Il sapere che trasforma: presentati i risultati dei progetti di ricerca Pnrr

Presentazione dei risultati progetti PNRR - 21 novembre 2025
Palazzo Tursi – 21 novembre 2025

Con un workshop aperto alla cittadinanza e organizzato nell'ambito della Genova Smart Week 2025, l’Università di Genova ha presentato i progetti realizzati con i fondi del Pnrr, tra cui Raise, Mnesys, Serics e Nest.

Dopo i saluti istituzionali, a cura della sindaca di Genova Silvia Salis, si sono susseguiti gli interventi di: Laura Gaggero, prorettrice alla ricerca, Gabriele Caviglioli, delegato al trasferimento tecnologico, ai brevetti e agli spin-off, e Patrizia Cepollina, dirigente Area ricerca, trasferimento tecnologico e terza missione.

Presentazione risultati UniGe Pnrr – 21 novembre 2025
Presentazione risultati UniGe Pnrr
Palazzo Tursi, Genova – 21 novembre 2025

Laura Gaggero – «Il Pnrr si articola in quattro programmi strategici che operano su tre diversi livelli di maturità tecnologica (TRL). Alla base di questa struttura troviamo i Partenariati Estesi, focalizzati sulla ricerca fondamentale: da qui sono scaturiti progetti che hanno scalato i TRL, raggiungendo in molti casi la maturità necessaria per il mercato. Seguono i Centri nazionali e l'Ecosistema dell'innovazione, che ha visto la sinergia dei tre principali attori scientifici del territorio: l'Università di Genova, il CNR e l'IIT.
A tre anni dall'avvio, i risultati ottenuti permettono di proseguire su questa scia virtuosa. Tuttavia, è fondamentale ricordare che il Pnrr è stato un "flash flood" di risorse: un'ondata improvvisa che abbiamo il dovere di ottimizzare. UniGe gestisce oggi 39 progetti per un finanziamento di circa 100 milioni di euro, ma il dato più rilevante riguarda il capitale umano: oltre ai 400 ricercatori strutturati già coinvolti, abbiamo reclutato più di 100 tra giovani scienziati, assegnisti di ricerca e dottorandi, oltre a personale tecnico-amministrativo. È questo il nostro vero valore aggiunto: le persone rappresentano una risorsa ben più preziosa dei finanziamenti stessi.
La parola chiave di questa nuova fase è competizione. Già dai primi bandi, il Pnrr ha tracciato una nuova frontiera nell'approccio ai finanziamenti, imponendo un cambio di mentalità. Dobbiamo superare le logiche puramente territoriali per abbracciare la condivisione delle risorse con i partner di progetto. Questo scenario richiede un’elevata densità di relazioni e la creazione di partenariati dinamici e attivi.
Infine, questa stagione di investimenti ha dato vita a nuove entità legali preposte alla gestione e all'organizzazione della ricerca, che oggi rappresentano gli interlocutori diretti dei Ministeri. In questo contesto, l'integrazione in tali aggregazioni è essenziale: restarne fuori significherebbe, per le università, perdere un ruolo primario a livello nazionale. Questa è la nostra nuova sfida».

Gabriele Caviglioli – «Questi progetti afferiscono alla Missione 4 del Pnrr, "Dalla ricerca all'impresa", il cui obiettivo centrale è il trasferimento tecnologico. In ambito accademico, questo processo rappresenta il punto di giunzione tra la ricerca pura e la Terza Missione, traducendo il sapere in un concreto impatto socio-economico.
La certezza odierna è che abbiamo generato una ricerca di altissima qualità, vero motore dell'innovazione. Studi recenti dimostrano come l'innovazione nei settori ad alta intensità di conoscenza produca un effetto di spill-over tecnologico e organizzativo su altri comparti dell'economia, innescando una sorta di contaminazione virtuosa. I dati sono eloquenti: ogni euro di valore aggiunto generato dall'innovazione produce un effetto moltiplicatore di 3,9 sul PIL. Inoltre, un incremento di dieci miliardi nel valore aggiunto si traduce, nel triennio successivo, in una crescita media della produttività dello 0,59% e nella creazione di circa 161.000 posti di lavoro.
Nonostante queste potenzialità, il sistema italiano del trasferimento tecnologico non appare ancora pienamente all'altezza delle aspettative. Per capitalizzare l’impatto della nostra ricerca, è necessario un cambio di paradigma.
Un ringraziamento doveroso va alla componente amministrativa del nostro Ateneo, che ha permesso di intercettare questi fondi operando con immenso senso di responsabilità e dedizione, superando le notevoli complessità burocratiche.
Tuttavia, per il futuro dell'Ateneo e del Paese, sono necessari interventi strutturali:

  • semplificazione – incrementare i finanziamenti a sostegno della ricerca adottando modalità di fruizione più agili
  • proprietà Intellettuale – favorire la produzione di brevetti attraverso incentivi che non siano solo economici, ma che premino la carriera dei ricercatori
  • valorizzazione – sostenere attivamente il passaggio delle tecnologie brevettate dal laboratorio al mercato.

In conclusione, auspico che i fondi Pnrr dedicati al trasferimento tecnologico segnino l'inizio di una svolta. L'obiettivo è che la ricerca pubblica nazionale diventi finalmente uno strumento sistemico di crescita, partendo proprio dal consolidamento delle strutture e delle reti nate grazie a questi investimenti».

Patrizia Cepollina – «Dal punto di vista gestionale, abbiamo affrontato il Pnrr non come una sommatoria di singoli interventi, ma come un sistema integrato. Nonostante l’eterogeneità e le specificità dei molti progetti, abbiamo operato come un'unica grande squadra, mettendo a fattor comune competenze trasversali e d'eccellenza.
In questo senso, il Pnrr è stato un vero e proprio incubatore formativo: il personale dei dipartimenti e delle strutture centrali è cresciuto professionalmente all'interno di questo percorso, dando vita a un nuovo modello organizzativo nella gestione dei progetti. Questo patrimonio di conoscenze non andrà disperso; al contrario, il Ministero continuerà a promuovere finanziamenti basati su questo schema, permettendoci di consolidare le attività e le buone pratiche sviluppate.
Per me questo punto è cruciale: investire nel capitale umano significa riconoscere che il "sapere che trasforma" non è esclusivamente scientifico, ma anche gestionale e relazionale. L’epoca del passaggio dalla ricerca all’impresa non è un traguardo lontano, ma una realtà che viviamo quotidianamente. La nostra struttura è già attivamente impegnata nel supporto ai centri di ricerca e nel dialogo costante con il tessuto imprenditoriale.
Fortunatamente, l'Ateneo vanta una rete territoriale storicamente solida. Oggi stiamo restituendo valore a quanto seminato in questi tre anni, un arco temporale brevissimo per progetti di tale portata. Il nostro obiettivo è chiaro: trasformare questo patrimonio di ricerca in spin-off, startup e brevetti, elevando sensibilmente l'indicatore di imprenditorialità accademica dell’Università di Genova.
A breve, nel mese di gennaio, pubblicheremo il catalogo delle Infrastrutture di Ricerca, profondamente potenziate dai finanziamenti Pnrr. Si tratta di tecnologie d’avanguardia su cui costruire nuova conoscenza, ma anche di asset accessibili alle imprese attraverso servizi dedicati e modelli di gestione improntati alla massima trasparenza. Questo è il nostro presente e la base su cui poggia la nostra strategia di trasferimento tecnologico».

Poster progetti Pnrr
I poster dell'evento di presentazione dei risultati Pnrr.
Palazzo Tursi – 21 novembre 2025