Oltre la storia: riflessioni sulle giornate di studio dedicate a De Gasperi e all'Europa

Il Dipartimento di scienze politiche e internazionali - DiSPI dell'Università di Genova ha organizzato due giornate di studio su "De Gasperi, la Democrazia Cristiana e la costruzione europea", in collaborazione con il Comitato nazionale per le Celebrazioni dell’80° anniversario della nascita della Democrazia Cristiana.

Le giornate si sono tenute, a marzo 2025, significativamente nell’Aula Mazzini di via Balbi 5, a Genova: un’aula in cui risuona l’eco dell’impegno del genovese Giuseppe Mazzini per la costruzione dell’Italia e dell’Europa.

I lavori sono stati introdotti dall’on. Ortensio Zecchino, presidente del Comitato nazionale per le Celebrazioni dell’80° anniversario della nascita della Democrazia Cristiana, che all’inizio degli anni Ottanta ha avuto un ruolo rilevante nella stesura del progetto di Trattato di Unione europea approvato a larga maggioranza dal Parlamento europeo nel febbraio 1984.

Giornate di studio su De Gasperi – 27 marzo 2025
Giornate di studio su De Gasperi
27 marzo 2025, aula Mazzini, via Balbi 5, Genova
Daniela Preda, direttrice del Dipartimento di scienze politiche e internazionali - DiSPI e responsabile scientifico del convegno, propone alcune riflessioni sull'evento e sui temi trattati.

Il convegno è stato proposto in un periodo in cui è importante riscoprire le radici del processo di unificazione europea, mentre sono in corso di ridefinizione gli equilibri di potere a livello mondiale nell’epoca del travagliato passaggio al post bipolarismo e l’Europa divisa continua ad avere un ruolo marginale; mentre la guerra è tornata sul continente e a distanza di 70 anni dal fallimento della CED si torna a parlare di una difesa europea, senza tuttavia affiancarla, come faceva De Gasperi, a una politica estera e a una statualità comune; mentre è cambiato profondamente l’atteggiamento del governo nei confronti dell’UE; mentre il ruolo attivo e propulsivo che l’Italia ha sempre avuto nel processo d’integrazione europea viene messo in discussione, assieme ai valori fondanti presenti nel Manifesto di Ventotene; mentre si avvicina l’anniversario storico del "rilancio europeo" deciso alla Conferenza di Messina del giugno 1955 che avrebbe aperto le porte ai Trattati di Roma.

In questo momento storico, così denso di significati, le giornate di studio hanno inteso riscoprire le radici e i valori su cui si è fondato e si è sviluppato, a partire dall’immediato secondo dopoguerra, il progetto rivoluzionario di un’Europa unita, garante di pace, libertà e sviluppo economico e sociale, in grado di superare l’anarchia del sistema europeo degli Stati, limitando le sovranità nazionali in una prospettiva sovrannazionale. Al centro della ricerca scientifica è il ruolo avuto dalla Democrazia Cristiana, e quindi dalla maggior parte dei governi italiani, nel processo d’integrazione europea dal secondo dopoguerra sino all’inizio degli anni Novanta, con "puntate" significative sia agli antesignani dell’europeismo cattolico nel periodo tra le due guerre e nell’immediato dopoguerra, sia verso la prospettiva post Maastricht.

Contrariamente a una vulgata che tende a sminuire il ruolo giocato dall’Italia, il governo italiano – basandosi sull’art. 11 della Costituzione, espressione e punto di coesione di culture politiche diverse, che consentiva «in condizioni di parità con gli altri Stati», di realizzare le «limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni» –, è stato protagonista attivo, e talora trainante, del processo d’integrazione continentale, nella consapevolezza che la nuova Italia, per essere vitale, dovesse essere europea.

I relatori hanno approfondito la vocazione europeistica di alcune tra le figure più significative dell’europeismo democristiano: Alcide De Gasperi, leader indiscusso del processo di unificazione europea negli anni Cinquanta, la cui proposta d’inserire l’esercito europeo in una vera e propria Comunità politica europea – la "nostra Patria Europa" – con istituzioni democratiche di carattere federale, è di estrema attualità oggi; Aldo Moro, che alla Conferenza dell’Aja del 1969 perorò la causa di istituzioni europee comuni e di una politica per la gioventù; Emilio Colombo, che sostenne il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, elaborando con il ministro degli esteri tedesco Genscher, nel 1981, un famoso Piano di rilancio dell’integrazione europea; Giorgio La Pira e il ruolo centrale dell’Europa nella sua geopolitica storico-spirituale.

È stato ricordato, tra gli altri, anche il ruolo di due democristiani liguri insigni: il genovese Paolo Emilio Taviani, presidente della delegazione italiana alla Conferenza per la CECA, e il savonese Carlo Russo, giudice della Corte europea per i diritti dell’uomo dal 1981 al 1998.

Le giornate di studio hanno dato spazio a personalità poco conosciute ma che è possibile annoverare tra i padri fondatori dell’Europa: Piero Malvestiti, vicepresidente, nel 1958, della prima Commissione europea e presidente, dal ’59 al ‘63, dell’Alta Autorità della CECA; Enzo Giacchero, primo rappresentante italiano nell’Alta Autorità della CECA; Ludovico Benvenuti, capo della delegazione italiana alla Conferenza intergovernativa di Bruxelles per il Mercato comune e l’Euratom, segretario generale del Consiglio d’Europa dal ’57 al ’63; Celeste Bastianetto.

C'è stato tempo per soffermarsi su alcune delle politiche che più hanno caratterizzato l’azione italiana nelle Comunità europee: la politica sociale, la politica agricola, la politica di cooperazione allo sviluppo, la politica di unificazione economica e monetaria, continuativamente perseguita durante i governi Andreotti, a partire dal 1972, con la nascita del Serpente monetario europeo in seguito alla sospensione della convertibilità del dollaro in oro proclamata da Nixon nell’agosto del ’71, sino alla nascita dello SME a fine anni Settanta e al varo, nel 1992, dell’Unione economica e monetaria.

Emerge un’Italia che ha costantemente respinto ogni esclusivismo e assolutismo nazionale, proponendo un nuovo ordine europeo di carattere sovrannazionale, basato sul diritto e sulle istituzioni; un’Europa modello di pace per il mondo, nella cooperazione e nella solidarietà, un’Europa che esalta le autonomie all’interno di un disegno unitario.

Daniela Preda – Giornate di studio su De Gasperi – 27 marzo 2025
Daniela Preda alle Giornate di studio su De Gasperi
27 marzo 2025, aula Mazzini, via Balbi 5, Genova
di Eliana Ruffoni