Zanshin Tech
Nel 2015 è apparso, su questa newsletter, un breve articolo su una nuova arte marziale che stava nascendo a Genova: lo Zanshin Tech; a distanza di due anni mi viene chiesto di riassumere l'incredibile crescita di questa disciplina, un compito che cercherò di svolgere in queste poche righe.
È doveroso, già a questo punto, fare una precisazione: con crescita spesso si intende una espansione verso l'esterno, un ingrandimento. Sebbene questo tipo di crescita sia positivo e, quantitativamente parlando, facilmente misurabile, nelle arti marziali l'obiettivo è un altro tipo di crescita: quello rivolto verso l'interno, verso l'approfondimento di sé stessi e verso la comprensione della realtà qui e ora. Negli ultimi due anni lo Zanshin Tech ha sperimentato entrambi i tipi di crescita: quello più yang (verso l'esterno) e quello più yin (verso il cuore di ciascun praticante).
Quando questa disciplina è nata nel 2014 erano presenti solo un maestro e tre allievi istruttori e la prima classe contava circa 10 alunni tra gli 11 e i 15 anni. A fine 2016 i maestri erano saliti a 8 e 3 nuove palestre avevano aperto in Italia, mentre i corsi si erano moltiplicati includendo anche percorsi specifici per adulti.
Lo Zanshin Tech si è rapidamente diffuso negli ambienti della cybersecurity e numerosi esperti del settore hanno espresso il desiderio di diventare istruttori. È nato così il primo percorso per la formazione dei Sensei. A fine 2016 a questo corso erano iscritte ben 46 persone, che sono quasi raddoppiate nei primi 3 mesi del 2017.
Ad interessarsi al percorso da istruttori non sono stati, però, solo gli hacker: molti maestri di arti marziali ci hanno contattato riconoscendo la validità di questa disciplina e chiedendo di poter essere formati, e così è accaduto che in numerose città italiane esperti di sicurezza informatica e maestri di arti marziali tradizionali hanno iniziato a studiare assieme.
La crescita, però, è stata anche verso l'interno: i ragazzi che frequentano i dojo Zanshin Tech hanno approfondito, nel corso di questi anni, molti aspetti del loro carattere, divenendo più forti e più sicuri e salendo rapidamente di livello. Alcuni di loro hanno iniziato a fermare, in piena autonomia, aggressioni digitali rivolte sia a loro stessi che ai loro amici e compagni di scuola, intervenendo prima che si verificassero veri e propri reati e fermando sul nascere quelli che sarebbero potuti diventare attacchi di cyberbullismo, adescamento, truffe online e molto altro.
Numerosi sono stati anche i casi di ragazzi e adulti che si sono rivolti ai maestri per aggressioni già in corso e ovviamente, laddove erano presenti dei reati, essi sono stati indirizzati alle forze dell'ordine: denuncia e querela sono, infatti, tecniche espressamente codificate nello Zanshin Tech.
Oggi lo Zanshin Tech continua ad essere insegnato con cadenza settimanale nei dojo già esistenti, mentre più di 30 nuove palestre stanno per aprire nelle principali città italiane. I maestri fondatori sono stati invitati al Festival dell'Oriente di Roma (22-25 aprile) come rappresentanti di una nuova evoluzione delle arti marziali e si sta vagliando la possibilità di una certificazione di competenze professionali per coloro che supereranno l'esame per diventare istruttori.
Ad agosto, infine, Zanshin Tech sarà parte della Italian Hacker Embassy presso lo SHA2017, un evento di cybersecurity che si terrà in Olanda e in cui verrà presentata la disciplina ad adulti e ragazzi.
Il più importante dei traguardi, però, è il lavoro costante che ogni praticante, indipendentemente dal proprio grado, svolge su sé stesso giorno dopo giorno; come scrisse il grande spadaccino Miyamoto Musashi: “Il maestro è l'ago, il discepolo è il filo. Dovete praticare senza posa.”
Claudio Canavese
Centro dei Servizi Informatici e Telematici di Ateneo