Sulle orme di Dante

A poco meno di 700 anni dalla sua morte (14 settembre 1321) gran parte della vita di Dante rimane avvolta nel mistero: quando è nato? Dove è stato negli anni dell’ esilio? Quando scrisse la Commedia? Le centinaia di biografie dantesche, da quella del Boccaccio (1355) alle più recenti di qualificati studiosi, rispondono a queste e ad altre non meno importanti domande avanzando ipotesi spesso contraddittorie tra loro e valendosi dei pochi documenti credibili a disposizione. I dati inconfutabili sulla vita di Dante sono ben pochi e le maggiori difficoltà riguardano il tempo del suo esilio: il 10 marzo 1302 fu condannato a morte dal Comune di Firenze e quindi messo al bando: la sua cattura lo avrebbe condotto dritto al rogo ed è ovvio che un ricercato voglia lasciare meno tracce possibili dei suoi spostamenti. 

 

Copertina del libro Dante tra noi
La copertina del libro "Dante tra noi"

Ricostruiamo le tappe

Una delle poche certezze documentate sulla vita di Dante riguarda la sua presenza in Lunigiana il 6 ottobre 1306 per compiere una missione diplomatica (questa era l’attività che gli permetteva di essere ospitato dai diversi casati) per pacificare i Malaspina (dello Spino secco pro Ghibellini) con il Vescovo di Luni; quel giorno dunque, sulla base di documenti inoppugnabili, Dante si trovava prima nella piazza della Calcandola a Sarzana e poi a Castelnuovo Magra.
Ma perché, quando e da dove il poeta-diplomatico vi era giunto? A questi interrogativi alcuni biografi rispondono avanzando varie ipotesi o ammettendo che, mancando elementi certi, quelle domande restano senza risposte.
E allora, sulla base di alcuni riscontri testuali e filologici nel mio recente libro Dante tra noi (De Ferrari editore) ho ipotizzato il percorso che Dante potrebbe aver compiuto per raggiungere la Lunigiana nel 1306 al tempo della costellazione dell’Ariete (20 marzo-20 aprile) come si desume da una profezia riportata nel Purgatorio.
All’inizio di quell’anno venne raggiunto dalla richiesta dei Malaspina di compiere la missione diplomatica sopra indicata; è possibile che a loro il suo nome sia stato fatto dagli Scaligeri di Verona dai quali Dante si era recato in missione diplomatica nel 1303 destando tanto apprezzamento da offrirgli quello che nella Commedia definirà il “primo ostello”. I due  casati, entrambi ghibellini, erano legati da motivi politici e dunque i Malaspina, convocando Dante, avevano predisposto le tappe del suo spostamento che, com’era nell’uso per i diplomatici, doveva svolgersi in territori sicuri appartenenti a casati alleati.

Basilica di San Salvatore dei Fieschi
La Basilica di San Salvatore dei Fieschi

Arrivo e soggiorno in Liguria

Dante allora da Verona può essersi spostato a Peschiera, nel poema “bello e forte arnese” per la poderosa fortezza e di qui può essersi imbarcato sul Mincio (allora le navigazioni fluviali erano assai praticate) fino a che “a Governol cade in Po” e sul grande fiume avrebbe attraversato “lo dolce piano” fino a Piacenza per imboccarvi il Trebbia, navigabile per breve tratto per poi proseguire a piedi, in territorio dei Malaspina, fino all’abbazia di S. Colombano di Bobbio, crocevia obbligato per i viandanti che dalla val Padana volevano raggiungere la Liguria.
Percorrendo quindi la trafficata Val Trebbia fino all’altra importante abazia di Patrania (presso Montebruno) si sarebbe poi inerpicato fino al passo del Portello per valicare gli Appennini e scendere verso il villaggio di Siestri, citato nella Commedia nel verso “intra Siestri e Chiaveri s’adima una fiumana bella”, cioè dall’alto scende alla foce il torrente Lavagna che poi diventa Entella. E così, attraversata la Val Fontanabuona fino a San Salvatore dei Fieschi, vi avrebbe ammirato la splendida basilica ultimata a fine ‘200 dal papa Adriano V, protagonista del canto XIX del Purgatorio, al secolo Ottobono dei Fieschi, altro potente casato ligure alleato dei Malaspina.
Raggiunta la costa il percorso sarebbe proseguito via mare da Sestri Levante o via terra sulle tracce dell’antica strada romana per giungere a Lerici, passare davanti alle rovine di Luni (località entrambe nominate nel poema) e arrivare finalmente nei territori dei Malaspina, dove in ottobre Dante svolse la citata missione diplomatica e dove, ospite dei diversi castelli di Mulazzo e  Villafranca in Val di Magra, si trattenne alcuni anni e cominciò, secondo la più credibile delle tante tesi, a comporre la Commedia; e forse aveva ancora ben impresso il ricordo della “selva oscura” attraversata pochi mesi prima al termine della Val Trebbia.   

di Francesco De Nicola