Convegno "Disabilità e diritti. Pari opportunità e diritto allo studio e al lavoro"

Convegno "Disabilità e diritti. Pari opportunità e diritto allo studio e al lavoro"

Convegno Creare un'occasione di sensibilizzazione e di confronto tra studiose/i, rappresentanti dell'Amministrazione dell'Università di Genova e di altre istituzioni cittadine, dando visibilità a un tema complesso e per certi versi "scomodo", che tende spesso a rimanenere nell'ombra, quando non confinato in ambiti specialistici. Questo l'obiettivo di fondo che ha accompagnato il Comitato per le Pari Opportunità dell'Ateneo nell'organizzazione del convegno "Disabilità e diritti. Pari opportunità e diritto allo studio e al lavoro", rivolto anzitutto alle varie componenti della nostra Università, ma aperto anche al mondo delle associazioni e, in generale, al territorio.
Il convegno, articolato in due sessioni, ha visto come filo conduttore dei vari interventi la prospettiva dei diritti delle persone con disabilità: una chiave di lettura stimolante, in quanto capace di cogliere sia i cambiamenti culturali nella percezione della disabilità, sia la distanza che spesso separa i buoni propositi formulati sulla carta e la realtà sociale, fatta ancora di barriere e ostacoli, materiali e simbolici, che si frappongono all’inclusione dei soggetti che sfuggono ai parametri della c.d. normalità.
Ad aprire la sessione del mattino è stata la coinvolgente riflessione, proposta da Giacomo Griffo – componente del Consiglio mondiale di Disabled Peoples International e attivista della FISH –, sulla tappa più significativa del c.d. processo di specificazione dei diritti umani in relazione alle persone con disabilità: la Convenzione adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2006, diventata legge dello Stato italiano nel 2009. Un testo importante, non solo per la sua rilevanza giuridica, ma perché, nel porre enfasi sulla centralità della persona, mostra di prendere le distanze sia dalla concezione assistenzialista (per cui la disabilità è un problema da affrontare esclusivamente attraverso programmi di solidarità sociale e servizi sanitari), sia dal "modello medico", che guarda al disabile come un soggetto malato da normalizzare, attraverso la correzione o riduzione del suo handicap. Come messo in luce da Griffo, la Convenzione ONU, accogliendo il "modello sociale", tende a porre in luce come la disabilità non sia riducibile a un mero deficit psico-fisico, ma è anche il frutto delle barriere sociali del pregiudizio e della discriminazione, che contribuiscono, appunto, ad attivare processi di "disabilitazione", rendendo determinate persone inabili a partecipare attivamente alla vita pubblica.
In un orizzonte analogo si è mosso l'intervento di Matteo Schianchi, della École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e autore di varie pubblicazioni sul tema, che ha analizzato, in una prospettiva storica, le diverse rappresentazioni sociali delle disabilità che spesso hanno contributo ad alimentare processi di stigmatizzazione ed esclusione. Si è invece soffermata sul sistema di garanzie, previsto nel nostro ordinamento giuridico, in materia di diritti all'istruzione e al lavoro contenuti nella citata Convenzione, l'articolata relazione di Silvia Bruzzone, avvocata e presidente del Centro studi e consulenza sulla disabilità Onlus. Infine, Susanna Pozzolo, docente dell'Università di Brescia, ha illustrato i preziosi contributi offerti al dibattito internazionale sul rapporto tra genere e disabilità dal filone di studi, in Italia ancora poco noto, dei c.d. Feminist Disabiliy Studies.
Alla luce del ricco quadro emerso dalle quattro relazioni del mattino, la sessione del pomeriggio si è articolata in due tavole rotonde incentrate su questioni e problemi specifici del contesto universitario.
La prima tavola rotonda, coordinata da Federica Imperiale, vice-presidente del Comitato per le pari opportunità, si è focalizzata sul tema dei diritti delle persone con disabilità in ambito lavorativo, cercando di mettere a fuoco criticità e strumenti di intervento idonei a superare situazioni discriminatorie spesso subite dal personale con disabilità, anche nelle Università. Ciò attraverso il confronto tra esperienze istituzionali (a partire da quelle maturate nel nostro Ateneo) e saperi professionali, ad esempio in materia di telelavoro e di accessibilità.
La seconda tavola rotonda, coordinata da Maria Linda Falcidieno, delegata del Rettore per l'integrazione degli studenti disabili, ha ruotato attorno ai diritti e alle pari opportunità degli studenti con disabilità e dei compiti che le Università devono assolvere in tale delicato ambito. A essa hanno partecipato rappresentanti della componente studentesca e degli Uffici dell'Ateneo, nonché docenti esperte sui temi trattati, tra cui una componente della Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità.
Dalle due tavole rotonde sono emersi diversi spunti di riflessione e proposte, che in molti casi hanno una dimensione trasversale: così l'opportunità di momenti formativi in materia di approccio alle disabilità o l'importanza della valorizzazione delle specifiche competenze di chi studia e lavora in Ateneo, passando per gli aspetti riguardanti l'accessibilità, sia agli spazi fisici, sia ai servizi informatici. In considerazione, anzi, della trasversalità di molte questioni poste sul tavolo della discussione, l'auspicio del CPO è che, in futuro, le competenze dell'attuale figura del/della delegato/a del Rettore per l'inclusione degli studenti disabili possano essere estese anche alle problematiche del personale (docente e TABS) con disabilità.
Ad arricchire il dibattito, nel corso della giornata, hanno contribuito diversi interventi dal pubblico, programmati e non, tra cui quello conclusivo di Sabrina Dapino, una studentessa della nostra Università, che ha saputo raccontarci, in poche e toccanti parole, come la disabilità non sia necessariamente d'ostacolo alla realizzazione di un percorso formativo soddisfacente, specie se l'ambiente circostante si mostra capace di offrire, non solo servizi adeguati, ma anche ascolto e motivazione.

Il CPO desidera ringraziare la FISH ONLUS e i vari Uffici dell'Amministrazione dell'Ateneo che con grande disponibilità e spirito di collaborazione hanno reso possibile la realizzazione di questo convegno: un'iniziativa che vorrebbe costituire solo la prima tappa di un percorso condiviso di riflessioni e proposte di azioni volte a migliorare la condizione delle persone che studiano e lavorano nella nostra Università.
Il programma del convegno è scaricabile all'indirizzo: http://www.cpo.unige.it/comunicazione/invito_convegno_CPO.pdf

Isabel Fanlo Cortés
Presidente del Comitato per le Pari Opportunità dell’Ateneo
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