I sentieri di Ipazia

Il teatro come specchio dell'uomo

Drammaturgia come scomposizione e ricomposizione di un rapporto tra il singolo e la collettività, come assunzione di responsabilità nei confronti del reale, come perimetro di scritture che racconti la vocazione teatrale dell’individuo e colga del teatro la sua capacità di porsi come primaria fonte e forma di conoscenza del mondo. È questa la traccia lungo la quale continua a scriversi una millenaria storia incaricata di riassumere a raccontare le vicende umane.

Oggi si scrive molto per il teatro, con esiti diseguali certamente, ma testimoniando comunque un’esigenza ancora viva e necessaria. In Italia, l’importante tradizione di scrittura per il teatro, continua e prolifera in concorsi e edizioni che vengono incontro alla costante domanda di nuovi testi da rappresentare. Nel tempo sono cambiate le forme, i linguaggi, i referenti, la scrittura stessa è andata incontro alle modificazioni culturali, alla richiesta, alle attese, alle domande poste dalla collettività di persone e di spettatori. Ciò nonostante alcune permanenze hanno segnato un lungo percorso di appartenenze e riconoscimenti tra autori e scritture: l’esigenza di richiamarsi a generi tradizionalmente connotati, commedia, tragedia che, soprattutto in Italia, si fatica ad abbandonare; ricorrere a temi e personaggi che, ugualmente, affiorano da tratti tradizionali e convenzioni che appartengono alla storia sociale e teatrale. Non ultimo, riconsiderare sulla scena drammaturgie che hanno segnato questo lungo percorso, poiché ne sopravvive l’urgenza evocativa che si attualizza nel suo ri-farsi.

Il Premio Ipazia alla nuova drammaturgia

Tra le iniziative che rispecchiano tale animosità e presenza di autori e relativi testi, il Premio Ipazia alla nuova drammaturgia si distingue per la caratura delle sue iniziative, collegate al Festival dell’Eccellenza al Femminile dal 2012, il cui cuore pulsante e mente progettuale, giunta quest’anno alla ottava edizione, è la compagnia genovese Schegge di Mediterraneo, diretta da Consuelo Barilari. Valorizzare, stimolare e accogliere forme di scrittura drammaturgica germogliate sul territorio nazionale è la scommessa del Premio Ipazia, un processo di ascolto e di formazione destinato alla drammaturgia delle donne, che indaga e racconta il femminile nelle sue sfumature. Elemento caratterizzante di questo vero e proprio laboratorio è la stretta relazione creata fra le drammaturghe concorrenti e gli esperti del settore, il cui ruolo supera quello della mera giuria giudicatrice. Sin dalla sua prima edizione, il premio offre la possibilità di lavorare su un tema, un focus su temi legati alla dimensione del femminile.

Lo specchio segreto di Ipazia

La raccolta delle opere premiate

«Si tratta di drammi dove la componente mitica, storica e sociologica è forte ma non sovrasta mai una teatralità adattabile a diversi tipi di allestimento», scrive Silvana Zanovello nella Prefazione al volume Lo specchio segreto di Ipazia. Donne nella Drammaturgia Contemporanea (ed. De Ferrari, 2019), curato da Consuelo Barilari, rimarcando la necessaria corrispondenza funzionale fra drammaturgia e messinscena, prospettiva essenziale nella scrittura teatrale. Il volume raccoglie le sette opere premiate nelle edizioni del Premio Ipazia, dal 2012 al 2018, più due progetti speciali fuori concorso. I testi qui raccolti testimoniano, come rileva Silvana Zanovello, la razionalizzazione in atto nelle produzioni contemporanee resa necessaria dalla riduzione degli organici e dei costi di produzione degli spettacoli che, drammaturgicamente, corrisponde alla diminuzione di personaggi, una necessità coniugata con la reinvenzione di molta drammaturgia contemporanea.

L’antologia offre spazio alla drammaturgia delle donne (comprende anche il testo di un candidato maschile), uno spaccato di una produzione culturale che, in Italia, è in via di affermazione e che il Premio Ipazia testimonia. I temi e le storie sono massimamente connessi con il reale, urgenza pienamente avvertita, in varie forme, dal teatro contemporaneo. I personaggi delineati in queste storie si staccano dalla pagina e animano un teatro immaginario che la loro forza evocativa installa nel lettore-spettatore, tanto da augurarne la prova effettiva sulla scena. Affiorano vissuti, vicende che giornalmente popolano le nostre strade, i condomini, la cronaca, in cui la donna è variamente protagonista.

di Carlo Fanelli