abstract dell’intervento della Prof.ssa Modugno al seminario "Religione e religioni: prospettive di convivenza pacifica in una società complessa”, che si è svolto mercoledì 4 maggio u.s. presso il Dipartimento di Scienze della Formazione.

Testo integrale dell’intervento

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