Affrontare le sfide globali con il G7 di Capri
Incontro tra i ministri degli esteri del G7 (G7 Foreign Ministers’ Meeting)
I ministri hanno rinnovato il loro impegno a sostenere le regole del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, e i principi umanitari, attraverso la protezione dei diritti umani, universali, indivisibili, interdipendenti e interconnessi, e l’affermazione della dignità di tutti gli individui.
Hanno ribadito la necessità di intraprendere un'azione collettiva per preservare la pace e la stabilità e per affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico, l'inquinamento, la perdita di biodiversità, la salute globale, l'istruzione, la disuguaglianza di genere, la povertà, l'insicurezza alimentare e la malnutrizione, l'estremismo violento e il terrorismo, l'integrità dell'informazione e una transizione digitale che rispetti, protegga e promuova i diritti umani e le libertà fondamentali.
Hanno affermato il loro impegno a favore di società libere e principi democratici, dove tutte le persone possano esercitare apertamente i propri diritti e le proprie libertà. Hanno, altresì, affermato il loro impegno nei confronti dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e nel rilanciare gli sforzi verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), poiché le crisi multidimensionali, e in particolare la pandemia e i gravi conflitti in corso, hanno ostacolato i progressi verso il loro raggiungimento. A questo scopo, hanno ribadito la loro volontà di continuare a lavorare in stretta collaborazione con i loro partner e all’interno dei pertinenti forum multilaterali, come il G20.
Le sfide globali richiedono solidarietà e una risposta internazionale coesa, alla ricerca di soluzioni condivise per la pace, la stabilità e lo sviluppo, senza lasciare indietro nessuno.
Promuovere la collaborazione con il mediterraneo e l’Africa
I ministri hanno affermato che continueranno ad approfondire il partenariato con i paesi africani e le organizzazioni regionali, compresa l’Unione africana (UA). Hanno accolto con favore la partecipazione dell’UA al G20 come membro permanente e hanno ribadito il loro sostegno al patto del G20 con l’Africa.
Il partenariato G7-Africa è guidato dagli obiettivi dell’Agenda 2063 dell’UA, dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell’Accordo di Parigi.
Le conseguenze dell’aggressione russa e la sua trasformazione in armi delle forniture alimentari e delle risorse energetiche hanno colpito in particolare molti paesi vulnerabili, in particolare in Africa. In questa prospettiva, la guerra della Russia si sta rivelando non solo una guerra contro l’Ucraina, ma contro i più poveri e vulnerabili del mondo.
I ministri hanno inoltre ribadito la loro forte partnership in transizioni giuste ed ecologiche, verso emissioni nette pari a zero come fulcro dello sviluppo sostenibile, e sono pronti a dare nuovo slancio al perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). Insieme all’intera comunità internazionale e alle parti interessate al di fuori del governo, hanno affermato che si deve lavorare urgentemente in partenariato per accelerare i progressi verso l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, in linea con l’impegno unanime riaffermato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso settembre.
I ministri degli esteri del G7 sostengono pienamente gli sforzi del G20 volti a migliorare l’attuazione del “quadro comune” in modo prevedibile, tempestivo, ordinato e coordinato, fornendo chiarezza ai partecipanti. Hanno riconosciuto l’importanza di soluzioni efficaci e a lungo termine, promuovendo il coordinamento tra i creditori ufficiali bilaterali e privati. Riconoscendo come le vulnerabilità del debito rappresentino una sfida significativa da affrontare al più presto, hanno chiesto alle banche multilaterali di sviluppo e alle istituzioni finanziarie per lo sviluppo di continuare a svolgere un ruolo chiave per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso maggiori finanziamenti, consulenza politica e assistenza tecnica a beneficio dei paesi in via di sviluppo, in particolare dei paesi più poveri e fragili del continente.
Per lo sviluppo economico, è fondamentale garantire a tutti l’accesso a sistemi alimentari sostenibili e resilienti, all’assistenza e alla sicurezza sanitaria, nonché a un’energia pulita, economica, affidabile, sostenibile e moderna. I ministri hanno ribadito il loro impegno a sostenere i governi africani mentre affrontano le condizioni che portano al terrorismo, all’estremismo violento e all’instabilità, nel rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto. Sviluppo e democrazia si rafforzano a vicenda: da qui, l’importanza di elezioni libere ed eque per soddisfare le esigenze e le aspettative dei cittadini. Non sono mancati accenni preoccupati per le attività del gruppo Wagner, sostenuto dal Cremlino, e di altre forze emergenti sostenute dalla Russia, che stanno producendo un impatto destabilizzante, in particolare in Nord Africa, Africa centrale e nel Sahel.
Affrontare la migrazione irregolare, promuovere speranza e opportunità
Con riferimento alle migrazioni, i ministri degli esteri del G7 hanno riconosciuto che gli sfollamenti forzati e la migrazione irregolare devono essere affrontati in modo integrato, globale ed equilibrato, in uno spirito di responsabilità e impegno congiunti, in conformità con il diritto internazionale e nel pieno rispetto dei diritti umani.
Hanno ribadito il sostegno ai partner nell’affrontare le cause profonde dell’instabilità in Africa e in altre regioni e paesi di origine, promuovendo nel contempo un ciclo di crescita fondato sull’enorme potenziale del continente africano, in particolare in vista di una transizione giusta e pulita e di una crescita dell’accesso all’energia elettrica, che offra anche soluzioni alternative alla migrazione irregolare.
Si sono dichiarati pronti ad affrontare collettivamente i fattori che determinano la migrazione, anche attraverso un migliore sfruttamento e coordinamento dei finanziamenti per lo sviluppo e il clima, sostenendo gli stati fragili e afflitti da conflitti e i paesi africani che ospitano un gran numero di sfollati e rafforzando nel contempo la capacità internazionale di affrontare il cambiamento climatico, i conflitti, la povertà di apprendimento e altri fattori che determinano la migrazione.
A tal fine, è risultata chiara la necessità di costruire sinergie tra le iniziative di tutti i partner e le istituzioni. I ministri hanno riconosciuto che il cambiamento climatico è un moltiplicatore di rischio che ha già un forte impatto sulla mobilità umana. Da qui, la necessità di rafforzare ulteriormente le misure di riduzione del rischio di catastrofi, adattamento e resilienza, al fine contrastare le cause dello sfollamento involontario nel contesto del cambiamento climatico.
I ministri hanno poi dichiarato che bisogna impedire ai trafficanti, e in particolare ai trafficanti di esseri umani, di continuare le loro attività nefande sconvolgendo i loro modelli di business. Hanno riconosciuto che le donne e le ragazze sono particolarmente colpite dalla tratta di esseri umani, in particolare dalla tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Le Nazioni Unite e le Agenzie ad essa collegate hanno un ruolo importante da svolgere in questo senso. Così come i paesi di origine, transito e destinazione, che devono lavorare insieme per fermare il traffico di migranti e la tratta di esseri umani e sostenere la dignità e il valore della persona umana, in linea con la Carta delle Nazioni Unite. Obiettivo fondamentale per cui i Paesi del G7 s’impegnano a trovare strategie di soluzione nel quadro dei loro obblighi internazionali, è quindi quello ridurre la migrazione irregolare, prevedere una migrazione regolare, sicura e ordinata sulla base delle pertinenti normative nazionali sovrane e rafforzare la cooperazione contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani.
A questo proposito, essi hanno riconosciuto il “Processo di Roma”, avviato nel luglio 2023 con una Conferenza internazionale su migrazione e sviluppo” con il duplice obiettivo di combattere i trafficanti e i trafficanti di esseri umani e sostenere lo sviluppo economico. Essi hanno preso inoltre atto del “Piano Mattei per l'Africa” lanciato dall'Italia, ricordato anche la Dichiarazione di Los Angeles sulla migrazione e la protezione e il quadro giuridico multilaterale sulla migrazione e sulla protezione dei rifugiati. Constatando che i percorsi di migrazione legale possono contribuire alla crescita economica e al lavoro dignitoso, in linea con gli standard internazionali nei paesi di origine e di destinazione, i ministri quanto hanno espresso l’auspicio che sia data consistenza e coerenza agli investimenti in aree di priorità condivisa per l’Africa, tra cui la sicurezza alimentare, la nutrizione, lo sviluppo rurale sostenibile, la transizione energetica, lo sviluppo di infrastrutture sostenibili, inclusive, resilienti e di qualità, al fine di colmare il divario digitale, l’istruzione, la formazione e la competenze, uguaglianza di genere e buon governo.
Sulla base di uno scambio reciprocamente vantaggioso, affrontando le questioni su un piano di parità e garantendo l’allineamento con le esigenze e le priorità dell’Africa identificate dall’Unione africana, dai governi africani e dai loro popoli, i Paesi del G7 si sono quindi impegnati durante il Vertice di Capri a intensificare gli sforzi per raggiungere risultati concreti di sviluppo sostenibile, contribuendo alla stabilizzazione delle aree di crisi, combattendo il fondamentalismo e affrontando le cause profonde dei flussi migratori irregolari.
Promuovere un Indo-Pacifico libero e aperto, gestire l’impegno in Asia
La regione dell’Indo-Pacifico è un motore chiave per la crescita globale, con oltre la metà della popolazione mondiale. I Ministri degli esteri del G7 hanno ribadito l'impegno per un Indo-Pacifico libero e aperto, basato sullo stato di diritto, che sia inclusivo, prospero, sicuro, fondato sul rispetto del diritto internazionale, in particolare della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e dei principi di integrità territoriale, sovranità, risoluzione pacifica delle controversie, libertà fondamentali e diritti umani. Hanno sottolineato come la pace e la stabilità della regione contribuiscano anche alla prosperità e allo sviluppo dell’intera comunità internazionale e come gli sviluppi in quella regione possano incidere direttamente sulla sicurezza euro-atlantica. Hanno riaffermato le iniziative individuali dei membri del G7 e hanno accolto con favore quelle dei loro partner, come ASEAN, IORA, Australia, Repubblica di Corea, India e altri paesi dell’Asia meridionale e delle isole del Pacifico, per rafforzare il loro impegno nella regione. Hanno sottolineato come anche in questo teatro internazionale sia fondamentale rafforzare ulteriormente il coordinamento al livello dei G7 e sia importante lavorare in stretta connessione con tutti i partner regionali. Hanno riaffermato il loro pieno sostegno alla centralità e all’unità dell’ASEAN, nonché alle iniziative volte a promuovere la cooperazione regionale in linea con le prospettive dell’ASEAN sull’Indo-Pacifico. Hanno sottolineato il loro impegno a rafforzare ulteriormente la loro partnership con i paesi delle isole del Pacifico, sostenendo le loro esigenze e i loro sforzi nell’attuazione della Strategia 2050 del Forum delle Isole del Pacifico per il continente blu del Pacifico. Ulteriori prese di posizione si attendono dalla la quarta conferenza internazionale sui piccoli stati insulari in via di sviluppo, che si terrà a St. John’s, Antigua e Barbuda, 27-30 maggio 2024 sul tema “Tracciare il percorso verso una prosperità resiliente”. Amplieranno il loro sostegno alla società civile, al settore privato e ai piani del mondo accademico per la promozione di un Indo-Pacifico libero e aperto.
Affrontare le sfide globali
Sul tema della sicurezza alimentare e della sicurezza nutrizionale, i Ministri degli esteri del G7 hanno espresso preoccupazione per la crescente insicurezza alimentare e malnutrizione derivanti dall’impatto combinato del cambiamento climatico, della perdita e del degrado degli ecosistemi, del numero crescente di conflitti, delle pressioni inflazionistiche e del ridotto spazio fiscale in molte economie in via di sviluppo. Si sono impegnati in particolare ad affrontare, insieme ai loro partner, il peggioramento della crisi alimentare che colpisce alcune parti dell’Africa, nella consapevolezza che rafforzare la resilienza dei sistemi agroalimentari è necessario per affrontare efficacemente l’insicurezza alimentare e la malnutrizione. Ciò rende anche in questo campo più urgente che mai l’azione coordinata a livello internazionale: la sicurezza alimentare e nutrizionale è una sfida per la comunità internazionale e non solo per i paesi colpiti, soprattutto nei punti caldi della fame in Africa e altrove, che sono vulnerabili agli shock climatici e legati ai conflitti. I Ministri hanno riaffermato la loro intenzione di aumentare gli investimenti per costruire sistemi alimentari più resilienti e sostenibili, per contribuire a mitigare i futuri shock alimentari e diversificare le catene di approvvigionamento alimentare. A tal fine, hanno riaffermato il loro impegno a contribuire alla trasformazione sostenibile e resiliente dei sistemi alimentari, nello spirito della Roadmap for Global Food Security-Call to Action e della Call to Action for Accelerated Food Systems Transformation del Segretario Generale delle Nazioni Unite, emessa all’ONU Food Systems Summit +2 tenutosi nel luglio 2023 a Roma. Hanno ricordato la Dichiarazione d’azione di Hiroshima per una sicurezza alimentare globale resiliente, pubblicata dai leader del G7 e dai paesi invitati, riaffermando inoltre il loro sostegno alla Dichiarazione del G20 di Matera sulla sicurezza alimentare, la nutrizione e i sistemi alimentari e all’Alleanza globale del G7 per la sicurezza alimentare. I Ministri hanno inoltre affermato l’importanza di sostenere l’efficienza nell’uso dei fertilizzanti e le catene del valore, compresa la produzione locale di fertilizzanti. Il G7 è impegnato per il successo del prossimo Summit sulla Nutrizione per la Crescita nel 2025 e riconosce l’importanza della collaborazione con le agenzie FAO, IFAD e PAM, con sede a Roma, e del ruolo svolto dal Comitato per la sicurezza alimentare mondiale come piattaforma inclusiva e multilaterale per lavorare solidalmente sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione. In continuità con la Dichiarazione dei leader degli Emirati Arabi Uniti sull'agricoltura sostenibile, i sistemi alimentari resilienti e l'azione per il clima, approvata alla COP28 da 159 paesi, i Ministri del G7 hanno ribadito la volontà di rafforzare gli sforzi per affrontare il nesso sicurezza alimentare-cambiamento climatico in un modo coerente e pragmatico, anche attraverso iniziative come la Vision for Adapted Crops and Soils (VACS). Hanno anche sottolineato la necessità di un migliore coordinamento delle iniziative e dei progetti internazionali volti a contrastare l’insicurezza alimentare e la malnutrizione al fine di massimizzare la fornitura e l’impatto delle risorse già esistenti. A tal fine, risulta fondamentale l’individuazione di soluzioni finanziarie innovative per i sistemi alimentari, in particolare attraverso il coinvolgi mentendo di investimenti privati responsabili. In tema di resilienza e sicurezza economica ed energetica, di clima e ambiente, i Paesi del G7 stanno affrontando la triplice crisi globale senza precedenti del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento che si rafforzano a vicenda e sono intrinsecamente collegati, nonché la crisi energetica globale in corso, minacce alla salute e danni ambientali, compresi quelli causati o esacerbati dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Anche in questo caso, la comunità internazionale è chiamata a riunirsi e agire con decisione, indipendentemente dalle divisioni geografiche o politiche, adottando collettivamente misure concrete per raggiungere l’obiettivo globale di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali e raggiungere lo zero globale delle emissioni nette (CHG) entro il 2050. A tal fine, i Ministri hanno riaffermato a Capri il loro impegno e hanno ribadito l’appello a tutti i paesi affinché contribuiscano agli sforzi globali volti ad accelerare la transizione dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato, sostenibile ed equo. Hanno riconosciuto la necessità primaria di accelerare la transizione verso emissioni nette pari a zero entro il 2050, garantendo al contempo politiche di diversificazione delle fonti e degli approvvigionamenti energetici per affrontare i potenziali rischi per la sicurezza dei sistemi energetici, in modo coerente con i loro obiettivi climatici e di sostenibilità. Si tratta quindi di promuovere l’efficienza energetica come “primo combustibile” e accelerare lo sviluppo e la diffusione di energia pulita, sicura e sostenibile, riducendo al contempo la dipendenza dai combustibili fossili. I Ministri hanno dichiarato che è necessario intraprendere azioni per aumentare l’accesso all’elettricità e alla cucina pulita, nonché per accelerare transizioni energetiche sostenibili, giuste e inclusive nei paesi emergenti e in via di sviluppo e per continuare gli sforzi per attuare rapidamente i partenariati per una transizione energetica giusta. Si sono dichiarati determinati a promuovere un’energia conveniente, affidabile, sostenibile e moderna in Africa. Con questo obiettivo, sotto l’impulso della Presidenza italiana, hanno auspicato di proseguire le discussioni su come il G7 possa concretamente contribuire al progresso industriale dell’Africa e alla sua crescita sostenibile, resiliente e inclusiva. La connessione tra clima, ambiente ed energia è fondamentale per compiere progressi verso gli obiettivi ambientali e in materia di cambiamento climatico, attuando nel contempo transizioni economicamente sostenibili, giuste e rapide. Cogliere le opportunità offerte da soluzioni tecnologiche innovative e allineare i flussi finanziari globali per sostenere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e del Quadro Globale sulla Biodiversità di Kunming-Montreal sarà fondamentale per garantire la prosperità e la sostenibilità ambientale, promuovendo contestualmente lo sviluppo e la riduzione della povertà, in particolare nei paesi in via di sviluppo. I Ministri hanno sottolineato il ruolo del G7 nel promuovere l’attuazione dello sforzo globale CMA5 per triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramenti dell’efficienza energetica a livello globale entro il 2030, considerando le circostanze nazionali, e hanno accolto con favore il consenso raggiunto al CMA5, invitando tutte le parti a contribuire alla sua realizzazione e a svolgere un ruolo chiave nella definizione di sistemi energetici sicuri e inclusivi, a partire da aree strategiche. Tra questi, un ruolo chiave è rappresentato da fonti rinnovabili, anche da origine biologica sostenibile, energia nucleare per chi sceglie di usarla, compresi reattori modulari avanzati e di piccole dimensioni, efficienza energetica, riduzione delle emissioni di metano in linea con il Global Manthrop Pledge, decarbonizzazione, tecnologie innovative come l’idrogeno rinnovabile e tecnologie di gestione del carbonio. Tali obiettivi strategici saranno perseguiti attraverso catene di approvvigionamento sicure, resilienti, accessibili e sostenibili per minerali e materie prime essenziali, anche nell’ambito della Minerals Security Partnership (MSP) e del Forum MSP, e attraverso l’attuazione del Piano in cinque punti per la sicurezza dei minerali critici adottato dal G7 Climate Energy e Ministri dell’Ambiente. I Ministri hanno sottolineato inoltre le opportunità offerte dall’economia circolare, compreso il riciclaggio e l’efficienza delle risorse, nonché le tecnologie innovative. Investire nell’innovazione dovrebbe anche aiutare ad affrontare il tema chiave della riduzione delle emissioni di gas serra nei settori ad alte emissioni e a promuovere lo sviluppo di un’economia circolare. Sfruttare i finanziamenti del settore privato e i meccanismi di finanziamento innovativi sono passi importanti per sostenere le transizioni energetiche nei paesi in via di sviluppo, aumentare le risorse per l’adattamento e la resilienza e consentire azioni di risposta efficaci alle perdite e ai danni subiti dai paesi in via di sviluppo. cambiamenti, soprattutto nei SIDS e nei paesi meno sviluppati. La transizione verso un’economia a emissioni nette zero, sostenibile, resiliente al clima e rispettosa della natura, priva di inquinamento e circolare non ha coinfini e dovrà necessariamente coinvolgere tutti i membri della società. Le donne, i giovani e le popolazioni indigene tendono a sostenere il peso maggiore dei disastri legati al cambiamento climatico. In questo contesto, i Ministri hanno posto particolare enfasi sulla necessità di dare potere a questi settori sociali e di includerli negli sforzi per affrontare il cambiamento climatico e il degrado ambientale, sottolineando l’importanza delle soluzioni basate sulla natura in questo contesto. Un problema globale che richiede attenzione urgente è l’inquinamento da plastica, per affrontare il quale occorre un accordo globale ambizioso ed efficace. La perdita di biodiversità rappresenta una minaccia altrettanto grave. Il clima, la biodiversità e la salute umana sono correlati e interdipendenti. I Ministri hanno ricordato il loro impegno ad attuare il Quadro Globale sulla Biodiversità Kunming-Montreal in modo completo e rapido e a raggiungere ciascuno dei suoi obiettivi e traguardi, al fine di arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Hanno sottolineato inoltre il ruolo del G7 nel promuovere l'attuazione dello sforzo globale CMA5 per arrestare e invertire la deforestazione e il degrado forestale entro il 2030. Per raggiungere gli scopi a favore dell’ambiente, i Paesi del G7 si sono impegnati a mobilitare finanziamenti da tutte le fonti pertinenti e ad allineare i flussi finanziari e fiscali, ove opportuno, compresa l’assistenza internazionale allo sviluppo, con il GBF, con l’auspicio che anche le banche multilaterali di sviluppo (MDB) aumentino i finanziamenti all’ambiente entro la CBD COP16. I Ministri degli Esteri del G7 hanno accolto con favore la Decisione del Global Stocktake sull’importanza dell’ambiente per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sulla temperatura, anche attraverso l’arresto e l’inversione della deforestazione e del degrado forestale entro il 2030. Dato il rischio di una crisi idrica globale e la diffusa mancanza di accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, hanno chiesto anche una più forte collaborazione a livello multilaterale in linea con la Risoluzione UNEA-6 sull’acqua, accogliendo con favore la Strategia a livello di sistema delle Nazioni Unite sull’acqua e i servizi igienico-sanitari e impegnandosi ad attuare l’Agenda d’azione per l’acqua, risultato chiave della Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua del 2023. Hanno chiesto inoltre la tempestiva nomina di un inviato speciale delle Nazioni Unite sull’acqua.
Affrontare le questioni regionali
Per quanto concerne le questioni regionali, i ministri del G7 riuniti a Capri hanno affrontato in particolare le questioni relative a Balcani occidentali, Caucaso meridionale, Paesi dell’Asia centrale, Afghanistan. Su quest’ultimo punto, hanno riaffermato l’impegno a sostenere il popolo afghano e condannato le continue e sistematiche violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte dei Talebani, in particolare dei diritti politici, economici e sociali delle donne e delle ragazze, nonché dei diritti dei membri delle minoranze etniche e religiose, rammaricandosi profondamente che i Talebani non abbiano compiuto alcun passo serio per avviare un processo politico inclusivo per garantire la pace e la stabilità nel Paese.
I ministri hanno inoltre invitato alla vigilanza contro il rischio che l’Afghanistan funga da base di riferimento per il terrorismo internazionale e all’impegno per garantire la mobilità sicura di tutti i cittadini afghani, nonché l’accesso agli aiuti umanitari. I ministri hanno sostenuto infine il mandato del Rappresentante Speciale del Segretario Generale, della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) e del Relatore Speciale sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan e si sono impegnati a nominare rapidamente un inviato speciale delle Nazioni Unite, in linea con le raccomandazioni della Valutazione Indipendente delle Nazioni Unite e come richiesto dalla Risoluzione 2721 del Consiglio di Sicurezza.
Cooperazione con l’America Latina e i Caraibi
Anche nell’ambito latino-americano e caraibico, i ministri degli esteri del G7 hanno auspicato una cooperazione maggiore, sulla base di valori comuni e interessi condivisi. I ministri si sono impegnati a collaborare ulteriormente con la regione per affrontare le sfide globali, anche proteggendo il sistema internazionale basato sulla cooperazione internazionale e sul diritto internazionale, affrontando i disastri naturali e il cambiamento climatico, contrastando la criminalità organizzata transnazionale e promuovendo il commercio e gli investimenti volti a migliorare il contesto socio-economico resiliente.
* Federico Zapparata è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell'Università di Genova, l'articolo è supervisionato dalla professoressa Daniela Preda (direttrice del DISPI).