Sordocecità e LIS tattile: un incontro più forte di ogni barriera

LIS tattile: una lezione universitaria su uno dei metodi di comunicazione utilizzati dalle e con le persone sordocieche

Il 28 novembre 2023 si è tenuta presso il Dipartimento di lingue e culture moderne*, una lezione sulla sordocecità e, in particolare, sulla LIS tattile (LISt), uno dei metodi di comunicazione utilizzati da e con le persone sordocieche: Danilo Monteverde, docente LIS e di lingua e traduzione tedesca all'Università di Genova, ha invitato come ospite Graziella Andrei, una persona che, a causa della sindrome di Usher di tipo 1, non può né vedere né sentire.

Graziella Andrei è sorda profonda dalla nascita e, con l’avanzare dell’età, ha sviluppato la retinite pigmentosa, una degenerazione progressiva della retina che porta chi ne soffre a sviluppare una visione tubulare, ovvero un restringimento del campo visivo che rende estremamente difficile percepire gli elementi del mondo tangibile.

Fin dall’infanzia la vita di Graziella Andrei non è stata semplice: la madre voleva a tutti i costi educarla con un approccio oralista, spingendola a parlare e a comprendere gli altri attraverso il labiale, rifiutando e addirittura vietandole l’utilizzo della LIS. Il padre, invece, non prestando attenzione ai consigli dello zio, che suggeriva una visita medica, sottovalutava le continue perdite di equilibrio di Graziella, che intanto aveva iniziato a perdere la vista.

Graziella Andrei ha iniziato a frequentare gli istituti per persone sorde e ha imparato autonomamente – e segretamente – la LIS. Ha cominciato così a utilizzare una comunicazione bimodale, parlando a casa e segnando con le altre persone sorde. Questa sua scelta di apprendere la LIS nonostante i divieti è stata lungimirante, poiché le ha reso più automatico il passaggio alla LISt (LIS tattile) nel momento in cui ha iniziato a perdere la vista.

Sordocecità e lis tattile UniGe

Come funziona la LISt?

Durante l’atto comunicativo la persona sordocieca appoggia le proprie mani su quelle dell’interlocutore segnante e, attraverso la forma e il movimento assunti da queste, riesce a riconoscere il segno. Tuttavia, non è né immediato né scontato che chi conosce la LIS riesca a declinarla nella sua versione tattile. 
 
Graziella Andrei e Danilo Monteverde, che per tutto l’incontro ha interpretato per le persone presenti, hanno dato una dimostrazione pratica di come avviene la comunicazione attraverso la LISt, portando l’attenzione sulle diverse accortezze che è necessario adottare affinché i segni vengano compresi correttamente e sia possibile limitare i fraintendimenti. Inoltre, sono stati presentati anche alcuni segni dell’haptic, un codice che si integra alla LISt e viene utilizzato per trasmettere informazioni di contesto, fornire feedback, descrivere un luogo o richiamare l’attenzione della persona sordocieca.

Sordocecità e lis tattile UniGe

La quotidianità di una persona sordocieca

Graziella Andrei ha mostrato i diversi strumenti di uso quotidiano che aveva portato con sé: il suo bastone bianco e rosso, distintivo delle persone sordocieche, le mollettine che utilizza per non perdere la biancheria mentre fa il bucato, alcuni libri in braille, un orologio che funziona tramite le vibrazioni, alcuni giochi da tavolo e un grande tablet che utilizza come telefono, sfruttando contrasti di colore che le permettono ancora, grazie al suo residuo visivo, di comunicare con le altre persone anche in questa modalità. È infatti importante tenere a mente che la luce e i colori svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito della comunicazione con le persone sordocieche (per esempio, è importante indossare vestiti scuri in modo da far risaltare le mani mentre si segna e assicurarsi di non essere controluce).

Tutti questi strumenti permettono alle persone sordocieche di vivere la loro quotidianità in modo sostanzialmente indipendente. Graziella Andrei vive da sola, è in grado di spostarsi autonomamente nei dintorni di casa, per altre attività, come le commissioni in posta o al supermercato, ha bisogno del supporto di altre persone e, in particolare, dei volontari della Lega del Filo d’Oro.


* L'iniziativa è stata resa possibile grazie al supporto della Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università di Genova.

di Francesca Gensini e Angelica Giunta