Le nuove generazioni e la rielaborazione del politico

Le nuove generazioni e la rielaborazione del politico


Si è abituati a pensare il mondo giovanile come il crogiolo dell’innovazione sotto tutti gli aspetti: le originali interpretazioni delle piccole e grandi sfaccettature del mondo elaborate dai giovani producono nuove tendenze, abitudini inconsuete e stili di vita insoliti. Questi vanno progressivamente affermandosi dapprima in ristrette élites per poi riversarsi, nelle varianti più imprevedibili, nella massa persistendo, in una certa misura, anche oltre la giovinezza. Nondimeno sembra che recentemente le nuove generazioni presentino un notevole rallentamento nei tempi di entrata nella vita adulta se non addirittura una sorta di “sindrome del ritardo” rinviando l’assunzione dei ruoli adulti che anagraficamente gli toccherebbero.

Si registra, pertanto, una discrasia crescente tra innovazione e integrazione che protrae oltremodo la condizione giovanile.

La ricerca sociologica sul coinvolgimento dei giovani nella sfera del politico rende ampiamente conto di tale gap. Il “riflusso nel privato” che sfocia nella progressiva “dissolvenza” dei giovani dalla dimensione pubblica ne sancisce il sostanziale “ritiro”. Si assiste, dunque, a una profonda frattura nel percorso verso un habitus politico conforme a quello delle generazioni adulte: l’“eclissi della politica” dagli orizzonti dei giovani rende spesso questi ultimi “spettatori” perlopiù silenziosi o soggetti alle più svariate “sirene” populiste.

Lo scenario qui abbozzato, tuttavia, induce alla cautela e suggerisce l’adozione di un approccio accorto nell’utilizzo di categorie interpretative, puntuale nella selezione dei soggetti da considerare per l’analisi, minimo in termini di generalizzazione teorica. L’obiettivo è mettere a punto nuove linee interpretative che non si limitino a confermare il mero “lato debole” della giovinezza in relazione alla politica.

Su tali coordinate ispiratrici il 22 marzo 2013 si è svolto il seminario di studi Le nuove generazioni e la rielaborazione del politico promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche, dal corso di Dottorato in Scienze Politiche e dalla sezione di Sociologia politica dell’Associazione Italiana di Sociologia. Il Direttore del Dipartimento e il Coordinatore del corso di Dottorato hanno aperto l’intenso confronto fra Flaminia Saccà (Università della Tuscia), Simona Gozzo (Università di Catania), Luca Raffini (Università di Chieti-Pescara) e il sottoscritto.
Stefano Monti Bragadin ha presieduto e moderato l’incontro. La notevole partecipazione di studenti ha reso vivace e stimolante il dibattito che ne è conseguito contribuendo a sostenere l’ipotesi proposta nel titolo del seminario.

Andrea Pirni
Dipartimento di Scienze Politiche (DISPO)
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