Amici di studio: contro la dispersione scolastica
'Amici' contro la dispersione scolastica
Amici di studio è un progetto per il sostegno relazionale, didattico e psico-pedagogico destinato ai ragazzi della scuola secondaria (medie e superiori) a cura di studenti laureandi in Scienze della formazione in qualità di tutor. Il progetto nasce da una collaborazione tra Agenzia per la famiglia del Comune di Genova, il Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Genova e gli Istituti Comprensivi Sestri Est e Centro Storico.
La frequenza scolastica discontinua, incostante, con risultati non buoni o altalenanti e una difficoltà di rapporti con i docenti e i coetanei può facilmente evolvere in un futuro abbandono scolastico, nonché provocare forme di disagio, anche profondo, danni a breve, medio e lungo termine fino a una vera e propria forma di disagio giovanile.
Amici di studio è un sistema di tutoraggio realizzato nell’ambito del Progetto INFOrmiamoci e APPlichiamoci finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia, che vuole contribuire a ridurre la dispersione scolastica e il disagio giovanile, migliorando i risultati scolastici e le relazioni con docenti e coetanei, sostenendo le famiglie e i ragazzi in particolare su tre ambiti:
- relazionale/pedagogico (combattere la solitudine e avere un riferimento relazionale adulto ma facente parte del mondo giovanile, un “fratello/sorella maggiore”)
- metodo di studio (imparare a organizzare il piano di studio e le attività della settimana, la concentrazione, le tecniche di lettura, rielaborazione e ripetizione)
- approfondimento disciplinare (sostegno su alcune materie).
I tutor
UniGe selezionerà all’interno dei corsi di Scienze dell’educazione e Psicologia alcuni studenti che ricopriranno il ruolo di tutor, attività che sarà loro riconosciuta come tirocinio o stage. I tutor riceveranno una iniziale formazione specifica legata sia ai temi della relazione educativa sia alla capacità di sviluppare metodologie di studio efficaci e adeguate per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado.
Verranno selezionati alcuni tutor coordinatori che avranno il compito di seguire dal punto di vista operativo lo svolgimento del progetto, accompagnare i tutor universitari e interfacciarsi con le scuole, con le famiglie dei ragazzi coinvolti e infine con l’Agenzia per la famiglia.
Dopo la sperimentazione: si parte
Nella prima fase, da maggio a settembre 202, sono stati coinvolti 20 studenti di due scuole secondarie di primo grado (I.C. Sestri Est e Centro Storico). Ogni studente, scelto dalla scuola secondo criteri prestabiliti definiti con l’Agenzia per la famiglia, ha avuto al suo fianco una sorta di fratello/sorella maggiore che lo ha aiutato ad affrontare al meglio e superare difficoltà scolastiche e relazionali.
Dopo la prima fase di sperimentazione, adesso il progetto sarà esteso, coinvolgendo più scuole secondarie e altri studenti universitari tutor.
Simonetta Saveri responsabile di Agenzia per la famiglia e Liana Burlando, di Agenzia per la famiglia e referente del progetto, coordineranno il progetto con le prof.sse Francesca Lagomarsino, Nadia Rania e Alessandra Modugno, docenti dell'Università di Genova, in collaborazione con i dirigenti scolastici e i docenti delegati.
“In questo momento complicato per i nostri giovani è importante creare una rete tra generazioni. I più grandi si occuperanno dei più piccoli ma nello stesso tempo sono certa che riceveranno anche loro tanto da un punto di vista relazionale e di crescita” dichiara Simonetta Saveri.
“In quest’ultimo anno è emerso chiaramente come le disuguaglianze sociali abbiamo amplificato i disagi e le difficoltà create dalla pandemia, colpendo in particolare gli studenti delle fasce sociali più deboli che non hanno potuto contare su un sostegno familiare, relazionale e anche economico significativo. É in continuo aumento la presenza di alunni drop out o che manifestano disagi psicologici ed emotivi. Obiettivo di questo progetto è appunto creare un supporto didattico, ma soprattutto relazionale, in cui gli studenti più grandi fungano anche come modello di riferimento positivo a cui poter guardare in vista dei propri percorsi di vita futuri” afferma Francesca Lagomarsino, docente di sociologia dell'Università di Genova.