Faculty Development: la via italiana al 3° convegno nazionale

Faculty development: la via italiana

L'Università di Genova, con la collaborazione di ASDUNI (associazione italiana per la promozione e lo sviluppo della didattica, dell’apprendimento e dell’insegnamento in università), organizza il 3° Convegno nazionale su Faculty Development: la via italiana, che si svolgerà online il 28 e 29 ottobre 2021, un evento divenuto un punto di riferimento nazionale sui temi della formazione e lo sviluppo delle competenze didattiche dei docenti universitari e dell’innovazione didattica.

Scopo del convegno è stato quello di proporre una riflessione sulla via italiana al Faculty Development, presentando i tanti progetti realizzati nelle università italiane, valorizzando la molteplicità di approcci e la grande ricchezza di esperienze. La maggioranza delle università italiane, infatti, ha avviato in questi ultimi anni programmi di formazione, condivisione di buone pratiche attraverso la creazione di comunità apprendenti, gruppi intra e inter-ateneo, per sviluppare le competenze didattiche dei propri docenti e promuovere processi di innovazione didattica.

un gruppo di docenti UniGe durante un progetto di innovazione didattica (foto pre-lockdown)
Un gruppo di docenti UniGe durante un progetto di innovazione didattica (foto pre-lockdown)

Innovare la didattica

Innovare la didattica significa innanzitutto riconoscere il protagonismo dello studente. Ciò richiede un cambio culturale rilevante, che implica l’abbandono di strategie di insegnamento fondate unicamente sulla trasmissione di contenuti (teacher centered) e l’adozione di nuovi paradigmi ispirati alla logica learned-centered per la costruzione di competenze (Weimer 2013 e Felisatti E. 2020).
La capacità di resilienza e di innovazione dimostrata dalle università italiane per fronteggiare la situazione emergenziale dalla primavera del 2020 è la dimostrazione del valore del Faculty Development, ovvero della formazione, dell’aggiornamento, della ricerca didattica sviluppata per e con i docenti universitari. Fra i tanti insegnamenti di cui cerchiamo di fare tesoro, a seguito di questa pandemia, c’è infatti anche quello relativo all’importanza della didattica. La sua temporanea sospensione, nelle prime settimane del marzo 2020, e la sua trasformazione in didattica a distanza, per tutti i mesi successivi, ha dimostrato quanto fosse una risorsa data per scontata e talvolta poco curata. Il fermo forzato ha imposto a tutti gli atenei e ai loro docenti di rallentare e riflettere sulla didattica, sulla sua qualità, sul suo valore.

UniGe ha fatto tesoro dell’esperienza e ha beneficato di un processo di rinnovamento della didattica che aveva iniziato già da alcuni anni. Già dal 2016, infatti, l’ateneo aveva attivato una serie di iniziative volte alla formazione dei docenti sui temi dell’innovazione didattica. 
Le strategie e le tecniche per l’insegnamento e l’apprendimento non escludono per forza la tradizionale lezione frontale, ma la affiancano con approcci che sono volti a porre lo studente al centro del processo formativo. A partire dalla definizione degli obiettivi di apprendimento, sino alle metodologie didattiche e valutative più idonee per stimolare l’apprendimento, la partecipazione, la conoscenza critica, i docenti dell’Università di Genova inseriscono nella loro attività didattica elementi di innovazione.

In UniGe già 23 corsi con didattica riprogettata

Fino a oggi sono stati seguiti 23 corsi di studi in percorsi che prevedono un supporto metodologico alla riprogettazione della didattica di numerosi insegnamenti, progetto che ha ricevuto notevoli riscontri positivi sia da parte dei docenti, sia degli studenti che hanno beneficiato della didattica innovativa. Gli interventi sono stati numerosi e variegati, a titolo di esempio si menziona l’accompagnamento dei docenti allo sviluppo di forme di didattica sempre più orientate a stimolare la partecipazione attiva degli studenti. Le lezioni frontali e monodirezionali hanno lasciato spazio a forme di didattica basate sull’apprendimento per problemi, su approcci di tipo cooperativo e collaborativo, sulla classe capovolta, sulla simulazione, sul dibattito in aula, sulla realizzazione di progetti di gruppo.

A tali processi di innovazione si sono aggiunti interventi mirati a potenziare le competenze didattiche dei docenti mediante le tecnologie digitali, sotto la necessità, e opportunità, data dall’emergenza pandemica. Per l’anno accademico 2021-22 altri dieci corsi di laurea saranno seguiti in progetti di supporto metodologico e alcuni di essi vedranno il coinvolgimento di tutti gli insegnamenti del corso di studi. Nel frattempo, continueranno ad essere seguiti gli altri 23 corsi di laurea, con l’obiettivo di rendere sempre più sistemici e diffusi gli interventi di innovazione didattica, estendendosi dal supporto mirato a specifici insegnamenti, a modelli di sviluppo dell’intero corso di studi.

Contemporaneamente a queste iniziative di innovazione didattica dei corsi di laurea, UniGe sviluppa decine di eventi formativi sui temi della didattica per docenti neoassunti, ma anche per tutti coloro che desiderino approfondire temi come, ad esempio, la didattica inclusiva, la didattica partecipativa, nuove strategie formative ispirate al confronto con modelli internazionali. Inoltre, sono attive comunità di pratiche in tutte le Scuole dell’ateneo, ossia incontri periodici di confronto fra docenti sulle proprie esperienze nella formazione. 
Oggi i tempi sono maturi per la definizione di un programma su scala nazionale, che valorizzi le numerose esperienze e iniziative sviluppate finora e le risorse economiche stanziate nel PNRR per qualificare e innovare, attraverso un insieme di misure, i percorsi universitari ne sono una prova tangibile. 

Le conclusioni del convegno

Il momento storico vede la convergenza di tendenze che portano alla valorizzazione della didattica e dell’apprendimento, sia tramite iniziative locali, sia mediante indicazioni definite a livello ministeriale.

Occorre stimolare una serie di proposte che diano consistenza alle ricche esperienze e competenze che i vari atenei hanno consolidato in questi anni, affinché non siano passivi recettori di indicazioni, ma interlocutori pronti e credibili con chi si sta impegnando a impostare direttrici che riguarderanno il nostro lavoro negli anni a venire.

Le prospettive future riguardano la continuazione dei lavori dei SIG e un coordinamento fra i facilitatori dei SIG per la redazione di un documento che, a valle del convegno di Genova, delinei la via italiana al Faculty Development.