L’andamento delle imprese italiane dai bilanci 2021-2023

Il bilancio di esercizio continua ad essere il più potente strumento conoscitivo della gestione aziendale. Il libro "L’economia italiana dai bilanci delle imprese", disponibile gratuitamente sul sito dell’Osservatorio dei Bilanci e della Comunicazione Economica – Finanziaria, riflette sui dati del bilancio di 37.810 società di capitali italiane sul triennio 2021-2023.

Il libro è frutto di una ricerca coordinata da Alberto Quagli, alla quale hanno partecipato Massimo Albanese, Francesco Avallone, Elisa Bonollo, Alessandro Bulgarelli, Costanza Di Fabio, Paola Ramassa ed Elisa Roncagliolo dell'Università di Genova; Katia Corsi e Alberto Ezza dell'Università di Sassari; Lorenzo Simoni dell'Università di Firenze; Alessandro Sura de La Sapienza di Roma.

Il campione studiato spiega oltre il 66% dei ricavi complessivamente generati nel 2023 dalla popolazione di società di capitali, attive, non quotate, non finanziarie, non IFRS adopter e con bilanci disponibili.

Le evidenze presentate forniscono:

  1. un quadro ampio sulla gestione aziendale,
  2. una base per un’analisi macroeconomica basata sul dettaglio delle righe di bilancio,
  3. una descrizione dell’effetto delle regole civilistiche e fiscali sull’economia delle imprese.
L’andamento delle imprese italiane dai bilanci 2021-2023

Patrimonio e reddito: solidità, limitata distribuzione e rilevanza del capitale da valutazione

Le imprese italiane sono patrimonialmente più solide di quanto si pensa. Dal lato del capitale proprio, è in crescita la quota di capitale autogenerato grazie agli utili, impiegati soprattutto per l’autofinanziamento.

Considerando il debito, il 17% delle imprese non ha debiti finanziari e la liquidità supera sempre i debiti finanziari a breve.

Le imprese mostrano livelli molto buoni di performance reddituale. Prevalgono i risultati positivi (90% delle imprese) anche quando scendono i ricavi: gli utili complessivi sono 85 mld nel 2023.

Alla generazione di utili non corrisponde la loro distribuzione: il 40% delle imprese in utile non distribuisce dividendi e, per il 75% delle imprese che li distribuiscono, questi sono esigui.

Il dato stride con la logica dell’equa remunerazione dei proprietari e potrebbe, da un lato, esser spiegato dal timore del futuro e dall’interesse a tutelarsi con maggiori risorse senza aumentare la dipendenza dall’esterno. In questo contesto di imprese con proprietà a base familiare, altra spiegazione riguarda le caratteristiche dell’imprenditore, che, raggiunta una certa ricchezza personale, potrebbe non esser interessato a prelevare risorse dalla società.

Parte cospicua del patrimonio delle imprese è formato dal capitale da valutazione conseguente alle rivalutazioni del 2020-21. Quest’evidenza deve stimolare un monitoraggio delle rivalutazioni per salvaguardare l’attendibilità del patrimonio netto. 
Inoltre, i dati sui piccoli utili, sulle capitalizzazioni e sulle imposte anticipate suggeriscono che il ricorso a politiche di bilancio per mostrare utili è una minaccia effettiva. 

L’andamento delle imprese italiane dai bilanci 2021-2023

Area operativa: rafforzamento della redditività, stabilità del valore aggiunto e crescita del tax rate

Nell’esercizio 2022 vi è un rafforzamento di tutti gli indicatori di redditività, segno di un generalizzato superamento della crisi pandemica (anche grazie agli effetti del PNRR). Nel 2023 si nota, invece, un arresto della crescita dei ricavi e un aumento del CCN operativo. Il valore aggiunto è piuttosto stabile e mostra livelli percentuali di crescita sempre allineati al PIL e superiori all’inflazione.

La redditività delle vendite è inferiore al 6% ma crescente.  Nel 2023 risulta sensibilmente superiore per le imprese con una crescita del fatturato rispetto alle imprese con ricavi di vendita stabili o in calo, mostrando che, nella maggior parte dei casi, la crescita di marginalità non è indipendente dalla crescita.

Per le imprese con reddito lordo positivo, soprattutto piccole e medie, il tax rate effettivo è in crescita. Nel 2021 e nel 2022 le imposte anticipate hanno assunto un peso rilevante soprattutto nelle imprese in perdita; questo dato solleva qualche perplessità sulla corretta valutazione della capacità fiscale prospettica di queste imprese e, conseguentemente, prospetta un possibile utilizzo della voce quale strumento di politica di bilancio. 

Percorsi di crescita: rilevanza della crescita per linee esterne e preferenza dell’efficienza

La crescita della marginalità è principalmente spiegata dai ricavi. Guardando alla struttura, i dati indicano una preferenza per la crescita tramite linee esterne, realizzata tramite l’acquisizione di partecipazioni di controllo (in aumento di 25 mld), piuttosto che tramite l’acquisto di impianti e attrezzature (in aumento di 21 mld). Meritano una riflessione i motivi che rendono sempre più conveniente la crescita per acquisizioni di altre aziende rispetto alla crescita organica.

Il 10% delle imprese mostra una crescita costante del reddito netto senza corrispondente crescita dei ricavi. Queste aziende lean optimizers sembrano focalizzate sulla ricerca dell’efficienza, anche se presentano tutte le condizioni utili a perseguire strategie di crescita. Resta da chiedersi perché queste imprese preferiscano una posizione prudente invece di puntare alla crescita e all’incremento della marginalità. 

L’andamento delle imprese italiane dai bilanci 2021-2023

Remunerazione del personale: questione salariale e urgenza di una visione strategica sul lavoro

Livello e tendenza dei costi per la retribuzione del personale sottolineano l’urgenza della questione salariale.  Tra i paesi a economia avanzata del G20 l’Italia ha subito le peggiori perdite in termini di potere d’acquisto dei salari dal 2008; nel campione il costo per stipendi mediano unitario raggiunge i 36 mila euro nel 2023 e gli stipendi reali sono in calo.

L’andamento delle retribuzioni contraddice il principio dell’adeguata remunerazione dei fattori produttivi necessaria per un equilibrio economico a valere nel tempo. Il dato critico è che le retribuzioni più basse si concentrano nelle imprese con redditività positiva, il che solleva l’interrogativo se i risultati economici siano frutto dei bassi stipendi.

Date le tendenze demografiche del nostro paese, poco attrattivo per i capitali e per i giovani, una visione più strategica suggerirebbe che la remunerazione dei lavoratori è un investimento essenziale per il futuro delle imprese.

L’andamento delle imprese italiane dai bilanci 2021-2023
di Costanza Di Fabio