Riflessioni sulla cultura della legalità
Riflessioni sulla cultura della legalità
Prendendo il via dalle celebrazioni per la giornata internazionale contro la corruzione, che ricorre il 9 dicembre, l’Università di Genova ha aperto le sue porte per ospitare un incontro di formazione e di sensibilizzazione sui temi della trasparenza dell’azione amministrativa e di lotta al fenomeno corruttivo, incontro giunto alla sua terza edizione e diventato pertanto una consuetudine per il nostro Ateneo.
L’evento, aperto alla comunità accademica e ai rappresentanti delle altre istituzioni presenti sul territorio, si è posto l’obiettivo di riflettere sulle ricadute economiche e sociali del fenomeno corruttivo, da qui il titolo del convegno “Riflessioni sulla cultura della legalità”.
Etica, trasparenza, integrità, lotta alla corruzione sono infatti questioni entrate a far parte in modo rilevante dell’agenda politica e amministrativa del nostro Paese - in particolare dall’entrata in vigore della legge 190 del 2012 - e rappresentano un significativo segnale dell’importanza attribuita alle questioni etiche nei processi di sviluppo e di competitività dell’economia in Italia.
Nell’ambito del convegno, svoltosi il 18 dicembre nella suggestiva cornice dell’Aula Magna di Palazzo Balbi, è emerso chiaramente, dall’analisi di numerose ricerche compiute in ambito nazionale e internazionale, il legame tra i livelli di corruzione e i livelli di sviluppo socio-economico. In termini generali tali effetti negativi sono di due ordini:
- danni di ordine economico (investimenti, crescita economica, livelli di sviluppo, ecc.);
- danni di carattere sociale e morale (sfiducia nelle istituzioni, conflitti sociali, diseguaglianza, ecc.)
Diversi interventi hanno ribadito come la corruzione sia fortemente correlata alla qualità dei servizi pubblici. Una scarsa qualità dei servizi, dovuta a inefficienze o carenze organizzative, rappresenta un contesto fortemente favorevole all’emergere dei fenomeni corruttivi. Risulta pertanto necessario realizzare in primis un approccio culturale alla trasparenza e all’integrità quali strumenti di prevenzione della corruzione, indispensabile per porre le basi condivise e omogenee di un linguaggio etico comune nella pubblica amministrazione.
Dopo i saluti del Rettore e l'introduzione del Responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione, la giornata di formazione si è articolata in due sessioni, la prima focalizzata sugli aspetti economici del fenomeno corruttivo e la seconda su quelli sociali.
Con il contributo dei relatori - esperti in diversi campi di indagine e di ricerca – che hanno animato il dibattito di fronte a una folta platea, sono stati infatti esaminati, da diverse angolature, i consistenti impatti economici della corruzione e le sue implicazioni sociali, nonché analizzati i possibili scenari evolutivi della prospettiva socio-economica del fenomeno corruttivo.
Ha aperto i lavori della prima sessione, moderata da Luca Beltrametti, Direttore del Dipartimento di Economia, Gisella De Simone, Prorettore per gli Affari generali e legali, che nell’intervento “Sorvegliare e punire”? Verso un modello partecipato di lotta alla illegalità” ha trattato, dalla prospettiva del diritto del lavoro, un argomento molto interessante e al contempo complesso.
Maurizio Conti, docente di Economia, ha affrontato una tematica sempre più attuale e di particolare interesse per tutta la collettività presentando un’”Analisi degli effetti economici della corruzione e della lotta alla corruzione”.
Ha concluso la prima sessione Gerolamo Taccogna, docente di Diritto amministrativo, trattando una questione che ci riguarda molto da vicino, visti i molteplici adempimenti che la normativa ci impone, e cioè “I costi della trasparenza come strumento di controllo dell’azione amministrativa”.
La seconda sessione, incentrata sui risvolti sociali del fenomeno corruttivo, è stata moderata da Isabel Fanlo Cortés, docente di Sociologia del Diritto.
Mauro Barberis, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università di Trieste, nel suo intervento “Corruzione: una prospettiva realistica” ha illustrato tre strategie per combattere la corruzione: una morale, o moralistica, una giuridica, o legalistica, e una politica, o istituzionale.
Il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa ha coinvolto la platea affrontando la tematica della manifestazione più evidente di una distorsione profonda nel rapporto tra istituzioni e cittadini e cioè “Politica e corruzione: un binomio inscindibile?” sicuramente un tema molto sentito da tutti coloro che hanno a cuore la legalità.
Nell’intervento di chiusura “La percezione della corruzione, i mutamenti valoriali e la fiducia nelle istituzioni” Stefano Poli, docente di Sociologia generale, ha presentato la lettura di alcuni rapporti statistici sulla corruzione pubblica percepita e il declino della fiducia nell’apparato pubblico, dai quali emergere la necessità, al di là degli adempimenti normativi introdotti, di operare interventi che migliorino il rapporto tra cittadini e istituzioni.
Saranno pubblicati a breve sul sito istituzionale di Ateneo gli atti del convegno dello scorso anno.