Il Mediterraneo: un mare di cambiamenti

Sotto gli effetti delle pressioni antropiche locali e globali, gli ecosistemi marini stanno cambiando sempre più velocemente. La teoria dell'ecologia dell'equilibrio, secondo cui le comunità marine tendono a essere stabili e in perfetto equilibrio con le condizioni ambientali, è sempre più distante dalla realtà.
Oggi, il concetto di stabilità in ecologia è infatti messo in discussione dall'idea che le comunità marine siano imprevedibili e non tendano o fluttuino intorno all'equilibrio ma semplicemente cambino.
Questa scuola di pensiero emergente viene definita "ecologia del cambiamento".
Identificare i cambiamenti nella diversità e nella composizione degli ecosistemi marini è importante per comprendere i fattori naturali e antropici che ne determinano il cambiamento. Le serie storiche di dati, soprattutto quelle che si estendono oltre la carriera dei singoli scienziati, sono fondamentali a questo proposito, ma purtroppo sono raramente disponibili. In assenza di esse, il cambiamento nel tempo può essere opportunamente valutato rivisitando siti già studiati in passato.

Nell’era definita dell’Antropocene, il maggiore driver di cambiamento è il riscaldamento globale che, con il conseguente e repentino aumento della temperatura dell’acqua, sta influenzando gli ecosistemi marini attraverso una combinazione di effetti diretti sugli organismi e di effetti indiretti.
I cambiamenti dei fattori ambientali che avvengono su larga scala o perdurano nel tempo possono provocare drastici cambiamenti nella struttura e nella composizione delle comunità, fenomeno conosciuto come “cambiamento di fase”.
In anni recenti si sta assistendo a cambiamenti di fase nella maggior parte degli habitat marini, determinati, soprattutto in Mediterraneo, da tre processi principali:

  • mortalità di massa
  • aumento dell’incidenza di epidemie
  • spostamento verso nord di specie termofile ad affinità sub-tropicale e arrivo e insediamento di specie ad affinità tropicale, queste ultime definite specie non indigene (alloctone) o specie aliene.

Sono ancora pochi gli studi sull’effetto dei cambiamenti climatici che considerano grandi scale spaziali e serie temporali di dati a lungo termine. Risulta quindi fondamentale la raccolta di dati rappresentativi delle variabili ambientali, per migliorare la nostra capacità di valutare l’impatto dei cambiamenti climatici e prevedere i futuri effetti che questi avranno sugli ecosistemi marini.

Relatrici: 
Annalisa Azzola, Università di Genova
Ilaria Mancini, Università di Genova
Alice Oprandi, Università di Genova

30 marzo 2023

Ore 17:00
La conferenza si svolgerà in presenza e sulla piattaforma Zoom al link utile
In seguito, sarà disponibile la registrazione sul canale YouTube dell'Accademia


Piazza G. Matteotti, 5 - Genova
Per maggiori informazioni: segreteria@accademialigurediscienzeelettere.it
Promotore: Accademia Ligure di Scienze e Lettere