“Studiare comunicazione non serve a nulla”. Ecco perché è un falso mito
Chi si avvicina alla formazione accademica in tema di comunicazione può trovarsi di fronte a stereotipi che sminuiscono il valore del percorso, ma la realtà è ben diversa.
Una laurea nel campo della comunicazione offre una preparazione solida e versatile, in linea con le esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Una competenza chiave, che apre le porte a numerose opportunità professionali in svariati settori, dai media tradizionali ai nuovi canali digitali.
Sfatare i falsi miti
È un luogo comune il fatto che una laurea nel campo della comunicazione sia inutile ma i dati dimostrano il contrario. Le competenze umanistiche, sociali e tecnologiche acquisite durante il percorso rendono i laureati estremamente versatili. Secondo l'ultimo report di Almalaurea, il tasso di occupazione di chi ha conseguito una laurea in comunicazione raggiunge il 76,3% a un anno dal titolo, salendo all'85,6% dopo cinque anni. Questi numeri smentiscono l'idea che non ci siano sbocchi professionali.
Negli ultimi anni, il settore ha saputo adattarsi alla trasformazione digitale e alle nuove esigenze aziendali, offrendo opportunità nel giornalismo, nel digital marketing, nelle relazioni pubbliche e nel social media management, in ambito sia pubblico sia privato. Non si tratta di una laurea fine a sé stessa, ma di un percorso che insegna a comprendere e gestire i processi comunicativi in modo efficace, aprendo la strada a diverse carriere.
L'opinione diffusa che la comunicazione sia un'attività alla portata di tutti è uno degli stereotipi più insidiosi. Sebbene sia vero che chiunque può aprire un blog o un profilo social, la capacità di progettare strategie efficaci, analizzare dati, scrivere contenuti mirati o comprendere il comportamento del pubblico richiede una preparazione professionale e competenze specifiche.
Il settore della comunicazione è in continua evoluzione e richiede un costante aggiornamento. Occorre munirsi di strumenti teorici e pratici per sviluppare un pensiero critico e per affrontare con successo le sfide di un ambiente altamente competitivo.
Il corso di laurea "Media, comunicazione e società"
Scegliere di studiare comunicazione è una decisione consapevole per chi vuole comprendere l'universo dell'informazione e dei media. Il corso di laurea "Media, comunicazione e società" dell'Università di Genova è stato ideato per fornire una preparazione solida e professionalizzante, analizzando i processi di comunicazione e dei media in tutte le loro dimensioni: socio-culturali, economiche e tecniche.
Il corso si distingue per la sua struttura, che offre la possibilità di scegliere tra due curricula specifici: uno orientato agli aspetti digitali e tecnologici della comunicazione, l'altro con una vocazione più sociologica. Questa duplice prospettiva permette a studenti e studentesse di acquisire competenze fondamentali per il mondo del lavoro, dalla capacità di analizzare criticamente l'informazione alla progettazione di strategie di comunicazione e alla creazione di contenuti digitali efficaci. Si tratta di un iter formativo che supera i luoghi comuni, dimostrandosi la scelta giusta per chi aspira a una carriera in settori dinamici e in continua trasformazione.
Riformato a partire l'anno accademico 2022-23 dal precedente "Scienze della comunicazione" per rispondere ai cambiamenti sociali e tecnologici di questi tempi, il corso di laurea "Media, comunicazione e società" dell'Università di Genova ha proclamato nel 2025 i suoi primi laureati.
Dall'Università di Genova al festival dei sogni
Con un background in scienze umane, Nicolò Bono ha scelto il corso "Media, comunicazione e società" dell'Università di Genova per inseguire un sogno: diventare un punto di riferimento nel mondo degli eventi, ideando e gestendo un grande festival, preferibilmente musicale. Nonostante lo scetticismo iniziale di chi gli ripeteva che studiare comunicazione fosse inutile per trovare lavoro, Bono ha sempre creduto che il mondo professionale avesse bisogno di figure capaci di gestire e valorizzare la comunicazione. Le sue aspettative sono state ampiamente soddisfatte: il corso gli ha fornito le basi teoriche e pratiche necessarie, sviluppando competenze trasversali e specifiche, dal marketing all'editing video.
Alla domanda diretta: «Quali erano le sue aspettative in merito a formazione e introduzione al mondo del lavoro?», Nicolò Bono risponde: «Appena terminata la triennale sono riuscito facilmente a entrare nel settore degli eventi, un ambito che trovo estremamente stimolante. Ho messo a frutto molte delle competenze acquisite nei tre anni all'Università di Genova: dal marketing, materia rivelatasi essenziale in questo contesto, alla semiotica e alle capacità oratorie. Anche le competenze tecniche hanno avuto un ruolo importante: le basi di editing e montaggio, ad esempio, vengono insegnate in una corso a scelta del terzo anno che si chiama "Laboratorio di audio e video". In definitiva, posso dire che le mie aspettative in merito alla formazione sono state ampiamente rispettate; io cercavo un percorso formativo sulla comunicazione che mi potesse fornire le basi, in ambito informatico e sociologico, e si concentrasse sullo sviluppo delle capacità oratorie, skill fondamentale per il mondo della comunicazione. Ecco, "Media, comunicazione e società" è riuscito, in questo senso, a soddisfare tutte queste mie esigenze».
Grazie all'appoggio del suo relatore, Fulvio Marcello Zendrini, Bono ha avuto l'opportunità di intervistare Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, per la sua tesi di laurea. Ricordando quel momento, Bono racconta: «Avevo già avuto esperienze di intervista in altri festival, ma non mi era mai capitato di moderare un colloquio lungo ben quaranta minuti. All’inizio ero agitato: mi ripetevo che mi trovavo nello studio di uno degli uomini più brillanti degli ultimi settant’anni, capace di trasformare una protesta in piazza a Roma contro l’apertura di un McDonald’s in un movimento internazionale fondato su principi tanto solidi quanto onorevoli del "buono, pulito e giusto". Petrini ha saputo mettermi subito a mio agio, rispondendo in modo chiaro ed esaustivo a tutte le mie domande. Alla fine, si è anche concesso per qualche chiacchiera informale e mi ha regalato un suo libro, gesto che ho profondamente apprezzato. La mia gratitudine nei suoi confronti era tale che ho deciso di stampare una copia extra della tesi e, in occasione della presentazione di Cheese 2025, sono riuscito a consegnargliela di persona».
Dalla teoria alla pratica, il percorso di Nicolò Bono dimostra come un'ambizione, sostenuta da un'adeguata formazione e da un impegno concreto, possa tradursi in un'esperienza professionale ricca e gratificante. La sua storia conferma che una laurea in comunicazione, lungi dall'essere inutile, rappresenta un trampolino di lancio strategico per chi, come lui, non si accontenta di un traguardo, ma punta a costruire, passo dopo passo, il proprio "festival dei sogni".
