Terapia dell'emicrania: in UniGe da tutto il mondo per imparare le tecniche operatorie


Proseguono le visite di chirurghi da tutto il mondo che arrivano alla Clinica di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Università di Genova per imparare le tecniche operatorie impiegabili nella terapia mininvasiva dell’emicrania. Nella prima settimana di maggio 2024, è stata la volta di chirurghi da Oxford (UK), Saragoza (Spain), Praga (Czech rep.), Ecuador e Vietnam.

L’emicrania è una patologia cronica, molto invalidante, che interessa circa il 30% della popolazione. Per curarla, quando la terapia farmacologica non risulta efficace o quando gli effetti collaterali sono difficilmente sopportabili, da alcuni anni è possibile avvalersi di una terapia chirurgica mininvasiva. Edoardo Raposio, docente UniGe di Chirurgia plastica del Dipartimento di scienze chirurgiche e diagnostiche integrate - DISC, da anni coordina il primo gruppo europeo in tale ambito, con la più ampia casistica e attività scientifica internazionale.

La terapia chirurgica mininvasiva, indicata per casi selezionati di emicrania e cefalea muscolo-tensiva, si basa sulla liberazione di alcuni nervi superficiali, che in questi pazienti sono infiammati e scatenano gli attacchi. La cefalea può essere accompagnata da altri sintomi quali fastidio alla luce e al movimento, nausea, vomito, ecc.. I nervi che si possono infiammare essenzialmente sono tre; è da questi che parte il dolore, che poi si irradia in altre parti della testa: uno a livello occipitale (alla base del collo, nella regione posteriore della nuca), uno alle tempie (con un dolore tipicamente pulsante), uno sotto il sopracciglio. Con un piccolo intervento mininvasivo, in anestesia locale, effettuato in regime di Day surgery, questi nervi sono “liberati” e disinfiammati. La percentuale di successo della terapia è prossima al 90% dei pazienti operati, con minima convalescenza e minimi effetti collaterali.

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Chirurghi da tutto il mondo con Edoardo Raposio
Chirurghi da tutto il mondo all'Università di Genova
Edoardo Raposio al centro della foto