Diego Colombara ha vinto il Premio Nasini 2024
Diego Colombara, docente di chimica generale e inorganica dell'Università di Genova, ha ricevuto il Premio Nasini 2024, riservato ai giovani scienziati e assegnato dalla Divisione di Chimica Inorganica della S.C.I.. La premiazione ha avuto luogo durante il congresso generale della Società Chimica Italiana a Milano.
Il Premio Raffaello Nasini
Si tratta di un riconoscimento assegnato annualmente dalla Divisione di Chimica Inorganica della Società Chimica Italiana (SCI) a chimici e chimiche under 40 che abbiano dimostrato particolari capacità in tutti i campi della chimica inorganica. Il premio consiste in un attestato e una medaglia, consegnati dopo una lezione tenuta dalla persona premiata durante il congresso annuale della divisione, che quest'anno ha coinciso con il Congresso Nazionale della SCI a Milano. Il premio è dedicato a Raffaello Nasini, chimico toscano e Senatore del Regno d'Italia.
Abbiamo intervistato Diego Colombara.
Lei è stato premiato per aver apportato "contributi originali alla comprensione della relazione tra centri difettivi e proprietà optoelettroniche in calcogenuri inorganici per la conversione energetica” come cita la motivazione data dalla S.C.I..
Diego Colombara: «Si tratta del risultato di circa dieci anni di attività di ricerca, un percorso come “catalizzatore di diffusione” dalla superficie al cuore di Cu(In,Ga)Se₂, che è anche il titolo che ho dato alla mia lezione durante la cerimonia di premiazione.
Questo viaggio ha avuto inizio all'Università del Lussemburgo, è proseguito presso il Laboratorio Internazionale Iberico di Nanotecnologia in Portogallo, e infine mi ha portato all'Università di Genova. Lungo il percorso, molti ricercatori e ricercatrici con base in Europa e negli Stati Uniti hanno arricchito enormemente questo lavoro».
Nel suo editoriale per l'European Journal of Inorganic Chemistry, Alceo Macchioni descrive Raffaello Nasini come “un chimico eclettico, precursore dell’essenza interdisciplinare della chimica inorganica”.
D. C.: «Era una figura davvero eccezionale, la cui rilevanza è immediatamente evidente leggendo la sua affascinante biografia, ben riassunta nell'editoriale. È per me un grande onore ricevere un premio intitolato a Nasini. Vorrei esprimere la mia gratitudine al Comitato di Selezione, in particolare al Presidente della Divisione, Mario Chiesa, e alla Chair del Simposio, Silvia Gross, per le loro parole profonde. La lista dei precedenti destinatari include colleghe e colleghi di alto profilo, riconosciuti a livello internazionale per i loro contributi, e mi sento profondamente onorato di essere incluso tra loro. Oltre all’approccio scientifico interdisciplinare di Nasini, che risuona profondamente con me, ammiro il privilegio che ha avuto di lavorare a stretto contatto con una delle più grandi menti scientifiche di tutti i tempi: Marie Curie».
Lei è un estimatore di Marie Curie
D. C.: «Marie Curie è indubbiamente la figura femminile più conosciuta nel mondo scientifico popolare, per molti buoni motivi. Tuttavia, il ruolo delle donne nelle scienze dure* è ancora in gran parte ignorato. Gabriella Greison lo sottolinea chiaramente nella sua performance teatrale, che ho avuto il piacere di ascoltare al congresso generale della Società Chimica Italiana a Milano».
Come vede il ruolo delle donne nella scienza oggi?
D. C.: «Rispetto ai tempi di Marie Curie, oggi le donne non subiscono più una discriminazione scientifica palese nella maggior parte delle democrazie. Tuttavia, vengono spesso ignorate in modo silente e possono ancora essere vittime di forme più sottili di pregiudizio di genere. La triste verità è che, nel migliore dei casi, i colleghi uomini potrebbero non riconoscere nemmeno questi problemi a causa di una mancanza di consapevolezza e della natura radicata dei pregiudizi di genere, talmente intrinseci nella società che cresciamo accettandoli senza metterli in discussione. Questo patriarcato strutturale si traduce in opportunità diseguali, ostacolando la progressione di carriera delle donne, aggravata ulteriormente da norme sociali radicate sui ruoli tradizionali delle donne».
* scienze dure: (l'espressione è un calco dalla lingua inglese hard science) è un'espressione usata per indicare le scienze esatte (matematica e logica) e le scienze naturali (come la biologia, la chimica e la fisica) in contrapposizione a buona parte delle scienze sociali e umane, talvolta definite scienze molli.
English version
What is the Nasini prize?
D. C.: «The Prize is a recognition bestowed yearly by the Inorganic Chemistry division of Società Chimica Italiana (SCI) upon a chemist under 40 years old who demonstrated particular abilities in all fields of Inorganic Chemistry. It consists of a certificate and a medal, presented after a lecture given by the winner during the annual Congress of the Division, which this year coincided with SCI’s National Congress in Milan».
Why were you selected as the 2024 recipient of the Nasini prize?
D. C.: «The motivation highlights “the original contributions to the understanding of the nexus between defect centres and optoelectronic properties of inorganic chalcogenides for energy conversion”. I believe that it is the result of about 10 years of research activity… my journey as a “diffusion catalyst” from the surface to the bulk of Cu(In,Ga)Se2, which is also the title I gave to my lecture at the prize ceremony. This journey started at the University of Luxembourg, continued at the International Iberian Nanotechnology Laboratory in Portugal, and finally reached the University of Genova. Along the way, numerous researchers based in Europe and the USA enriched it enormously; I am indebted to all of them».
Who was Raffaello Nasini?
D. C.: «In his editorial for the European Journal of Inorganic Chemistry, Prof. Alceo Macchioni describes Raffaello Nasini as “an eclectic chemist heralding the interdisciplinary essence of Inorganic Chemistry.” He was indeed an exceptional figure, and his significance becomes immediately clear when reading his captivating biography, well summarised in the editorial.
It is a great honour for me to receive a prize named after Nasini. I would like to express my gratitude to the Selection Committee, especially to the President of the Division, Prof. Mario Chiesa, and the Chair of the Symposium, Prof. Silvia Gross, for their thoughtful words. The list of former recipients includes distinguished colleagues recognized internationally for their contributions, and I am truly humbled to be included among them. In addition to Nasini’s interdisciplinary take on science, which resonates deeply with me, I admire the privilege he had of working closely with one of the greatest scientists of all time: Marie Curie».
Marie Curie is possibly the best-known female figure in science within popular culture…
D. C.: «She certainly is, for many good reasons. But the role of women in “hard” sciences in the past is still largely overlooked. Gabriella Greison makes the case very clearly with her storytelling theatre performance I had the pleasure to listen at the Congress in Milan (cf. her personal website: http://greisonanatomy.com/).
Compared to Marie Curie’s times, women in science no longer face overt scientific discrimination in most democracies. Nevertheless, they still tend to be silently neglected and may fall victim to more subtle forms of gender bias attitudes. The unfortunate truth is that, at best, male colleagues may not even recognize these issues due to a lack of awareness and the deep-seated nature of gender biases, which are so ingrained in society that we often grow up accepting them without seeing or questioning them.
This structural patriarchy translates into unequal opportunities, hindering women’s career progression, which is further compounded by ingrained societal norms regarding traditional roles for women».
The issue you raise is severe, but are we not digressing?
D. C.: «Not at all. In fact, I seize this opportunity to dedicate my prize to all women in science, because we do not know how many great discoveries we are missing every time a young girl is discouraged to pursue a scientific career. And more discoveries would be missing as most scientists owe their success to the inspiration and support of at least one woman in science. Specifically, I would like to thank the following women in science, listed in chronological order of inspiration, who played a pivotal role in my career: Prof. Olga Bruno, Prof. Silvana Bottino, Prof. Paola Dachà, Prof. Adriana Saccone, Prof. Gabriella Borzone, and Prof. Susanne Siebentritt. Lastly, I would like to mention a young girl named Maria Sole Fiorino, who is the recipient of the bronze medal at the 56th International Olympic Games of Chemistry held this year in Riyadh; may her profile be a beacon for future generations, showing that determination and passion can lead to remarkable achievements».