Diritto alla salute, diritto all’esistenza
Un workshop e una mostra, per riflettere su ruoli e responsabilità
Le persone che hanno sperimentato la migrazione, le barriere linguistiche, le disuguaglianze di genere, le incomprensioni culturali e le combinazioni di tali condizioni sono soggette a pregiudizi e incontrano ostacoli che compromettono l’accesso a servizi sanitari efficaci. Le barriere comunicative all'interno del percorso di assistenza, in particolare nei servizi di salute mentale, impediscono di riconoscere i bisogni di salute, di garantire un accesso agevole ai servizi e, in ultima analisi, di fornire una risposta appropriata.
Il workshop
Ripartendo dai risultati dell'edizione 2023, che prese spunto dal quadro globale dei determinanti sociali della salute e dei modelli per l’equità, il Joint Workshop 2024 “Mental health for all, from evidence to engagement – Adozione di modelli equi ed efficaci per affrontare le barriere linguistiche” si basa sugli obiettivi condivisi di tre progetti europei: il progetto AMIF MentalHealth4All (2022-2024), l'azione Jean Monnet Santé (2022-2025) e il progetto Erasmus+ Dialogos (2022-2025). Diversi i temi in gioco: il diritto alla salute degli stranieri, in particolare delle persone con una recente esperienza migratoria; la comunicazione interlinguistica in sanità, che consente di godere di tale diritto; le disuguaglianze di salute e la necessità di affrontare i determinanti sociali per promuovere l'equità.
Il Joint Workshop 2024 pone l'attenzione sugli interventi per affrontare le barriere linguistiche incontrate nei servizi sanitari dall'utenza con scarsa conoscenza della lingua locale, con particolare attenzione ai percorsi migratori, alle differenze linguistiche e culturali, alla salute mentale e alla salute delle donne. La discussione ha come focus l'efficacia di questi interventi, i loro punti di forza e i loro svantaggi e l'analisi di come i modelli innovativi possano essere adottati in modo efficace e responsabile.
Grazie alle connessioni stabilite dai tre progetti che sostengono l’iniziativa, al workshop partecipano esperti internazionali negli ambiti della salute globale (Sara Albiani, OXFAM Italia), delle diseguaglianze di salute (Giuseppe Costa, Università di Torino), della mediazione linguistica e della formazione degli interpreti (Lieven Buysse, KU Leuven; Natacha Niemants e Nicoletta Spinolo, Università di Bologna-Forlì), dell’adozione di strumenti efficaci nella pratica clinica (Mike-Oliver Mösko, Università di Amburgo; Alessandra Lo Scalzo, Agenas). Insieme a loro, i rappresentanti di organizzazioni di advocacy rivolte alle persone migranti (Leila Benhaddou Ruiz, Madrid; Filiz Yeşil, Amsterdam).
Il workshop è aperto a operatori e a formatori nel campo della salute, della comunicazione multilinguistica in ambito sanitario, e/o dell’accoglienza di persone migranti, interessati a condividere in modo multidisciplinare e multiprofessionale i possibili percorsi per migliorare l’accesso ai servizi da parte delle persone con esperienza migratoria – from evidence to engagement, dalle prove di efficacia all’impegno per il diritto alla salute.
Gli interventi sono riportati nel programma allegato.
La mostra
Al termine del workshop, inaugurazione della mostra “Sea ghosts”, un progetto artistico di Bruce Clarke che rende omaggio alle vittime dei percorsi migratori nel Mediterraneo attraverso un metaforico velo d’acqua, una sottile patina d’acqua che potrebbe salvarli o inghiottirli, fatta di fragilità, incanto e pericolo.
Lo scopo della mostra è rendere omaggio alle migliaia di persone anonime che hanno rischiato e rischiano tutto per ottenere una vita migliore per sé e per le proprie famiglie. Sospese nella sala vi sono le rappresentazioni simboliche di migranti scomparsi in mare. Le immagini vogliono restituire a queste persone morte in mare una presenza che è stata loro negata nel mondo.
"Sea ghosts" è inaugurata dal rettore dell'Università di Genova, Federico Delfino, e dal direttore della Biblioteca universitaria di Genova, Paolo Giannone, con l'intervento di Shahram Khosravi (Università di Stoccolma), antropologo e scrittore.
Bruce Clarke è visual artist e fotografo. Nato a Londra, da tempo vive a Parigi. Dal 1989 espone a livello internazionale. Militante antiapartheid in Francia accanto all’African National Congress, in seguito attivo nella trasmissione della memoria del genocidio in Rwanda.
6 giugno 2024
Biblioteca universitaria di Genova, via Balbi 40, Genova
Workshop – dalle 14:00 alle 17:00
Accesso libero, senza prenotazione, fino a capienza massima (40 partecipanti).
Presente un servizio di interpretazione simultanea.
Per informazioni, contattare gli organizzatori:
- Emilio Di Maria, Nora Gattiglia, Carlotta Gualco, Mara Morelli, Stefania Muzi, Cecilia Serena Pace – Università di Genova
- Gaddo Flego – Ospedale Evangelico Internazionale, Genova
- Ilaria Galasso – Technical University of Münich
- Anna Siri – Università Telematica Pegaso e Università di Genova
Mostra – dalle 17:30 alle 18:30
Organizzata dalla Biblioteca universitaria di Genova, dopo il vernissage la mostra resterà aperta fino al 21 giugno 2024.
Per informazioni:
- +39 010 2546431
- bu-ge.eventiculturali@beniculturali.it