UniGe intitola l'aula CLAT a Sergio Poli

Con una cerimonia presieduta dal rettore Federico Delfino, l'Università di Genova, con il Dipartimento di lingue e culture moderne e la Sezione di francesistica, intitola l'aula CLAT a Sergio Poli, professore emerito di lingua e traduzione francese, già preside della Facoltà di lingue e primo presidente del Centro linguistico UniGe.

aula CLAT dell'Università di Genova
L'aula CLAT dell'Università di Genova

Sergio Poli nel ricordo della Sezione di francesistica

Nel mese di aprile 2024, è mancato all’affetto di tutti Sergio Poli, amico e collega. Ma la definizione è riduttiva. Emerito di lingua e traduzione francese, Sergio Poli si era formato all’Università di Genova, sotto la guida rigorosa di Cecilia Rizza e all’interno della scuola della francesistica genovese, nota per i suoi studi sul periodo del barocco francese, laureandosi nell’a.a. 1970/71 con una tesi su "Hypolite Taine letterato", diretta da Petre Ciureanu. Specialista della letteratura barocca e noto studioso delle storie tragiche del Seicento, ha pubblicato nel 1985 "Storia di storie", volume fondamentale per la definizione del genere dell’histoire tragique, destinato a influenzare nei decenni successivi la ricerca internazionale. Tradotto in francese dagli allievi e colleghi di Sergio, il volume è stato pubblicato nel 2016 presso l’editore Classiques Garnier, a riprova dell’attualità dello scritto e dell’innovatività dell’approccio, che coniuga l’analisi letteraria e filologica a un più ampio sguardo sul contesto di produzione delle opere analizzate, sui loro rapporti con la situazione storica, politica, sociale dell’epoca, sul fitto tessuto intertestuale che le sottende. E l’ampiezza della visione è senz’altro il tratto che ha contraddistinto tutta la carriera accademica di Sergio Poli, ricercatore presente, attento, capace di cogliere le nuove tendenze con grande anticipo, dotato di rara capacità di traguardare il futuro.

Dal 1997, dopo essere stato professore ordinario all’Università di Salerno (1990-1996), tornato a Genova, pur senza abbandonare la sua passione per la letteratura barocca, come attestano le pubblicazioni e i risultati raggiunti dal progetto di messa in rete dei due volumi delle "Femmes illustres" di Georges e Madeleine de Scudéry, ha sviluppato una serie di progetti didattici e di ricerca fortemente innovativi e prestigiosi che hanno trasformato l’approccio alla didattica delle lingue straniere nella francesistica italiana. Coordinatore del Diploma universitario in traduzione e interpretazione di Acqui Terme (AL), in seguito diventato corso di studi a Genova, è stato poi preside dell’allora Facoltà di lingue e a lungo componente del Senato accademico dell’ateneo. In linea con la sua passione per l’innovazione e la scoperta di nuove frontiere, dal 2000 è stato il promotore del gruppo di ricerca F@rum (Facoltà in Rete Università Multimediale), nucleo di ricercatori e ricercatrici che, pur nella diversità degli interessi di studio, porta avanti tutt’oggi ricerche sull’interfaccia tra lingue, culture, letterature e strumenti digitali.

I progetti nati in quel periodo sono attivi ancora oggi sotto numerose forme: il master a distanza in "Traduzione specializzata multilingue", la rivista scientifica Publif@rum, il dottorato in "Lingue, culture e nuove tecnologie" (oggi diventato dottorato in "Digital Humanities"), il CLAT – Centro linguistico di ateneo, il CeRTeM – Centro di ricerca in terminologia multilingue e molto altro.

Capace di cogliere prima di altri le grandi trasformazioni della fine del Novecento, Sergio Poli comprese subito l’importanza di accettare l’arrivo delle tecnologie nella ricerca e nella didattica; incoraggiò i suoi collaboratori a progettare nuove forme di insegnamento delle culture, delle lingue e della traduzione utilizzando gli strumenti della rete, all’epoca poco noti nell’ambito umanistico e talvolta visti con una certa diffidenza. Il suo entusiasmo nell’innovazione si accompagnò sempre al rigore che aveva appreso durante gli anni della sua formazione e all’onestà intellettuale che lo distingueva, pur nei suoi accenti più scherzosi e anticonformisti.

Sergio Poli con colleghi e colleghe
Sergio Poli con colleghi e colleghe dell'Università di Genova

Nei suoi progetti privilegiò sempre l’interdisciplinarità, valore nel quale credeva fermamente, incoraggiando le collaborazioni tra scienze umane e discipline quali l’informatica e l’ingegneria delle comunicazioni, sempre nel rispetto delle prerogative di ognuna. La sua capacità di aggregare intorno a sé profili diversi, il coraggio di portare avanti progetti sempre nuovi e multiformi, il suo entusiasmo contagioso hanno permesso la creazione e il consolidamento di una nuova generazione della scuola genovese nella francesistica, eterogenea forse nei campi d’elezione, ma certamente coesa e solidale nei principi dell’attività della ricerca. Spiccava la sua capacità a creare e motivare un’équipe in cui, oltre alla complementarietà delle doti e dei percorsi individuali, aveva e ha ancora un ruolo fondamentale il legame di amicizia tra i componenti del gruppo di cui era il cuore pulsante.

Sergio fu sempre un pioniere, mai stanco e mai seduto. Il suo motto, per il quale spesso veniva bonariamente preso in giro, era "che ci vuole?", segno di una mente aperta e sempre al lavoro, per la quale nulla era impossibile. Ha insegnato ai suoi allievi e alle sue allieve a non arrendersi, a vedere sempre oltre l’obiettivo immediato, a progettare per il futuro, non solo nell’ambito della ricerca, ma soprattutto per offrire nuove possibilità alle giovani generazioni di studenti e studentesse. Maestro brillante, inclusivo e generoso, persona di grande umanità, la Sezione di francesistica dell’Università di Genova vuole ricordarlo portando avanti tutta la preziosa eredità che ci ha lasciato.

Sergio Poli con colleghi e colleghe
Sergio Poli con colleghi e colleghe dell'Università di Genova

6 giugno 2025

ore 14:30
Aula CLAT dell'Albergo dei Poveri, p.le E. Brignole, Genova

di Eliana Ruffoni