Studenti UniGe in viaggio presso la Corte penale internazionale

Trenta studenti e studentesse dell’Università di Genova in viaggio di studio presso la Corte penale internazionale e le altre corti ed istituzioni internazionali dell’Aja

Si è concluso il settimo viaggio di studio delle studentesse e degli studenti della Scuola di Scienze sociali dell'Università di Genova, presso le corti e le istituzioni internazionali aventi la propria sede all’Aja, nei Paesi Bassi.

Dopo tre anni di interruzione forzata dovuta alle restrizioni sanitarie legate alla pandemia, l’iniziativa, avviata per la prima volta nel 2014, è tornata al suo regolare svolgimento con cadenza annuale, anche grazie al fondamentale cofinanziamento della partecipazione studentesca garantito da UniGe.

Dal 22 al 24 marzo 2023 le studentesse e gli studenti degli ultimi anni del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza e del corso di laurea magistrale in Relazioni internazionali, accompagnati dai docenti Francesco Pesce (DiGi), Ilaria Queirolo e Laura Carpaneto (DiSPI), hanno potuto toccare con mano l’amministrazione della giustizia a livello internazionale, in un momento storico in cui il tema è reso tragicamente attuale dal ritorno di uno scontro diretto tra stati ai confini del continente europeo.

Visita alla Corte penale internazionale - UniGe

Diritto e politica internazionale nell'attualità

Il conflitto russo-ucraino è stato oggetto di specifica attenzione in occasione della visita alla Corte penale internazionale (ICC), dove gli studenti e le studentesse hanno potuto dialogare con le avvocate Paolina Massidda, alumna UniGe attualmente a capo dell’ufficio che difende e rappresenta le vittime nel procedimento innanzi alla Corte, e Ludovica Vetruccio, componente del team di legali dello stesso ufficio.

Il dialogo ha toccato le prevedibili conseguenze, di diritto e politiche, connesse alla recentissima emissione di un mandato di arresto nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin e dalla Commissaria per i diritti dei bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova.

La delegazione UniGe ha inoltre potuto assistere ad un’udienza del procedimento, in corso di svolgimento innanzi alla Corte, a carico di Alfred Yekatom per i crimini contro l’umanità (omicidi, deportazioni e trasferimenti forzati, detenzioni, torture, persecuzioni ed altri trattamenti inumani) ed i crimini di guerra (oltre ai precedenti, mutilazioni, attacchi alla popolazione civile, attacchi ai luoghi di culto, reclutamento di bambini soldato) che gli vengono contestati in relazione al ruolo di leader di un gruppo di ribelli svolto tra il 2013 ed il 2014 nella Repubblica Centrafricana.

Il diritto penale internazionale è stato altresì al centro delle visite presso il Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali (erede dei precedenti Tribunali per l’ex-Jugoslavia e per il Rwanda) e presso le Camere e la Procura Speciale per il Kosovo.

Nel primo caso il gruppo UniGe ha potuto assistere alla deposizione di una CTU in merito alle condizioni di salute mentale di Félicien Kabuga, imputato in uno dei casi ancora pendenti in relazione ai fatti avvenuti in Rwanda nel 1994 e collegato in videoconferenza, poiché detenuto presso la sede del Tribunale ad Arusha, in Kenya.

Un membro dell’ufficio del Prosecutor ha poi incontrato la delegazione in separata sede, illustrando in particolare i successi ottenuti dal Tribunale per l’ex-Jugoslavia nell’arresto di tutti gli imputati per i più gravi crimini perpetrati nel corso del conflitto che ha insanguinati i Balcani all’inizio degli anni ’90.

In occasione della visita alla più giovane Corte istituita su iniziativa dell’Unione europea per indagare e punire le atrocità commesse sul territorio del Kosovo dopo la fine del conflitto nei Balcani, tra il 1999 ed il 2000, l’avv. Gaia Pergolo, in rappresentanza dell’Ufficio della Procura, ha chiarito su quali eventi l’istituzione esercita il proprio mandato (gravissimi crimini, incluso il traffico di organi, di cui sono accusati i membri di vertice dell’Esercito di Liberazione del Kosovo – UCK) e quali sono le sfide attuali e future che è chiamata ad affrontare.

Il tema dei conflitti è poi venuto in rilievo anche in occasione dell’ulteriore visita effettuata presso la sede dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), il cui specifico compito è quello di promuovere e verificare l’adesione degli Stati alla Convenzione sulle armi chimiche del 1993, che proibisce l’uso di tali armi e ne prescrive la distruzione. Dopo una presentazione generale dell’attività dell’organizzazione, la responsabile dell’Ufficio relazioni esterne ha illustrato i protocolli per l’intervento dei propri operatori nei siti contaminati e mostrato al gruppo di UniGe il premio Nobel per la pace conferito all’Organizzazione nel 2013.

OPCW - UniGe

La Corte internazionale di giustizia dell’ONU

Il viaggio si è poi completato con la tappa presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ) dell’ONU, avente la propria sede nel pittoresco Palazzo della Pace voluto dallo zar Nicola II, all’inizio dello scorso secolo, quale sede di un organismo giurisdizionale internazionale chiamato a garantire il mantenimento della pace tra le nazioni dirimendo le future controversie tra gli Stati della Comunità internazionale.

In quell’occasione, i partecipanti hanno avuto altresì la possibilità di visitare la Biblioteca del Palazzo della Pace con la relativa collezione libraria, che rappresenta uno dei più ampi repertori a livello globale in materia di diritto internazionale, e vedersi illustrare l’offerta formativa dell’Accademia dell’Aja di diritto internazionale, i cui corsi rappresentano dal 1923 un imprescindibile punto di riferimento nel dialogo tra gli accademici e gli esperti della materia.

Un futuro post-laurea

In occasione di ogni incontro, agli studenti ed alle studentesse UniGe sono state presentate le possibilità di internship ed esperienze post-lauream (riservate non soltanto ai giuristi) presso ciascuna istituzione, anche grazie all’illustrazione degli specifici percorsi professionali degli operatori intervenuti nelle presentazioni.

di Claudia Ferretti