La Russia di Putin
Il volume La Russia di Putin (Il Mulino, Bologna, 2020, pp 214) , è il risultato di una lunga attività di ricerca della professoressa Mara Morini, docente di Politics of Eastern Europe e Scienza politica presso l’Università di Genova.
Il volume, strutturato in quattro macroaree divise, complessivamente, in dodici capitoli, affronta la complessità del sistema di potere instaurato, dal 1999, da Vladimir Putin, offrendo al lettore, che sia questo un ricercatore o un semplice curioso della materia, un’analisi ampia ed esaustiva della Russia post-sovietica.
Il testo si apre con una ricostruzione del sistema istituzionale russo, guardando alla ripartizione delle competenze tra Presidente della Federazione Russa, Governo e Parlamento e mettendo in luce le molteplici contraddizioni che caratterizzano un sistema che, immaginato semipresidenziale, si è gradualmente evoluto in un sistema “super presidenziale”, come è stato più volte definito.
Nella seconda parte, dedicata alle dinamiche elettorali e al ruolo del partito del potere Russia Unita, si procede con una disamina del sistema elettorale e partitico russo, mettendo in luce l’evoluzione delle dinamiche politiche dagli anni Novanta, caratterizzati da un forte contrasto tra la Duma e il Presidente, alle più recenti elezioni del 2016 e 2018, che hanno riconfermato il ruolo preminente della figura di Vladimir Putin e del partito ad esso legato.
Estremamente interessante risulta la terza parte del volume, dedicata al processo di edificazione dell’identità nazionale in epoca post-sovietica e alle dinamiche di natura socioeconomica e demografica che caratterizzano la Russia odierna, per poi concludere con una più ampia riflessione sulle contraddizioni del capitalismo russo.
Da ultimo, il volume si chiude con un’analisi dell’evoluzione della politica estera russa, dal turbolento periodo degli anni Novanta, quando la Russia sperimentò i limiti delle proprie ambizioni sullo scacchiere internazionale, fino ad oggi, soffermandosi in particolar modo sulle relazioni con l’Occidente e le nuove iniziative verso la Cina e il Medio Oriente.
Fine ultimo del volume è la comprensione della “verticale del potere”, che rappresenta il progetto politico e il lascito più importante di Vladimir Putin.
Secondo l’autrice, qualora il Presidente dovesse ritirarsi dalla vita politica, il sistema di potere da lui costruito continuerà infatti a perdurare, indipendentemente da colui che siederà al Cremlino.
Il testo, data la formazione dell’autrice, ha un’impostazione politologica, di conseguenza è privo di un’apposita sezione dedicata alla ricostruzione storica della Russia post-sovietica, ciononostante, offre al lettore una visione d’insieme della politica russa, che consente di leggere i più recenti sviluppi in una prospettiva di lungo periodo.