Dal colle più alto
Dal colle più alto. Al Quirinale, con Ciampi negli anni in cui tutto cambiò
di Antonio Puri Purini, prefazione di Carlo Azeglio Ciampi (ed. il Saggiatore, 2012)
Il libro dell’ambasciatore Antonio Puri Purini, consigliere diplomatico del Presidente Ciampi durante il settennato 1999-2005, scritto per “fare memoria” dell’impegno profuso dal Quirinale in un’epoca caratterizzata a livello nazionale dal susseguirsi dei governi D’Alema, Amato e Berlusconi, invita a riflettere, con uno stile sobrio e nel contempo elegante, su un mondo in profonda e rapida evoluzione – “gli anni in cui tutto cambiò” –, attraverso il racconto di vicende inedite e la testimonianza di chi in quegli avvenimenti è stato direttamente coinvolto, spesso risultandone l’artefice.
Ne emerge un quadro vivace, fatto di progettualità e d’impegno etico al servizio dello Stato, sullo sfondo di un’Europa alla ricerca della sua unità e di forti lacerazioni nazionali anche di carattere istituzionale. Il ruolo di Ciampi in quegli anni fu di primo piano, destinato com’era ad esercitare una sorta di supplenza in politica estera, al fine di assicurare un’essenziale esigenza di continuità. La sua azione tenace mirò soprattutto a imprimere una direzione europea alla politica estera italiana, indicando una linea di continuità tra Risorgimento, Resistenza e unificazione europea. Avrebbe anche inaugurato una preziosa, seppur di breve durata, politica di coordinamento istituzionale, avviando la consuetudine d’invitare al Quirinale per uno scambio di vedute, alla vigilia di un Consiglio europeo, il Presidente del Consiglio, accompagnato dai principali ministri.
Se l’unificazione europea costituì l’elemento centrale dell’impegno di Ciampi, essa rappresenta nel contempo anche la cifra del rapporto tra il Presidente e il suo Consigliere diplomatico. Il libro tramanda la coscienza della responsabilità storica da essi condivisa a cavallo tra XX e XXI secolo e fa rivivere al lettore l’attività febbrile che ferveva al Quirinale attorno a temi indilazionabili e fondamentali quali l’elaborazione di una Costituzione europea, al fine di rafforzare le capacità di governo dell’Unione Europea, e il passaggio dall’unione monetaria all’unificazione economica continentale, per correggere una ‘zoppìa’ che al padre fondatore della moneta unica Ciampi appariva evidente. L’unificazione politica dell’Europa era l’obiettivo di entrambi, un obiettivo a cui l’autore del volume sta dedicando tuttora il suo impegno attraverso l’attività di editorialista sul “Corriere della Sera”.
All’interno di questo quadro emerge l’attenzione particolare che entrambi riservano alla Germania, interlocutore privilegiato nel progredire del processo d’integrazione europea. Non casualmente la prima visita di Ciampi è a Berlino e intensi sono i rapporti con il Presidente della Repubblica Rau, Wolfgang Schäuble, Joska Fischer, ma anche con Angela Merkel.
I segnali che giungono dal Colle in quel periodo sono numerosi: la lotta contro il nazionalismo di ritorno (Haider in Austria, Jean-Marie Le Pen in Francia, la Lega Nord in Italia), le sollecitazioni ad accentuare la presenza e l’iniziativa italiana sulla scena europea, il favore alle cooperazioni rafforzate, la decisa azione a favore della creazione di una federazione di Stati-nazione.
Lo sfondo è quello di una politica internazionale in rapida evoluzione che vede emergere nuovi attori regionali, in un mondo che si configura ormai per il suo multipolarismo. Attento a questi nuovi scenari, il Quirinale assolve un ruolo fondamentale attraverso un’intensa attività diplomatica, fatta di visite ufficiali e di incontri privati, di viaggi oculatamente organizzati e di relazioni tessute con grande maestria, di cui il volume ci trasmette la memoria storica.