Ragioni/regioni della memoria: il 27 gennaio e l'Europa
Il Giorno della Memoria ha più di vent’anni. La ricorrenza è stata introdotta dal Parlamento italiano con la legge n. 211 del 2000, un passo che segna l’avvio di profonde trasformazioni del calendario civile nazionale. Negli anni successivi varie altre ricorrenze, tutte più o meno esplicitamente ispirate al modello del Giorno della Memoria, e tutte tipicamente incentrate su una lettura della storia che pone al centro la figura della vittima, hanno arricchito e stravolto il nostro calendario civile.
L’atto di fissare per legge un momento dedicato al ricordo, distinguendo e separando una data dalle altre, implica uno sforzo per collegare il presente al passato, ridisegnando le nostre mappe del tempo.
La genesi del Giorno della Memoria e il suo concreto articolarsi sono inestricabilmente intrecciati con il funzionamento dell’industria culturale a livello transnazionale: è un prodotto della globalizzazione che pure si articola in modi difformi e peculiari nei singoli contesti nazionali. È insieme il frutto di una crescita di centralità del tema Shoah nell’immaginario collettivo occidentale (e non soltanto) ed è un catalizzatore per ulteriori elaborazioni, produzioni, consumi.
Perché a un certo punto matura l’esigenza di commemorare la Shoah in questo modo?
Per comprenderlo è necessario misurarsi con la dimensione transnazionale dei processi culturali; la data del 27 gennaio non è entrata soltanto nel calendario civile italiano, ma si è affermata come punto di riferimento a livello europeo e globale. Nel 1993 la Francia aveva introdotto, per prima, una specifica ricorrenza dedicata al ricordo delle deportazioni dei perseguitati razziali dal paese (16 luglio). Nel 1995 il Parlamento Europeo iniziò a intervenire sul tema, proponendo l’istituzione di una ricorrenza rivolta alla commemorazione della Shoah. Nell’arco di pochi anni, vari paesi europei – e non solo europei – avrebbero fissato una specifica data per il ricordo della Shoah. Nella maggior parte dei casi, ma non sempre, quella data è appunto il 27 gennaio, giorno dell’arrivo delle truppe sovietiche presso il campo di Auschwitz. Dal 2005 il 27 gennaio è stata riconosciuta come data dedicata alla memoria della Shoah anche dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
L'evento UniGe
Sebbene il fenomeno sia di portata globale, esso ha però un rilievo specifico per l’Europa. Che significato hanno avuto quegli atti simbolici di riappropriazione del tempo attraverso l’introduzione di nuove ricorrenze pubbliche nel processo di edificazione di una casa comune europea?
A questi temi è dedicata la conferenza della prof.ssa Aline Sierp, intitolata “Ragioni/regioni del ricordo: il 27 gennaio e l’Europa”.
Docente all’Università di Maastricht, Aline Sierp è affermata studiosa di storia della memoria europea, co-fondatrice e co-presidente della Memory Studies Association e del Research Network on Transnational Memory and Identity in Europe, nonché co-curatrice della collana "Worlds of Memory”, edita da Berghahn Books.
La conferenza, promossa dall’Ateneo e co-patrocinata dal Centro Primo Levi di Genova, dal Centre for the History of Racism and Anti-Racism del Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia, nonché dal Dottorato in Storia, Storia dell’Arte e Archeologia, è rivolta al corpo docente, agli studenti e alla cittadinanza.
L’iniziativa mira a portare all’attenzione di un pubblico di non specialisti temi e problemi che sono al centro del dibattito scientifico, andando oltre gli omaggi troppo spesso retorici e vacui al valore della memoria, per proporre una riflessione storico-critica che aiuti a prendere consapevolezza dei complessi processi socio-culturali in cui siamo immersi.
25 gennaio 2022
dalle 15:30
Aula Magna di via Balbi 2, Genova
La conferenza è in streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook di UniGe.
Prenotazione obbligatoria su piattaforma EventBrite