UniGe approva il Piano spostamenti casa-università
Il settore dei trasporti è uno dei principali responsabili del consumo di energia e co-produttore di emissioni inquinanti, insieme ad altri settori tra i quali edilizia, industria e terziario; è evidente che, in termini di sostenibilità e di lotta al cambiamento climatico, sia urgente e imprescindibile agire su tale settore.
In quest'ottica va letta la redazione del PSCU – Piano spostamenti casa-università già approvato dal consiglio di amministrazione di UniGe nella primavera 2022. Il Piano è stato così definito dal Decreto Interministeriale dell’agosto 2021, nell’idea che i vari organismi sul territorio (enti/aziende) possano fornire un contribuito a migliorare il mosaico complessivo della mobilità urbana, grazie alla pianificazione di azioni concrete volte a ridurre il ricorso al mezzo privato, incentivando l’uso dei sistemi di mobilità collettiva e condivisa.
7 misure nel Piano spostamenti casa-università
UniGe si è fatta parte attiva nel percorso verso una mobilità sempre più sostenibile dei suoi studenti e dipendenti mediante le 7 misure inserita nel Piano, predisposto dalla Mobility Manager Ilaria Delponte e dal gruppo UniGe Sostenibile, guidato dalla prorettrice alla sostenibilità Adriana Del Borghi; tra queste il sostegno alla mobilità ciclabile mediante la realizzazione, in partnership con Comune di Genova, di ciclovie che colleghino i plessi UniGe con le principali stazioni (resa possibile dal finanziamento del MIMS per le Ciclovie Urbane, Decreto 15 dicembre 2021), la sottoscrizione della convenzione con Elettra Car Sharing per un servizio di mobilità condivisa full-electric, l’acquisto di rastrelliere bici, nonché attività di sensibilizzazione sul tema sustainable mobility presso dipendenti e studenti.
2 azioni per la mobilità ciclabile
Specificatamente, 2 azioni sono dedicate al sostegno alla mobilità ciclabile da e verso i plessi universitari: l’acquisto di rastrelliere per dotare le sedi dell’opportuna attrezzatura e la realizzazione di ciclovie universitarie che, dipanandosi nell’area urbana, colleghino i maggiori poli di attrazione (stazioni, punti di interscambio) con gli edifici dell’Ateneo. Per quest’ultima iniziativa, UniGe si avvale di un finanziamento concesso dal MIMS alle Città Metropolitane con sedi universitarie. Con il Decreto dell’agosto 2021, poi rettificato nel successivo n. 509 del dicembre 2021, l’obiettivo del “Rafforzamento della mobilità ciclistica” (PNRR, 4.1) viene perseguito non più solo con ciclovie “universitarie”, ma viene rimodulato il finanziamento in un più complessivo quadro pianificatorio in coerenza con il PUMS.
UniGe, in collaborazione con la Direzione Mobilità e Trasporti del Comune di Genova, ha definito una serie di percorsi che consentano di raggiungere con la bicicletta le diverse polarità della struttura universitaria genovese più agevolmente e in sicurezza. Tale attività progettuale ha riguardato specifici di raccordo tra la rete ciclabile urbana già esistente e le sedi non ancora collegate. Le ultime ricognizioni all’interno delle community UniGe (effettuate nel 2019 e nel 2020 per cogliere gli andamenti durante la fase emergenziale) evidenziano che già il 75% delle persone opta per spostamenti brevi e modalità sostenibili di trasporto (campione del 12%). Ci si aspetta che la spinta verso le modalità green indotte dalla pandemia e la maggiore dotazione favoriscano il ricorso alla mobilità attiva o dolce con una crescita del 10% dei volumi assoluti di spostamenti giornalieri rispetto all’anno precedente e, d'altro lato, un ritorno all'uso dei mezzi privati, la cui quota registrava una riduzione del 20% rispetto all’anno precedente nei mesi successivi all’alleggerimento delle restrizioni, conservando all’incirca lo stesso share del periodo pre-pandemico.
UniGe ha intrapreso il percorso di formazione del PSCU con la consapevolezza non solo della responsabilità nei confronti del territorio in termini di formazione e disseminazione, ma anche del peso che la community universitaria assume in termini numerico-quantitativi all’interno del contesto genovese (essa rappresenta infatti circa il 6% della popolazione), ma anche spaziali e distributivi, disponendo di sedi dislocate in varie zone del del capoluogo ligure.
In seguito a una corposa parte di analisi in cui si evidenziano i dati ottenuti dalle indagini svolte nel 2019 e 2020 sulle abitudini di spostamento (oltre a una contestualizzazione a livello nazionale dei risultati), nel PSCU sono contenute azioni che riguardano le modalità di spostamento di studenti e dipendenti dell'Ateneo genovese. Secondo le stima del Piano, le misure adottate comporteranno una riduzione in termini di gas climalteranti di circa 5.000 tCo2, pari all’abbattimento delle emissioni di circa 1/4 della Community UniGe.
UniGe – Comune di Genova – AMT
Nel merito di quanto già operato nell’ambito del PSCU, l’iniziativa congiunta Comune di Genova-AMT e Università di Genova della campagna abbonamenti gratuiti per le matricole (triennali e magistrali, al primo contatto con UniGe) dell'anno accademico 2021/22 e appena rinnovata per l'anno accademico 2022/23 ha rappresentato una svolta importante per la promozione delle politiche di mobilità sostenibile e per l’incentivo all’utilizzo del Trasporto Pubblico Locale.
Per approfondire il tema, è opportuno ricordare che Genova già si collocava in un’indagine del 2019 tra i sette atenei più virtuosi d’Italia, con poco più del 10% degli spostamenti effettuati esclusivamente con mezzi motorizzati privati.
Si è cercato dunque di innestare l’iniziativa Abbonamenti Gratuiti al TPL su un quadro delineato già positivo, in quanto, coerentemente a quanto avviene per la totalità della popolazione genovese, una buona percentuale (superiore alle altre città metropolitane confrontabili) si sposta a piedi per compiere i tragitti quotidiani e quindi non ha bisogno di usufruire di un veicolo, sia esso privato, pubblico o in sharing. Coerentemente con questo dato, anche le emissioni in termini di CO2 equivalente connesse agli spostamenti della comunità universitaria genovese risultavano significativamente al di sotto della media nazionale (dato inferiore a 4, contro 4.8).
A poco più di un mese dall'attivazione della campagna per l'a.a. 2021/22, i dati evidenziano un'ampia adesione all’iniziativa: 4.251 richieste (al 30 ottobre 2021) su una community di circa 36.000 studentesse e studenti e circa 6.900 aventi titolo (nuove matricole). Nel conteggio degli "aventi diritto all'abbonamento gratuito" figurano anche gli immatricolati di Savona, Imperia e La Spezia che sono meno interessati all’offerta.
All'interno del PSCU, l’azione condotta sul TPL è di gran lunga di impatto maggiore tra quelle dedicate alla Mobilità Sostenibile che coinvolgono circa 9.000 “UniGers".
La promozione del TPL riservata alle nuove matricole UniGe si è svolta storicamente in un contesto assai peculiare, quasi opposto all’iniziativa che è stata intrapresa. La pandemia ha ovviamente sollevato grandi interrogativi sulle prospettive future del Trasporto Pubblico Locale; i mesi di lockdown e le esigenze di distanziamento sociale hanno infatti segnato una significativa battuta d'arresto per il trasporto collettivo. Se infatti su scala nazionale negli ultimi anni il trend nelle città medio-grandi è stato quello di un uso sempre maggiore del TPL, la contingenza storica ha bloccato questo processo: in primis a causa di una contrazione complessiva della domanda di mobilità legata all'interruzione di molte attività e all'adozione su larga scala di misure come la didattica a distanza, e successivamente per la percezione da parte di molti utenti del trasporto pubblico come non sicuro dal punto di vista sanitario.
Al di là del periodo di lockdown, che ha rappresentato uno stop pressoché totale, dall’autunno 2020 si è comunque assistito a un drammatico stop all'espansione della domanda di mobilità degli italiani. Secondo le statistiche pubblicate dal Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile in 3 report periodici, la domanda del traffico automobilistico, del trasporto collettivo e dei treni regionali è diminuita tra il 40% e il 60% rispetto ai dati del 2019. La domanda dei treni ad alta velocità e a lunga percorrenza ha registrato la più drastica riduzione (del 95%) portando un ulteriore fattore d'incertezza per le famiglie nella programmazione degli spostamenti e nella ricerca di alloggi o soluzioni residenziali.
La campagna vaccinale e la progressiva immunizzazione della popolazione hanno portato a un netto miglioramento della situazione sanitaria italiana, tanto che tra la primavera e l'estate 2021 le restrizioni agli spostamenti e il distanziamento sociale sono gradualmente diminuite; questo ha avuto un forte impatto sui dati della mobilità:
- l'aumento del traffico dovuto ai veicoli privati ha raggiunto i livelli del 2019 a settembre 2021 (-2%);
- la domanda di trasporto collettivo e treni è cresciuta più lentamente e settembre 2021 ha registrato un -14% rispetto ai dati del 2019;
- i treni ad alta velocità e lunga percorrenza rappresentavano ancora il settore più critico dove il calo della domanda si attestava intorno al 40% e l'offerta era ancora del 15% inferiore rispetto ai livelli del 2019.
In questo quadro appare significativo incoraggiare la continuazione della strada intrapresa, anche in virtù della comune preoccupazione nei confronti delle giovani generazioni e dell’auspicato progressivo riavvicinamento all’uso del TPL, che, pur interessando tutta la popolazione, vede negli studenti degli efficaci testimonial di modalità green di spostamento urbano.
Approfondimento di contesto normativo-politico
Se è vero che la figura del Mobility Manager era stata già istituita dal Decreto c.d. Ronchi del 1998, essa ha assunto maggiore importanza proprio in virtù della decisa accelerazione verso politiche di mobilità sostenibile e a maggior ragione, in periodo emergenziale. Attualmente, su questo tema, vi sono ben 2 Ministeri che se ne occupano (MITE Ministero per la Transizione Ecologica e MIMS Ministero per la Mobilità Sostenibile).
Come noto, il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 27 Marzo 1998 riguardante la Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane stabiliva che le imprese e gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con complessivamente più di 800 addetti adottano il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente, individuando a tal fine un responsabile della mobilità aziendale. Il piano è finalizzato alla riduzione dell'uso del mezzo di trasporto privato individuale e ad una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico. Tale quadro d’insieme assunse maggiore concretezza con il successivo Decreto del Ministero dell’Ambiente del 20 Dicembre 2000, che recitava: “s’intende promuovere la realizzazione d'interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità, delle persone e delle merci, finalizzati alla riduzione strutturale e permanente dell'impatto ambientale derivante dal traffico nelle aree urbane e metropolitane, tramite l'attuazione di politiche radicali di mobilità sostenibile”.
Il Decreto Legge 73/2021 ha assegnato 50 milioni di euro destinati alle imprese e alle pubbliche amministrazioni (e non direttamente alle aziende di trasporto) che adottano Piani di spostamento affinchè siano parte attiva nella programmazione del servizio, grazie anche al contributo di conoscenza che essi possono apporre nel tracciamento delle dinamiche di spostamento. L’idea generale sottesa è che questo cambio di paradigma potrà avere un effetto di natura strutturale anche una volta terminata l’emergenza dovuta alla pandemia, favorendo una migliore organizzazione dei servizi del Trasporto Pubblico Locale: la direzione è quella di una spinta alla “customizzazione” del servizio e di un'ottica user-oriented del trasporto.