UniGe e Compagnia di San Paolo rinnovano la convenzione per il triennio 2022-2024

Fondazione Compagnia di San Paolo conferma il sostegno allo sviluppo del sistema universitario per generare processi volti a migliorare l’innovazione, la competitività e l’attrattività dei 5 Atenei coinvolti
  • Università degli Studi di Torino
  • Politecnico di Torino
  • Università degli Studi del Piemonte Orientale
  • Università degli Studi di Napoli Federico II
  • Università di Genova: 2,4 milioni di € (dal 2019 erogati 4,8 milioni di €)
con un totale deliberato complessivo, dal 2006 a oggi, di 219 milioni di € per lo sviluppo del Sistema Universitario.

La Fondazione Compagnia di San Paolo ha rinnovato per il triennio 2022 – 2024 le Convenzioni Universitarie con i tre atenei Piemontesi, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università di Genova.

«Il sostegno allo sviluppo del sistema universitario, inteso sia nella sua funzione di centro di didattica e di ricerca, sia come fattore di sviluppo locale, rappresenta per la nostra Fondazione un impegno consolidato, basti osservare che solo per le Convenzioni universitarie abbiamo stanziato negli anni oltre 219 milioni di euro. La formazione si pone non solo come passaggio fondamentale per il pieno sviluppo dell’individuo in ambito sociale, ma anche come elemento importante di competitività economica, specie se contribuisce alla definizione di sistemi di competenze che rappresentano una delle risorse cruciali delle economie urbane contemporanee» – ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo. – «Attraverso le Convezioni 2022/24 supporteremo azioni volte ad abilitare le Università all’accesso alle risorse competitive europee e nazionali, come Next Generation EU, Horizon Europe e i bandi previsti nell’ambito del PNRR. A tal fine, abbiamo introdotto tre nuovi ambiti d’intervento: quello ‘trasversale’, finalizzato a realizzare processi di rafforzamento strutturale a vantaggio dell’ateneo, quello ‘terza missione’, dedicato alle azioni di public engagement, e l’ambito ‘azioni per lo sviluppo del territorio’, dedicato al sostegno e al rafforzamento di processi, come detto prima, anche in logica complementare a PNRR e strumenti EU».

«Ringrazio la Fondazione Compagnia di San Paolo per aver deciso recentemente di allargare il suo perimetro di azione e di supporto su percorsi di innovazione anche all’Università di Genova, che sicuramente trarrà benefici importanti da questa collaborazione» – commenta Federico Delfino, Rettore dell'Università di Genova. – «Le linee di intervento che abbiamo individuato per il prossimo triennio sono perfettamente allineate agli obiettivi strategici della nostra visione di università proiettata nel futuro e quindi aperta al dialogo e alla progettualità con i territori, le istituzioni e le imprese e con una dimensione internazionale sempre più marcata.
Con il supporto, non solo economico, ma anche di scambio culturale e di esperienze fornito dalla Compagnia di San Paolo realizzeremo iniziative che ci consentiranno di compiere significativi passi avanti in tema di transizione digitale, creazione di ambienti favorevoli allo sviluppo di imprese innovative e di continuo miglioramento dei nostri servizi didattici e di ricerca. Tutto improntato all’inclusione e all’attenzione alle esigenze del mondo studentesco, sempre più al centro della nostra azione».

Novità e continuità

Il principale elemento di novità del nuovo triennio risiede dunque nella ridefinizione dell’attività con una ripartizione del sostegno erogato da Fondazione Compagnia di San Paolo in due linee di intervento: la prima, in continuità con il passato, comprende azioni gestite dall’Ateneo mediante l’attuazione di progetti definiti congiuntamente; la seconda, caratterizzante queste nuove Convenzioni, riservata a iniziative gestite dalla Fondazione e/o co-progettate dalle parti incentrate sui temi delle transizioni digitale, ecologica, sociale in ottica PNRR.

Ciò che invece permane rispetto all’impianto delle Convenzioni 2019-2021 è l’obiettivo che si intende perseguire, ovvero contribuire a rendere le Università innovative, competitive e attrattive, attraverso azioni mirate che si inseriscono in quattro mission:

  • sostenere gli atenei nella competizione europea dopo Horizon 2020 con azioni funzionali a Horizon Europe;
  • promuovere innovazione nella didattica per ridurre il mismatch tra competenze e necessità del mercato;
  • migliorare le prestazioni degli atenei per incrementare le premialità ministeriali con strategie di sistema a livello territoriale;  
  • favorire strategie evolute di gestione, protezione e valorizzazione della proprietà intellettuale generata.

Esaminando il quadro del Nostro Paese e dell’Europa negli ambiti legati alle quattro mission, emerge, infatti, una situazione caratterizzata da molteplici elementi di debolezza sistemica, che avvalorano la rilevanza delle sfide affrontate nel triennio 2019/21 e guidano nella riconferma delle stesse per i prossimi tre anni oggetto delle Convenzioni.

Un esempio concreto, riferito a ciò che le Convenzioni mirano ad attuare attraverso la mission 4, può essere raccontato considerando uno degli elementi di debolezza sistemica presi in considerazione: la discrepanza rilevata in Europa fra l’elevata intensità di conoscenza e il numero ridotto di output industriali adeguati e competitivi. Sul piano internazionale l’Europa ricopre infatti una posizione di primo piano se si  analizzano i dati relativi all’attività di ricerca (misurata in numero di dottori e personale di ricerca e in produzione di articoli accademici), mentre diventa quasi nulla se si volge lo sguardo ai risultati della ricerca sul mercato. Considerando, per esempio, l’imprenditoria deep-tech e le imprese attive nella brevettazione in ambito AI, l’Europa è doppiata dagli Stati Uniti e viene totalmente oscurata dalla Cina. Per ciò che riguarda invece la nascita e la crescita di startup di successo, gli Stati Uniti continuano ad avere una posizione di leadership assoluta con un numero di “unicorni” che supera l’Europa di ben 4 volte. In ultimo, guardando alla capitalizzazione di mercato delle piattaforme digitali, si evince che l’Europa è pressoché inesistente sul mercato.

Per colmare nel minor tempo possibile tale divario una soluzione possibile è l’utilizzo del PoC, Proof of Concept, come strumento per la valorizzazione del know-how accademico. Gli Atenei e la Fondazione hanno individuato in esso il mezzo per un obiettivo duplice e condiviso: creare un percorso di sviluppo imprenditoriale per i migliori PoC finanziati attraverso le Convenzioni e costruire, quindi, una vera e propria filiera del trasferimento tecnologico mirando a un allineamento strategico fra ricerca e output sul mercato, che la Compagnia di San Paolo sostiene convintamente da anni, con azioni mirate a posizionare la nostra città nell’ecosistema mondiale dell’innovazione, basti ricordare l’acceleratore Techstars o Startup Genome, Vento, ESA Bic solo per citare alcune iniziative a supporto dello sviluppo del nostro territorio.

di Eliana Ruffoni